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Business Park a Gallarate

Su un’area di quasi due milioni di mq, la metà dei quali preservati a verde, un intervento urbanistico che proietta Gallarate nel futuro. Per massimizzare gli effetti della prossimità a Malpensa. Sul cui futuro il sindaco Mucci è pronto a scommettere.

Nella foto di queste pagine, l'area destinata al Business Park
Un progetto ambizioso, che cambierà il volto di Gallarate. Ma anche molto altro: servizi, terziario, spazi per il residenziale e un’area verde di quasi un milione di mq. È il Businnes Park di Malpensa, infrastruttura prevista nella legge 10 del 1999 varata dalla Regione Lombardia, una di quelle opere che avrebbe dovuto fornire servizi allo scalo della brughiera e che fino ad ora è rimasta lettera morta. Negli ultimi mesi però si è sbloccato qualcosa, il Comune di Gallarate guidato da Nicola Mucci ha dato una netta sterzata rispetto ai progetti e alle idee del passato, portando la proposta di variante urbanistica al piano d’area in Commissione Territorio e dando il via all’iter burocratico per l’approvazione.
Già incassati i pareri positivi di Regione Lombardia e Parco del Ticino, c’è da discutere la valutazione ambientale strategica (Vas) con enti ed associazioni coinvolti e poi portare il tutto in consiglio comunale. "Un ponte sul futuro della città” lo ha definito Mucci, che auspica l’approvazione entro la fine del 2008 per poi aprire i cantieri e terminare nel 2012: i numeri in consiglio comunale ci sono tutti e, nonostante i pareri non entusiastici dell’opposizione e dei movimenti ambientalisti, la maggioranza gallaratese non dovrebbe trovare ostacoli. Il piano stilato dal primo cittadino e dalla sua squadra, guidata dall’assessore all’Urbanistica Massimo Bossi, prevede un intervento su un’area totale di 1.896.000 mq (ambiti di riqualificazione ambientale 29%, ambiti di trasformazione 36%, ambiti di riqualificazione di insediamenti esistenti 21%, viabilità 14%), un’area verde da 900 mila mq a sud, sul confine con Busto Arsizio e Samarate, un grande polo terziario direzionale con servizi a imprese e persone a nord, il completamento della circonvallazione da via Aleardi fino a largo Boccherini che permetterà di avere un’alternativa al trafficatissimo viale Milano per l’attraversamento della città. Inoltre, la scelta dell’amministrazione comunale di non prevedere centri commerciali e grandi esercizi di distribuzione: negli anni scorsi era circolata l’ipotesi outlet, bocciata dalla linea decisa dal Comune. Ci potrà essere solo un esercizio di media grandezza già in possesso di una licenza ad operare in città, aspetto questo che ha scatenato una querelle legale che vede contrapposto il Comune e le Coop, proprietarie di un’area proprio a ridosso della statale 336, nel bel mezzo del Businnes Park, non edificabile però secondo la nuova variante urbanistica.
L’opera pubblica è complessa e prevede grandi investimenti da parte dell’amministrazione comunale: 8 milioni per un nuovo polo scolastico, 5 milioni per la nuova viabilità, 1 milione per il nuovo parco urbano a nord, 3 milioni per la riqualificazione ambientale e la riforestazione, per un totale a carico dell’amministrazione di 17 milioni di euro. I fondi saranno reperiti con un mezzo consueto a Gallarate, quello dei piani integrati di intervento, con la clausola che chi vorrà costruire dovrà essere in possesso di almeno 30 mila mq tra l’area nord e l’area sud. Tutto inserito nel nuovo piano di governo del territorio, documento che sta prendendo forma in parallelo e che dovrebbe vedere la luce nel giro di un anno. Complessivamente si parla di 150 mila mq destinati al terziario, 60 mila al residenziale, altrettanti alla logistica industriale, 10 mila ai servizi, 900 mila di area verde a sud, 14 mila di parco cittadino a nord e altri 30 mila di parco inseriti in un nuovo polo scolastico che andrà a sostituire quello di Madonna in Campagna, senza dimenticare la riqualificazione dell’area della 336, oggi quasi abbandonata a sé stessa. La previsione è di assorbire tra i 2 mila e i 2.500 nuovi posti di lavoro e di conseguenza di "accogliere” nuove strutture produttive e centri direzionali di prestigio, che a quanto si dice avrebbero già manifestato interesse per il progetto. C’è poi la volontà del Comune di portare una scuola d’istruzione superiore a Gallarate; una parte è poi riservata all’eventuale costruzione del polo ospedaliero con Busto Arsizio, argomento ancora in fase di embrionale discussione. Nell’area di via Aleardi infine verrà realizzato da Amsc, la società multiservizi comunale, un impianto per la produzione di energia da distribuire in tutta la zona tramite il teleriscaldamento.
Tra i pilastri individuati dal Comune di Gallarate la valorizzazione dell’ambiente, con il vincolo ad area verde in totale di 1 milione di mq in un’area giudicata di grande valore dal Parco del Ticino. Tutta la zona, nell’idea dell’amministrazione gallaratese, dovrebbe diventare una sorta di biglietto da visita per la città: abitazioni e alberghi di pregio in un territorio chiave che connette Malpensa, la fiera di Rho-Pero e Milano. In sostanza il Comune di Gallarate sta cercando di raccogliere al volo l’opportunità che potrebbe arrivare dall’Expo del 2015, un’occasione che nessuno vuole farsi scappare.

Mucci: un progetto fondamentale per lo sviluppo della città

Il Businnes Park fa rima con Malpensa. Un argomento che definire caldo in questo periodo è a dir poco riduttivo. I venti di AirFrance, maggior candidata all’acquisto della ex compagnia di bandiera, soffiano e minacciano di spazzare via centinaia di voli dallo scalo della brughiera, facendo sparire di conseguenza migliaia di posti di lavoro e altrettanti milioni di euro. C’è preoccupazione, ma anche fiducia che tutto potrebbe rientrare: "La crisi di Governo apre nuovi spiragli, e poi fasciarsi la testa prima del danno non serve a nulla”, commenta Nicola Mucci, primo cittadino di Gallarate che crede molto nel progetto che rivoluzionerà l’area della statale 336. "La legge 10 del 1999 prevede il Businnes Park come infrastruttura fondamentale per lo sviluppo dell’aeroporto, al pari delle opere viabilistiche e di connessione - prosegue Mucci -. Noi crediamo che Malpensa possa farcela a risollevarsi e dobbiamo essere pronti a garantire servizi e strumenti per le imprese che da qui, territorio fondamentale per l’economia del Paese, non se ne andranno. Anzi, continuano ad arrivare manifestazioni di interesse di grandi aziende che proprio a Gallarate potrebbero portare i propri centri direzionali e di produzione”. Mucci è sulla stessa lunghezza d’onda del presidente di Sea Giuseppe Bonomi: serve tempo, tre anni almeno, ma il territorio ce la può fare ad assorbire la perdita derivata dalla partenza di Alitalia. "Il futuro di Malpensa e quello del Businnes Park vanno inevitabilmente di pari passo - prosegue Mucci -. A marzo potrebbe esserci il sì per l’Expo 2015 a Milano, momento centrale per lo sviluppo di tutta la realtà che ruota attorno alla metropoli, noi compresi: i tempi sono compatibili, potremmo finire proprio a ridosso dell’Expo. Abbiamo elaborato una proposta intelligente, variegata, che può offrire servizi utili ad aeroporto, industrie locali, cittadini di Gallarate e non solo. Mi auguro che tutti ne colgano l’importanza: è un progetto fondamentale per lo sviluppo della città”.

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