Andy Warhol_Serial Identity_MuseoMAGA_2023_Ph. Roberto Marossi.jpg

Sono 200 le opere-icona che compongono l’antologica allestita negli spazi del Museo gallaratese e alla Porta di Milano dell’aeroporto di Malpensa. Obiettivo della mostra, curata da Maurizio Vanni ed Emma Zanella, è rendere il giusto omaggio alla grandezza di un artista poliedrico e geniale, autore di opere divenute, nel tempo, veri e propri manifesti della pop art, riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo

‘‘A diciott’anni un amico mi ficcò in una borsina di plastica e mi portò a New York. Lavoravo molto in quel periodo. Andavo in giro tutto il giorno per trovare lavori da fare di notte a casa. Questa era la mia vita negli anni ‘50: biglietti d’auguri e acquerelli e di tanto in tanto qualche lettura di poesia nei caffè”. Anche da questi esordi, “così unici e riconoscibili – scrive Emma Zanella nella presentazione in catalogo – ha inizio la mostra Andy Warhol Serial Identity’, guidata dal desiderio non tanto di ordinare cronologicamente e in chiave biografica l’attività di Warhol, quanto piuttosto di indagarne la molteplicità di linguaggi e di interpretazioni, l’incessante ricerca di ambiti espressivi nuovi e particolarmente innovativi, la capacità di scavalcare la tradizionale contrapposizione tra arte alta e bassa o popolare e soprattutto la dichiarata presenza di un evidente cortocircuito tra i vari Warhol: uomo, artista, imprenditore, scrittore, fondatore di riviste, di televisioni e programmi televisivi, scenografo, regista, produttore cinematografico e musicale, uomo di spettacolo, icona pop”. 

Il genio polimorfico di Andy Warhol è dunque al centro di una grande, spettacolare mostra, prodotta dal MA*GA e da Spirale d’Idee di Milano, in collaborazione con la città di Gallarate. Curata da Maurizio Vanni ed Emma Zanella, Direttore del MA*GA, si sviluppa negli spazi del Museo gallaratese e della Porta di Milano dell’aeroporto di Malpensa. L’intero allestimento è firmato dalla scenografa Margherita Palli, che vanta prestigiose collaborazioni con il Teatro alla Scala di Milano e la Biennale d’Arte di Venezia. Ben 200 opere-icona sono arrivate dal The Andy Warhol Museum di Pittsburgh per l’antologica, che, inaugurata il 22 gennaio e visitabile fino al 18 giugno 2023, intende rendere il giusto omaggio alla grandezza di un artista poliedrico e geniale. Vero nome del noto artista, nato a Pittsburgh nel 1928 da modesti immigrati slovacchi, era Andrew Warhola: avviatosi giovanissimo alla carriera di disegnatore di prodotti della pubblicità noti, come la Coca Cola o Le Campbell’s Soupe o di importanti riviste come Vogue, Harper’s Bazaar, Seventeen, ha saputo condurre la sua professione ed esistenza verso un universo creativo del quale era allo stesso tempo ideatore, regista e protagonista assoluto.

Si occupasse di pubblicità, di ritrattistica pittorica o fotografica, di video, nella sua rinomata Factory, lo studio di New York aperto nel ‘63 sulla 47esima Strada, ornato di specchi e d’argento, in onore alle escursioni astronautiche nello spazio, dove si lavorava e discuteva di pittura, di musica, di grafica, di dischi o di libri o delle sue autobiografie, di cui era anche editore e di tanto altro ancora, la cifra stilistica di Andy, riconoscibile subito, creava sempre empatia nel grande pubblico. Un pubblico che si avvicinava a lui e alla sua arte per l’immediatezza del messaggio e l’essenzialità del contenuto. “Seguo sempre la cosa più facile – scriveva – perché se è la più facile è anche la migliore”. Né si allontanava da lui, se lo stesso sottolineava i principi della riproducibilità dell’arte, sino a farla diventare seriale e considerarla un prodotto commerciale. Proprio la prima parte del percorso espositivo del MA*GA propone il confronto tra alcuni disegni privati e i primi bozzetti pubblicitari degli anni ‘50 del ‘900. “Già questi suoi lavori – sottolinea Zanella – dicono molto di un artista colto e riflessivo, che conosce la tradizione, esegue le immagini con una linea semplice finto-infantile in grado di creare leggere silhouette a china, a matita, i cui vuoti parlano quanto i pieni e i riempimenti.

