Quaker.jpg

Fatturato in aumento per le due divisioni italiane di Quaker, multinazionale americana dell’industria chimica presente a Tradate

Un fatturato in crescita e per il 90% basato sul mercato interno. Due dati che non sempre, anzi quasi mai, vanno di pari passo in un periodo di crisi generale, durante il quale le fortune delle imprese in controtendenza si sono costruite sulle fondamenta dell’export. Eppure è questa la realtà di Quaker, multinazionale americana del settore chimico presente a Tradate, in provincia di Varese, con due divisioni: quella produttiva di Quaker Italia e quella commerciale di Quaker Chemical. In tutto, 50 dipendenti per un giro d’affari di quasi 20 milioni di euro. Il business è quello dei prodotti chimici per il trattamento dei metalli per vari comparti industriali. In pratica, senza aziende come la Quaker motorini, auto, frigoriferi, lavatrici avrebbero tutto un altro aspetto. O forse, non esisterebbero nemmeno. Ecco a cosa serve l’industria chimica. “I nostri clienti - spiega Claudio Caldana, Sales Manager di Quaker Italia - sono realtà come il Gruppo Marcegaglia, Arvedi, Fiat, Cnh, Whirlpool, Electrolux”. È a Tradate che questi colossi industriali si rivolgono per rifornirsi dei prodotti chimici indispensabili alle loro produzioni. “Da una parte - continua Caldana - lavoriamo per il settore siderurgico e, dunque, per i produttori di acciaio e alluminio. Dall’altra riforniamo il settore metalmeccanico che opera sui prodotti finiti a partire dalle automobili e la loro componentistica, fino ad arrivare agli elettrodomestici, i barattoli alimentari, perfino gli aeroplani”.

Quello di Tradate è uno dei cinque siti produttivi che Quaker ha in Europa. Gli altri si trovano in Olanda, Svezia e due in Spagna. Ma la presenza nel mondo è ancora più ampia: 35 i reparti produttivi sul pianeta, per 2mila dipendenti e mercati di riferimenti in 75 diversi Paesi.

“Quaker Chemical - racconta il Sales Manager Italia – è presente sul mercato da 98 anni, ed ha superato diverse situazioni di crisi del mercato (come quella del ’29 o la crisi petrolifera del ’70). La situazione attuale non fa eccezione. La nostra azienda ha una solida strategia a lungo termine e quest’anno in Italia stiamo crescendo. Sappiamo dove vogliamo andare e come arrivarci. Anche se qualche volta dobbiamo adattare la nostra strategia per affrontare sfide a breve termine”. Un punto, però, per Quaker, rimane sempre fermo: “Noi vogliamo mantenere una lunga e forte relazione e partnership con i nostri clienti aldilà di quello che accade fuori dalla nostra azienda. Quando la crisi sarà passata saremo ancora più solidi che in passato”. I nuovi progetti non mancano: “Il nostro gruppo sta continuando a crescere velocemente e, nonostante il periodo di crisi, abbiamo acquisito 11 aziende nel mondo per entrare in nuovi mercati e acquisire nuovi clienti”. E per il sito italiano di Tradate? “Siamo impegnati nell’affacciarci su un nuovo mercato: quello dell’Iran”. Terreno inesplorato fino ad oggi per un’azienda chimica, per via dell’embargo che ha solo da poco allentato la morsa sul  Paese.

Il Gruppo investe un terzo del proprio budget in programmi di sicurezza, salute e ambiente. Per i soli 5 siti produttivi in Europa, tra cui quello tradatese, si parla di 800mila euro

Altro punto su cui Quaker intende investire in Italia è quello del rapporto con il territorio e la comunità. Come dimostrano le iniziative organizzate nel recente passato insieme alle scuole della provincia di Varese (tra cui l’Isiss Geymonat) e l’open day con cui l’azienda ha aperto porte e cancelli di laboratori e stabilimenti ai cittadini di Tradate: “Sono i nostri vicini e per noi è importantissimo far vedere loro come la chimica che facciamo qui da noi sia quella che incontriamo tutti i giorni nelle nostre case e in molti dei beni che utilizziamo quotidianamente”. Quella della Quaker è la chimica che si vuol fare conoscere in maniera trasparente. “Soprattutto vogliamo dimostrare quanto per noi sia importante l’attenzione per l’ambiente”. Iso 14001, oppure Oshas 18001: sigle che ai più non dicono niente, ma che in realtà rappresentano delle importanti certificazione di cui Quaker è in possesso. Tradotto: “Siamo sicuri per noi, per i nostri dipendenti e per gli altri”, spiega Caldana: “Parliamo di certificazioni che indicano il rispetto delle norme internazionali di riferimento che assicurano l’applicazione delle procedure di protezione ambientale e di sicurezza dei lavoratori”. Non solo: “Per quello che riguarda in particolare l’ambiente noi siamo impegnati al 100% a fornire soluzioni e prodotti environmental friendly”.

Per Quaker l’impegno ambientale è sinonimo di impegno sociale: “La nostra filosofia è di comportarci in maniera etica, cercando di fare sempre la cosa giusta, ossia di comportarci come ci comporteremmo a casa nostra, coinvolgendo le comunità locali di cui ci sentiamo parte integrante”.

Un obiettivo perseguito non solo a parole, ma con un’attività misurabile coi numeri: ogni anno i siti produttivi di Quaker nel mondo investono un terzo del loro budget in programmi di sicurezza, salute e ambiente. “Soltanto in Europa, includendo dunque anche il nostro impianto di Tradate - prosegue Caldana - investiamo in quest’azione di sicurezza nei luoghi di lavoro e di tutela dell’ambiente 800mila euro, a dimostrazione quanto questi temi siano importanti per Quaker”.



Articolo precedente Articolo successivo
Edit