Il-futuro-dell’elisoccorso

Sono 2.400 gli elicotteri usati oggi nel mondo per la gestione delle emergenze, in particolare come eliambulanze. Un numero destinato a salire a 3.000 velivoli tra una decina di anni. Uno scenario che vede Leonardo in prima fila

Quando due commesse, piazzate sul finire di anno, forniscono il senso e confermano le strategie di sviluppo e gli obiettivi a lungo termine di un’azienda. Leonardo a dicembre 2018 ha annunciato il rafforzamento della capacità di intervento aereo dei Vigili del Fuoco italiani attraverso la vendita di tre AW139, per un valore di 45 milioni di euro. Stesso modello, stesso giorno, secondo comunicato, in cui l’azienda parla della consegna entro il 2019 di un altro AW139: questa volta come destinatario il Dipartimento Anticendio di Los Angeles che salirà così ad una dotazione di 5 elicotteri di tale tipo.

“Se l’Italia è e deve essere la nostra vetrina nel mondo, il comparto dell’elisoccorso rappresenta, allo stesso tempo, il primo testimonial a livello internazionale delle nostre capacità tecniche e tecnologiche”, spiega Gian Piero Cutillo, responsabile della Divisione Elicotteri di Leonardo. Ad oggi nel mondo volano 2.400 elicotteri per missioni di elisoccorso, concentrati per lo più (80%), in Europa e nel Nord America. Di questo mercato Leonardo rappresenta un vero e proprio leader vantando 370 eliambulanze operative nei cinque continenti a cui bisogna aggiungere oltre 300 elicotteri dedicati alla ricerca e soccorso in vari ambienti tra cui il mare e la montagna. Ma la sfida lanciata da Leonardo direttamente dagli stabilimenti di Vergiate non è semplicemente quella di acquisire sempre maggiori fette di mercato. L’asticella è stata alzata ad un livello superiore: fare da collante tra l’industria elicotteristica e la comunità medico/scientifica per individuare insieme le traiettorie di sviluppo dell’elisoccorso, trasformando gli elicotteri da ambulanze volanti, quali sono ora, a dei veri e propri piccoli ospedali.

Per questo lo scorso novembre più di 600 persone rappresentanti internazionali dell’industria del settore, della comunità medica e del pronto intervento civile e militare si sono date appuntamento nel sito produttivo vergiatese per un primo evento realizzato in collaborazione con Siaarti (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva). Medici, responsabili dei reparti del pronto intervento europei e statunitensi, rappresentanti dei servizi di soccorso delle forze armate: tutti riuniti per una due giorni, ribattezzata “Remote”, che ha rappresentato l’inizio di un cammino. Meta: trovare insieme delle linee guida dell’elisoccorso per aumentare la capacità operativa delle eliambulanze, incrementare l’efficacia dei servizi medici collegati, definire nuovi standard di formazione per i medici del settore che sempre di più devono saper interagire con l’equipaggio e i piloti. Ne va della capacità dell’elisoccorso di salvare sempre più vite umane.“Forti dell’eccellenza che come Italia rappresentiamo a livello mondiale - spiega Luca Tonini, responsabile marketing dell’elisoccorso di Leonardo - vogliamo fare della nostra azienda il collante con la comunità scientifica alla quale abbiamo aperto per la prima volta a livello internazionale le porte della fabbrica attraverso l’evento Remote”. 

Tra eliambulanze ed elicotteri dedicati alle attività di ricerca e soccorso sono più di 600 i velivoli Leonardo in servizio in 50 diversi Paesi. Una presenza destinata ad aumentare come dimostrano le recenti vendite di altri mezzi ai Vigili del Fuoco italiani e al Dipartimento Antincendio di Los Angeles

La domanda di elicotteri per la gestione delle emergenze, d’altronde, è in forte aumento. Le consegne di elicotteri civili per tali impieghi da parte di tutta l’industria sono passate da una quota del 14% del 2007 al 44% del 2017. Un trend destinato a continuare. Le previsioni sono per un’espansione che arriverà nei prossimi 10 anni a far volare 3mila elicotteri, 600 in più degli attuali. Il 40% della flotta mondiale, inoltre, sarà sostituita da macchine più moderne, più adatte a rispondere alle nuove esigenze: “L’elicottero – spiega ancora Tonini – rappresenta un anello di una catena di sviluppo complessa. Nelle emergenze l’elicottero dovrà sempre di più volare su lunghe tratte per permettere ai medici di trasportare il malato o il ferito non semplicemente all’ospedale più vicino, ma a quello più specializzato nella patologia o nel trauma subito dal paziente”. Cresce, dunque, l’esigenza di volare e compiere la missione in ogni condizione meteo e ambientale. La disponibilità operativa deve essere 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Ciò implica il cambiamento anche del tipo di elicotteri utilizzati. Da quelli più leggeri, si sta passando ad una categoria intermedia, con cabine più capaci, in grado di ospitare apparecchi medici sempre più sofisticati, garantendo allo stesso tempo meno costi di gestione. In questo Leonardo arriva pronta all’appuntamento grazie allo sviluppo, negli ultimi anni, di un’intera famiglia di elicotteri di nuova generazione. Un unicum a livello mondiale. Le sigle sono quelle degli AW139, AW169, AW189. 

Se fino ad oggi il mercato si è concentrato in Europa e Nord America, le nuove richieste arrivano da India e Cina. Un Paese quest’ultimo dove Leonardo ha acquisito una posizione di predominio con una quota del 70%. Tanto che con le eliambulanze fornite è stato costituito il primo servizio integrato di elisoccorso che sarà in grado a breve di assicurare una vera e propria copertura nazionale in tutto il Paese asiatico. “In futuro potremmo arrivare a ciò che fino a ieri era ritenuto impossibile, come, per esempio, effettuare mentre si è in volo una tac al paziente. Più aumenta la capacità operativa durante il trasporto più saremo in grado di salvare vite umane. I primi minuti sono fondamentali. Più controlli e interventi sul corpo del ferito o del malato riusciamo a fare, più aumentano le probabilità di sopravvivenza”, spiega Flavia Petrini, Presidente di Siaarti. Ma anche qui un aeromobile non vale l’altro.

Ecco perché, anche sul fronte del soccorso, Leonardo punta sul suo convertiplano, l’AW609 in grado di volare sia come un aereo, sia in verticale, come un elicottero. E che, come si legge nella nota di Remote, “apre nuovi scenari e nuove possibilità”. Per esempio “riducendo i tempi di recupero e trasporto del paziente” o “permettendo di operare in ambientazioni inaccessibili per i mezzi convenzionali”. Non solo: “La cabina pressurizzata dell’AW609 consente interventi di stabilizzazione del paziente senza precedenti per un aeromobile ad ala rotante”. 

         



Articolo precedente Articolo successivo
Edit