Dai classici Monopoly e Risiko, fino ad arrivare ai game di ruolo online: un mondo creativo e fantasioso in continua espansione, che non sembra conoscere crisi. Come spiega il bustocco Luca Borsa che, di professione, inventa e progetta nuovi giochi di società

Avete  presente il Monopoly e il Risiko? Due grandi classici nel panorama dei giochi di società. Ma se il termine di paragone fosse la musica, sarebbe come parlare di Nilla Pizzi e Claudio Villa. Insomma, grandi protagonisti del passato che contano ancora parecchi estimatori, in un panorama contemporaneo però completamente rivoluzionato nei titoli, nei gusti, ma soprattutto nella varietà. Poiché quello dei giochi di società è un settore in grande espansione e che non ha certo avuto “bisogno” della clausura da Covid-19 per esplodere. Stiamo parlando, sulla base delle stime economiche, di una crescita annuale ancora a 2 cifre. E per dare un’idea del potenziale del comparto ludico “da tavolo” basta citare Asmodee, editore e distributore francese (conta anche una divisione in Italia) di giochi da tavolo, di carte e di ruolo, capitalizzata per 1 miliardo e 400 milioni di euro. Ma non solo. Le stime dicono che ogni anno vengono messi sul mercato circa 5.000 nuovi giochi di società. Inoltre, gli eventi fieristici organizzati richiamano centinaia di migliaia di appassionati. In Italia un esempio su tutti è il Play Festival di Modena, che ha registrato più di 50mila presenze nell’edizione 2019.

Via il coperchio: iniziamo a giocare

In ogni scatola c’è un mondo. E quello dei giochi di società è un universo che sta diventando grande. E che, in grande parte, è ancora tutto da scoprire. Chi parla è Luca Borsa, ingegnere civile di formazione e game designer di professione, ovvero inventore di giochi di società. È di Busto Arsizio e la sua passione per i giochi di società nasce quand’era bambino, con un gioco, “Carriere”, diffuso negli anni ‘70 e che Borsa ancora custodisce: “L’ho sempre trovato più affascinante del Monopoly”. Ma da “Carriere” ai giorni nostri di giochi ne sono passati tantissimi, alcuni sono diventati dei must, altri hanno deluso le attese e sono stati dimenticati. Ma la riscoperta di quanto sia bello sedersi attorno a un tavolo con gli amici o i famigliari, aprire una scatola, spiegare un piano di gioco, studiare un regolamento e misurarsi con avversari in carne ossa, secondo Luca Borsa, non è legata agli stili di vita casalinghi imposti dal Coronavirus. “È vero – spiega il game designer – che la gente, avendo più tempo, ha anche rispolverato i giochi in scatola o ne ha scoperti di nuovi. Ma sono anni che questo mondo regala soddisfazioni e innovazioni”.

Quando la fantasia anticipa la realtà

E se la clausura da Covid-19 non ha influito più di tanto sulla crescita del popolo dei giochi in scatola, ha invece contribuito a modificare i luoghi: i tavoli attorno a cui trovarsi, da reali sono diventati virtuali. “Sotto questo aspetto – spiega Borsa – si è in effetti registrato un incremento significativo. E se ci pensiamo, esistono giochi che si adattano perfettamente anche alla rete. Il più semplice è quello delle categorie ‘cose, animali, nomi’. Ma oggi lo sviluppo della tecnologia ha abbattuto moltissime barriere e online si possono disputare partite anche di giochi più strutturati e complicati”. Esistono, infatti, piattaforme che si sono sostituite a tavoli e sedie tradizionali e che in tempi di crisi sanitaria hanno dovuto mettere mano ai propri server, per potenziarli e poter soddisfare i giocatori connessi. “È stato il caso di Border Game Arena – continua Borsa – che ha registrato picchi di oltre 20mila persone connesse contemporaneamente”. Ma prima che il digitale incontrasse una scatola da gioco tradizionale, sul mercato mondiale è apparso un gioco che, possiamo dire ha anticipato la realtà dell’epidemia. “Pandemic”, uscito nel 2007, ha come scopo quello di debellare 4 malattie potenzialmente letali dal mondo, ognuna delle quali imperversa in una specifica zona della terra. “Tra i giochi di cooperazione è uno di quelli che ha avuto più successo – dice Borsa –. In questo caso i player non sono avversari, ma devono allearsi per sconfiggere il gioco stesso”.

I segreti del successo

Uno dei segreti del successo di un gioco, non è tanto dovuto al tempo libero da riempire, quanto piuttosto e in senso generale, al fatto che, accanto all’aspetto ludico, c’è una parte meno evidente ma altrettanto stimolante legata all’apprendimento di tutta una serie di competenze. Come ad esempio il rispetto delle regole o semplicemente del proprio turno, “utili e che danno soddisfazione ai più piccoli ad esempio”, spiega Borsa oppure lo sviluppo di strategie che, nei giochi più sofisticati, intrigano i giocatori più adulti. “Oltre al fatto – continua Borsa – che un gioco di società diventa anche uno strumento che facilita la relazione tra avversari e, se giocato in famiglia, tra genitori e figli”.

Asmodee, editore e distributore francese di giochi da tavolo, di carte e di ruolo è capitalizzata per 1 miliardo e 400 milioni di euro. Le stime dicono che ogni anno vengono messi sul mercato circa 5.000 nuovi giochi di società

Proprio le regole di un gioco poi sono la croce e delizia per tutti. Ovvero per chi come Luca Borsa li inventa, “poiché il trucco, se così si può dire, è quello di ideare un gioco bello e avvincente, ma che funzioni in ogni suo aspetto. E per farlo è necessario stilare un regolamento che non contempli contraddizioni, ma che soprattutto preveda ogni aspetto”. Regolamenti da “decifrare” per chi per la prima volta si cimenta: “In passato questo era lo scoglio più complesso da superare. Oggi invece un aiuto importante per i giocatori arriva dalla rete. Ormai esistono blog, siti e video tutorial che spiegano passo dopo passo le regole di qualsiasi gioco. Ma che aiutano soprattutto i neofiti a trovare il gioco che fa per loro”.

La top 5 di Luca Borsa

Nel mare magnum dei giochi da tavolo non è semplice orientarsi e può succedere, dopo aver aperto una scatola con grandi aspettative, di restare delusi e riporre quindi il game nel proprio scaffale e nel dimenticatoio. Senza magari averne esplorato le grandi potenzialità ludiche che rimangono così nascoste. Luca Borsa, che questo mondo lo naviga ormai da qualche anno e che vanta una trentina di nuovi giochi ideati, ha stilato una sua top 5 personale, che può anche diventare una roadmap, soprattutto per gli esordienti. “Non è una classifica vera e propria – spiega Borsa – poiché non è semplice assegnare le posizioni. Diciamo che tra i giochi che un appassionato dovrebbe avere ci sono Dixit, ormai diventato un classico in Italia e nel mondo; Insoliti Sospetti, che trasforma i giocatori in detective e che mette in gioco anche una parte più psicologica per arrivare a scoprire il colpevole; Quartò, che è una variante più geniale del Tris e continua ad avere una buona longevità visto che è sul mercato da almeno 25 anni; Dobble, un gioco di carte semplice, perfetto anche per i più piccoli e Carcassonne, un game di strategia da milioni di copie vendute nel mondo”.

 



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