Holcim_cemento_green

È il collante fondamentale per la costruzione di tutto ciò che ci circonda: case, scuole, ospedali. A volte sembra scontato e banale eppure, dietro la produzione del cemento si celano tanti piccoli e dettagliati procedimenti che lo rendono un prodotto unico nel suo utilizzo. Dall’estrazione della materia prima, la roccia, si passa alla sua lavorazione attraverso un processo di riscaldamento a temperature elevatissime che ne modifica la consistenza fino a farla diventare cemento, dopo un controllo qualità dotato delle più innovative tecnologie.

A raccontare ad una folla di oltre 400 persone, accorsa in occasione della giornata “Porte Aperte” promossa da Federbeton, è stata la Holcim Italia, realtà attiva nel settore della produzione di cemento da oltre 90 anni. È stato, infatti, lo stabilimento di Ternate, che produce ogni anno circa 1,2 milioni di tonnellate di cemento per uso industriale ma anche domestico, ad aprire i propri cancelli alla cittadinanza. Trasparenza: questa la parola chiave usata da Luca Danuvola, Direttore di Stabilimento dell’impresa varesina per spiegare come si possa, adottando principi di economia circolare, ridurre l’impatto che un’enorme macchina da produzione, come un cementificio, ha sull’ambiente. Sistemi di controllo d’avanguardia, tecnologie innovative e un Biodiversity Action Plan sono il cuore pulsante di questa impresa che non butta via proprio niente: gli scarti prodotti da altre aziende vengono, infatti, riutilizzati come combustili alternativi a quelli naturali per diminuire l’emissione di anidride carbonica.

“Siamo orgogliosi di aver partecipato con il nostro prodotto alla realizzazione di gran parte dei nuovi grattacieli della città di Milano, contribuendo allo sviluppo verticale che è il presente ed il futuro dell’urbanizzazione sostenibile delle città”, spiega Lucio Greco, Country Manager di Holcim. Stare al passo con i tempi ed aver cura della natura e delle specie animali: un binomio difficile da immaginare che l’impresa di Ternate, quotidianamente, riesce a mettere in atto. Ridare vita, ad esempio, ad alberi e fiori nello stesso terreno dove, nel dicembre del 2012, è stata eseguita l’ultima estrazione mineraria. Progetto impossibile? Assolutamente no. L’impresa, parte di uno dei gruppi più importanti nel settore dei materiali da costruzione in Italia, stima infatti che in poco più di 10 anni verranno ricreati nuovi habitat per animali e piante. Che si tratti di un parco giochi per bambini, un prato verde dove passeggiare e respirare aria pulita oppure un’area riutilizzata per attività ludiche e sportive poco importa: per Holcim tutelare, sostenere e promuovere l’ambiente è una vera e propria missione.

“Per noi è un grande orgoglio contribuire, con i nostri prodotti, alla mobilità sostenibile e alla sostenibilità delle città moderne. Il che ci rende uno degli impianti più performanti d’Italia in termini di riduzione di emissioni di anidride carbonica - aggiunge Danuvola -. Abbiamo investito sui nostri impianti in modo da poter recuperare materia ed energia da materiali che tradizionalmente erano considerati scarti e vogliamo continuare in questa direzione. Siamo orgogliosi di quello che facciamo e di poterlo mostrare agli abitanti delle comunità in cui operiamo. Promuoviamo comportamenti orientati a rispettare gli equilibri ambientali esistenti e operiamo all’insegna della tutela, del miglioramento e del potenziamento della biodiversità dei siti estrattivi. Il Piano di Biodiversità che abbiamo implementato per l’area di Santa Marta e Faraona ne è un valido esempio”.

Insomma, possiamo dire che Holcim sia una vera e propria “macchina da battaglia” nella produzione di cemento. D’altra parte, non è da tutti riuscire a trasformare un potenziale rifiuto in qualcosa di utile, ecosostenibile e perché no, persino green.

 



Articolo precedente Articolo successivo
Edit