Centosettantuno anni di storia, un raggio di azione mondiale attraverso stabilimenti produttivi e uffici commerciali in vari Paesi europei ed extra europei, 1800 dipendenti, 8 stabilimenti di cui 4 italiani, tutti situati in Lombardia ed una sede centrale, compresa di un centro di ricerca, nella provincia di Varese. Goglio è uno dei principali player in Europa nel packaging flessibile. Un Gruppo fondato nel 1850 che progetta, sviluppa e realizza sistemi completi per l’imballaggio, fornendo laminati flessibili, valvole, macchine e servizi per ogni esigenza di confezionamento. Un’azienda inserita in molteplici filiere industriali, da quella alimentare a quella chimica, fino alla detergenza e alla cosmetica.

Il Gruppo che è presente con stabilimenti produttivi in Italia, Olanda, Stati Uniti e Cina e con uffici commerciali in giro per l’Europa, in Sud America e Asia, ha in programma per i prossimi quattro anni di puntare sull’Italia dove saranno realizzati oltre la metà degli investimenti previsti dal Gruppo. Con oltre 700 dipendenti, tra cui i ricercatori di un team dedicato alla divisione ricerca e sviluppo del technology center, l’hub di Daverio è il quartier generale del Gruppo. È proprio qua che Goglio Spa ha sviluppato interamente l’imballo sostenibile per il confezionamento sottovuoto di Riso Gallo. Dallo studio nel centro di ricerca varesino, sulle soluzioni all’avanguardia ed eco-compatibili per l’imballaggio, è nato il packaging multistrato “suitable for recycling” per il riso di una delle più antiche riserie italiane: “Un imballo creato con un materiale adatto per il riciclo che, a differenza dei comuni involucri multistrato, attualmente utilizzati per il confezionamento del riso sottovuoto e smaltiti come rifiuti comuni, può essere riconosciuto e recuperato dai moderni impianti di riciclo. L’eccezionalità di questa soluzione – spiega Davide Jarach, responsabile Sviluppo Strategico di Goglio Spa e Presidente di Goglio Tianjin Packaging –, sta proprio nel fatto che, a differenza delle altre confezioni trasparenti per il riso sottovuoto, è composto da solo materiale poliolefinico, senza lo strato di nylon che rende quel tipo di imballi inadatti ad essere riciclati. Si tratta del primo packaging di questo tipo sviluppato per il confezionamento del riso sottovuoto. A dispetto delle apparenze, infatti, i materiali utilizzati attualmente per il confezionamento del riso sottovuoto, non sono idonei ad essere inseriti nel circuito del riciclo della plastica”.

Sviluppato con un materiale non solo riciclabile, ma anche adeguato nel rispetto delle proprietà barriera e dei livelli di conservazione idonei al prodotto, il packaging è strutturato per rispondere alle specifiche esigenze di conservazione e di protezione di un alimento secco perforante quale il riso. Grazie alle sue caratteristiche la confezione ha meritato la certificazione “Recyclability of Packaging” rilasciata dall’ente indipendente tedesco Cyclos. Ma non è tutto. Il nuovo materiale è sostenibile nell’intero arco del suo ciclo di vita, non solo nel momento in cui viene smaltito; il processo produttivo del materiale poliolefinico riduce, infatti, fino al -25% le emissioni di CO2 rispetto a quello adottato per un imballo tradizionale.

Oltre a guidare la sostenibilità del confezionamento del riso sottovuoto di Riso Gallo, Goglio lavora da tempo con altri nomi noti, in particolare nel settore del caffè con i principali torrefattori al mondo, tra cui Lavazza, Segafredo, Nestlé e Starbucks, solo per citarne alcuni. È, in particolare, per Segafredo Zanetti che Goglio ha recentemente sviluppato un nuovo imballo per il caffè. Si tratta di un packaging innovativo in quanto realizzato con del materiale poliolefinico che non contiene lo strato di alluminio, tipico dei tradizionali packaging di caffè, e la cui produzione comporta una riduzione delle emissioni di CO2 fino al -35%. Anche in questo caso siamo di fronte ad un genere di confezione che mantiene le proprietà barriera necessarie per la conservazione del prodotto e che, al momento dello smaltimento, viene riconosciuto come poliolefinico e può entrare nei processi del riciclo.

Ma a quanto potrebbe ammontare la spesa di una multinazionale come Goglio per investire in progetti volti alla sostenibilità? “A livello di capogruppo spendiamo circa l’1,5% del fatturato in ricerca e sviluppo, una cifra che negli ultimi 3 anni ha toccato circa i 3 milioni di euro all’anno – racconta il responsabile Davide Jarach –. Di questi, negli ultimi anni, la quota più importante, probabilmente un 75/80%, ha avuto come focus la sostenibilità e più precisamente lo sviluppo di soluzioni maggiormente sostenibili per i nostri clienti”.

Ma si tratta di numeri sottostimati: “Molti dei progetti che realizziamo normalmente con i nostri clienti includono una parte di investimento per innovazione, di cui però è spesso difficile mantenere traccia. Dal nostro osservatorio – continua Jarach –, possiamo confermare che il tema della sostenibilità sia diventato ormai centrale. Soprattutto i grandi gruppi multinazionali ne hanno fatto un punto centrale della propria strategia”. E non c’è da stupirsi. Le aziende, così come i consumatori, sono sempre più informate e consapevoli delle problematiche ambientali. Basti pensare che i clienti finali non guardano più solo l’etichetta, l’origine del prodotto e delle materie prime, ma anche come smaltire la confezione nel rispetto dell’ambiente. È così che si prospettano nuovi scenari per le imprese del settore del packaging che devono sperimentare imballaggi nuovi, sostenibili, certificati e provenienti dal riciclo, con l’obiettivo di ri-ottimizzare le risorse. E come vuole la regola, Goglio tiene il passo con la ricerca di soluzioni e processi produttivi sempre meno impattanti. Una propensione al perfezionamento che, oggi, nel settore della plastica schiaccia l’acceleratore, ma la virata ecologica è cominciata da tempo e Goglio ne è la dimostrazione.

“Da oltre 170 anni il Gruppo porta avanti progetti di sviluppo all’insegna della crescita e dell’innovazione dei prodotti, dei processi produttivi e degli stabilimenti. In particolare, a febbraio, – sottolinea Jarach –, Goglio ha ottenuto il finanziamento da 30 milioni di euro, assistito da Garanzia Italia di Sace, da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit per sostenere la crescita dell’azienda. Le nuove risorse sono destinate a sostenere il piano di sviluppo aziendale, attraverso investimenti in tecnologie efficienti e sostenibili, e alla crescita internazionale”. Si aggiunge poi agli altri investimenti, il potenziamento dello stabilimento di Tianjin (Cina) che, nato nel 2004 per produrre packaging destinato al mercato asiatico, verrà ampliato per rispondere alla sempre più crescente domanda di caffè in Asia; un investimento da 15 milioni di euro con il supporto di Simest che contribuirà mediante la sottoscrizione di aumento di capitale per 6 milioni di euro.

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