Dicono soprattutto di un giovane artista che precocemente esce dagli schemi affrontando l’immagine pubblicitaria in modo non convenzionale, con immediatezza, tagliandola, ingrandendola, facendola diventare viva nella sua incompiutezza. In questi primi anni ‘50 mette a punto la tecnica della Blotted line”. Con disegno, inchiostro di china, stilografica e stampa su carta assorbente, Andy realizza infatti una serigrafia semplice, ante litteram, che gli consente di trarre molte copie dall’originale. È in questo periodo che si evidenzia l’interesse dell’artista per quel nuovo mondo, la società dei consumi, in quegli anni gravitante intorno a tutto e a tutti: dove, motore fondamentale e fondante del vivere sociale e della riconoscibilità, sono proprio i codici pubblicitari che affiancano e spingono la produzione industriale americana. Ed è da questa connection che parte la sua ricerca seriale, sviluppatasi poi attorno a dei cicli famosi, come quelli in mostra: Flowers, Campbell’s Soup, Death & Disasters. Dove non mancano neppure i ritratti delle celebrità di Hollywood, come Marilyn Monroe, il cui viso appare in una serie infinita di variazioni tecniche e cromatiche destinate, anche queste, a renderla immortale. O della politica: Da Mao Tsè-Tung a Jacqueline Bouvier Kennedy. O del bel mondo: con tante teste coronate, in primis Grace Kelly e Lady Diana. O la serie Ladies and Gentlemen.

La tecnica utilizzata da Warhol per i ritratti era quella fotoserigrafica, poi gli stessi venivano manipolati con segni forti, larghe pennellate e chiazze variopinte. Di grande interesse in mostra sono anche le copertine dei dischi di musica cui Warhol riservò sempre la sua attenzione di grafico ed editore, a partire dagli anni ‘50 e per tutta una vita. Dalla musica classica, al jazz degli anni ‘40 e ‘50, alle conosciutissime cover dei Velvet Underground e Nico, dei Rolling Stones, di Liza Minnelli, Aretha Franklin, Loredana Bertè. Importante, infine, l’attenzione riservata ai filmati Empire (1963) e Kiss (1964), visibili in versione integrale. Il percorso espositivo si completa alla Porta di Milano dell’aeroporto di Malpensa, con un video wall dedicato a inediti dell’Andy Warhol Tv e ad un’installazione spettacolare.Quest’ultima, novità assoluta della mostra del MA*GA, riproposta e offerta in forma immersiva, consente di vedere per la prima volta in Italia il video filmato nel 1966 dal fotografo e regista americano Ronald Nameth dedicato allo spettacolo “Exploding Plastic Inevitable”, una performance di Warhol con i Velvet Underground e Nico rappresentata in diverse città degli Usa. Da New York a Los Angeles, da San Francisco a Chicago, a Provincetown.

Si trattava, come si spiega in mostra, “di una vera e propria performance mixmediale antelitteram, che vedeva Warhol manipolare le luci e l’immagine dell’ambiente, per sperimentare e ricreare un paesaggio psichedelico immersivo e le esperienze visive dell’acido lisergico, mentre i Velvet e Nico si esibivano dal vivo completamente vestiti di bianco, fungendo da supporto mobile per le proiezioni di film e diapositive, con varie immagini e colori”. Una mostra dunque ricca, intrigante negli spunti di riflessione offerti e decisamente calata in una realtà in continuo divenire. Che offriva ai suoi più intraprendenti e coraggiosi protagonisti sempre novità, pur nelle dissonanti differenze sociali e nelle avversità e crudeltà che ogni momento storico incarna. Di queste avversità e dissonanze di vita, che aveva voluto e saputo affrontare, Warhol era stato dapprima umile figlio, poi compagno scanzonato e ironico, infine magico dominus. A servizio sempre della fantasia e della libera creatività. Warhol moriva nel 1987 in un ospedale di Manhattan, dopo un intervento chirurgico. A distanza di anni, la sua arte continua ad essere viva e attuale ai nostri occhi. In ogni oggetto di consumo quotidiano come in ogni sguardo dei protagonisti da lui celebrati.  

 

ANDY WARHOL SERIAL IDENTITY

Museo MA*GA, via Egidio de Magri 1, Gallarate e Aeroporto di Malpensa 
Dal 22 gennaio al 18 giugno 2023

Da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 18.00
Sabato e domenica, dalle 11.00 alle 19.00
Tel. 0331 706011
Con il patrocinio della Regione Lombardia e il sostegno di Ricola, Sea e Missoni main partner 

Il catalogo bilingue in inglese e italiano con testi dei curatori Emma Zanella e Maurizio Vanni e autori vari, è di Nomos Edizioni

 

La convenzione con Confindustria Varese

Il Museo MA*GA di Gallarate offre alle imprese associate a Confindustria Varese, insieme ai dipendenti e ai familiari, la possibilità di acquistare a condizioni di favore i biglietti di ingresso alla mostra “Andy Warhol. Serial Identity”. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.confindustriavarese.it, alla sezione “Convenzioni”.



Articolo precedente Articolo successivo
Edit