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I primi impianti idroelettrici nel Varesotto

L'importanza della centrale di Vizzola Ticino nello sviluppo industriale dell'alto Milanese

L'ingegnere Giuseppe Cipolletti faceva parte dello staff della Società Italiana per Condotte d'Acqua, la principale società italiana del genere che, tra la fine dell'Ottocento e i primi Novecento, realizzò anche in Lombardia e nel Varesotto straordinari impianti per l'uso delle acque. Al suo nome rimane legato il progetto di un ingrandimento, nei suoi primi quindici chilometri, del Canale Villoresi allo scopo di immettervi i 65 mc di acqua di competenza del Naviglio Grande.
Nell'apposita "Memoria" del 1886, che si guadagnò tra l'altro il premio del milanese Regio Istituto Lombardo di Scienze, egli spiegava come quei 65 mc di acqua sarebbero stati restituiti al Naviglio grande di lì a poco, ovvero subito dopo Tornavento dove avrebbero dovuto essere utilizzati per la produzione di energia elettrica con una forza pari a 30.000 cavalli. La sua, utilizzando la stessa morfologia del territorio milanese, costituiva la concreta risposta alle esigenze di tutti coloro che sostenevano la necessità di individuare possibili fonti di energia elettrica a breve distanza, oppure mezzi idonei per trasportarla con bassi costi. Naturalmente si registrò un convinto sostegno degli imprenditori verso questo progetto che avrebbe consentito ai loro opifici di liberarsi dalla costosa dipendenza estera in campo di energia. La stessa Società Italiana per Condotte d'Acqua se ne mostrò così convinta da approntare a spese proprie il relativo progetto. Infine il 6 dicembre 1896 il Governo approvò il decreto con cui concedeva alla stessa il diritto a derivare dal Ticino da 55 a 62 mc di acqua per minuto secondo, prelevandoli dal bacino di presa che la stessa Condotte d'Acqua aveva realizzato per il canale Villoresi e quindi immettendoli in un canale parallelo e adiacente a quest'ultimo. Come ha scritto Silvio Pozzi, "con questo nuovo canale si utilizzava un salto di m. 28 e si creava nel tempo stesso una via facile, sicura e breve alla navigazione fluviale".
Siamo in presenza del completamento e della conseguente razionale utilizzazione di opere in parte già realizzate: il che testimonia la straordinaria e lungimirante capacità progettuale dei tecnici e delle Società che un secolo fa, in un clima fervido e operoso, si attivarono per la creazione di infrastrutture al servizio dell'industria e nel contempo dello sviluppo urbano.
Conseguente a tutto ciò fu in data 12 maggio 1897 la costituzione in Milano della Società Lombarda per la Distribuzione di Energia Elettrica con un capitale sociale iniziale di dieci milioni di lire. L'esecuzione degli imponenti lavori, il cui progetto definitivo venne steso sia per la parte idraulica sia per quella elettrica dall'ingegnere Alessandro Scotti, venne naturalmente affidata alla Società Condotte d'Acqua. La quale si avvalse di diverse imprese appaltatrici, anche varesine, come le ditte Martelli, Mina, Loni e Marzoli. Furono più di duemila gli operai occupati e diretti da uno staff operativo che scelse come sede la villa Della Croce di Vizzola Ticino.
I lavori vennero portati a termine rapidamente e l'opera venne inaugurata nell'ottobre del 1901 con una grandiosa cerimonia alla quale volle presenziare la coppia reale: anche questo fu un preciso segnale del peso che l'industria stava assumendo nella Nazione.
Le caratteristiche tecniche dell'opera allora realizzate sono le seguenti: "L'edificio di presa è costituito da quattro luci larghe ciascuna m. 3, alte m. 3,90, munite di paratoia. Lateralmente ad esse vi è una conca per le barche, necessaria per superare il dislivello, fra i due peli d'acqua, a monte ed a valle, dell'edificio di presa. La lunghezza del canale dal suo inizio alla biforcazione dopo la trincea di Castelnovate è di m. 6 mila circa. L'andamento è parallelo al Canale Villoresi, con una distanza da asse ad asse di m. 26 ed una banchina intermedia di m. 7 di larghezza. Tutto il canale è completamente rivestito in calcestruzzo di cemento. Per la sua costruzione occorse un movimento di terra di più di un milione di mc.".
L'importanza della centrale di Vizzola Ticino nello sviluppo industriale dell'Alto Milanese e lombardo fu subito evidente. Per fare un esempio già nel 1914 si calcolò che essa fornisse al solo territorio gallaratese 8.000 HP, saliti a 14.000 dieci anni dopo. Nel frattempo, testimoniando così anche l'importanza imprenditoriale della Società, si erano aggiunti gli impianti di Turbigo e Castellanza e, fuori dal Circondario, quelli di Mallero, Carona e Poschiavino: una crescita questa dovuta sia allo sviluppo industriale, ma anche al crescente uso di energia elettrica nell'ambiente domestico.
La centrale elettrica di Vizzola Ticino venne in buona parte rinnovata nel 1935 per sostituire tutte le parti murarie, meccaniche ed elettriche diventate logore o antiquate. In 35 anni di onorato servizio erano infatti cambiate nolte cose in questo settore. L'occasione fu propizia anche per commisurare le nuove opere ad una portata di 124 mc al minuto secondo mediante l'ampliamento e la rettifica del canale derivatore, la sostituzione delle condotte, la creazione di un nuovo e più esteso canale di scarico e il completo rifacimento della centrale elettrica.
Nell'immediato secondo dopoguerra, ai precedenti "salti" di Vizzola e Tornavento si aggiunse quello di Turbigo. I lavori iniziati nel 1946 trovarono conclusione nel 1949.

03/06/2000

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