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La vocazione alle esportazioni e ai mercati esteri delle imprese del nostro territorio non e sicuramente una novita, come testimoniano anche i dati relativi all’export, che nel 2018, in provincia di Varese, ha raggiunto quota 10,5 miliardi di euro, con una crescita del 5,3% rispetto all’anno precedente. Un fenomeno che riguarda di fatto tutti i settori merceologici; i prodotti realizzati dalle nostre imprese sono apprezzati in tutto il mondo per la loro qualità e affidabilità. Il “Made in Varese” e una sorta di valore aggiunto che riesce a distinguersi all’interno di quello ovviamente ben più ampio del “Made in Italy”. Questo grazie al lavoro delle nostre imprese, che si fanno valere su tutti i mercati mondiali con l’unica arma davvero efficace, capace di vincere la concorrenza, anche la più agguerrita, che è quella della professionalità e che si traduce nell’obiettivo quotidiano di cercare sempre di migliorarsi.

C’è molta richiesta di prodotti italiani sui mercati mondiali, forse più di quanto noi stessi immaginiamo. E quindi necessario, da parte delle imprese, guardare sempre più, non solo oltre i confini nazionali, ma anche oltre quelli europei. Fa infatti quasi sorridere parlare di mercati internazionali quando si fa riferimento ai rapporti tra Italia, Germania e Francia, vista la tradizionale vicinanza che contraddistingue le relazioni commerciali di questi Paesi. Occorre affacciarsi quindi verso nuove realtà, come la Cina, un Paese che sta crescendo in maniera esponenziale, immerso nella rivoluzione digitale e tecnologica, il quale e stato la meta della TechMission di giugno, che ha visto l’Unione degli Industriali della provincia di Varese curarne gli aspetti organizzativi. Missione tecnologica, come le precedenti negli Stati Uniti, finalizzata a toccare con mano e osservare con i propri occhi una realtà che ha fornito molti spunti di riflessione, anche riguardo alla competizione con la Cina che non sarà per niente facile. Siamo altrettanto consapevoli però che le nostre imprese abbiano tutte le capacità per migliorare i propri risultati, consentendo alla nostra economia di potenziare le relazioni con i mercati esteri e di accrescere le opportunità. Uno degli obiettivi di un’associazione come l’Unione degli Industriali deve essere proprio quello di accompagnare le aziende nel non facile obiettivo di esplorare nuovi mercati, soprattutto per le Pmi, che per questioni dimensionali incontrano maggiori difficolta.

Ma un ruolo attivo in questo senso occorre che lo assumano anche il Governo e le Istituzioni, che devono impegnarsi concretamente per agevolare le imprese nel trovare sbocchi sui mercati internazionali, non soltanto difendendo l’autentico “Made in Italy”, ma anche promuovendolo. Non dobbiamo dimenticare che anche nei momenti più difficili per l’economia legati alla crisi internazionale, l’export e stata un’ancora di salvezza che ha permesso a molte aziende, non solo di resistere, ma addirittura di crescere. Tutto il Sistema Paese deve remare nella stessa direzione e ciascuno deve fare la propria parte, a partire dalla questione infrastrutturale; merci e prodotti devono poter viaggiare agevolmente, in sicurezza e nel modo più veloce possibile.

Oggi purtroppo non è sempre così. E un tema di fondamentale importanza, non più rinviabile, per la competitività delle nostre imprese. Un esempio eloquente arriva proprio dal nostro territorio; all’aeroporto di Malpensa, secondo un puntuale studio di Sea, mancano almeno tre voli al giorno con la Cina, rispetto alle esigenze e alle richieste. Un gap da colmare al più presto con i nostri competitor e un tema che l’Unione degli Industriali si impegna a portare sui tavoli istituzionali. Assecondare, incoraggiare, sostenere questa naturale propensione all’export e la sfida chiave per far crescere le nostre imprese.



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