Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

L'energia diventa federale: le scelte della Lombardia

La riforma costituzionale dello scorso autunno ha decentrato i poteri su produzione, trasporto e distribuzione. Entro giugno all'esame del Pirellone la nuova legge regionale.

La svolta è ormai avvenuta: la riforma che ha cambiato in senso federale la Costituzione approvata con il referendum dello scorso autunno ha tolto al Governo il ruolo centrale nella gestione della politica energetica passando il testimone alle Regioni.
A Milano, negli uffici del Pirellone si sta studiando con attenzione il testo che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 246 del 24 ottobre 2001 in tema di rapporti fra le competenze dello Stato e degli enti locali. Il nuovo articolo 117 della nostra Carta fondamentale divide, infatti, la legislazione italiana in tre categorie: la competenza dello Stato rimane esclusiva soltanto nella prima (politica estera, difesa, tributi, moneta, ordinamento civile e penale, tutela dell'ambiente…); la seconda categoria, definita di "legislazione concorrente", prevede, invece, che spetti alle Regioni la potestà di legiferare, a esclusione che per la determinazione dei principi fondamentali; nell'ultimo caso, infine, è stabilito che appartenga in toto alle Regioni la competenza a legiferare per tutti quegli argomenti non espressamente riservati allo Stato.
Entrando nel merito, la politica energetica è tra gli argomenti di "legislazione concorrente": l'articolo 117 così ridefinito, in particolare, parla di "…produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia elettrica" come di materia sulla quale è l'ente regionale a dover legiferare, fatti salvi i principi cardini stabiliti a livello centrale. "Ma noi non sappiamo ancora con precisione, a ormai tre mesi dal referendum, che cosa possiamo e cosa non possiamo fare sul piano operativo" precisa con una punta d'amarezza Paolo Alli, Direttore Generale dell'Assessorato all'Energia della Regione Lombardia: "La norma costituzionale sancisce un principio che, però, è da declinare in termini concreti. E qui, neppure gli studiosi del diritto sono concordi".
Al Pirellone, peraltro, una scelta è stata fatta: "Sì, vogliamo interpretare questo principio come una responsabilità in più rispetto a una materia che è di grande rilievo per il nostro territorio, vista l'importanza del sistema imprenditoriale lombardo". Aziende che ancor oggi lamentano un eccesso di costi energetici di circa il 30% rispetto ai principali concorrenti europei. Una situazione che pesa gravemente sulla loro competitività. Tanto più che un rapporto elaborato dall'Agenzia Internazionale dell'Energia dell'Ocse evidenzia come nel mondo la domanda di energia sia destinata ad aumentare addirittura del 57% entro il 2020.
E sarà la richiesta d'elettricità ad avere il più alto tasso di crescita fra tutti gli usi finali d'energia: con un tasso medio annuo del 2,8% il suo consumo raddoppierà.
"La nuova normativa lombarda dovrà, quindi, rispondere a delle esigenze di alto profilo. Proprio in queste settimane stiamo sviluppando lo studio tecnico - spiega Paolo Alli - e conto che il provvedimento possa essere sottoposto all'attenzione del Consiglio Regionale entro la prima metà dell'anno".
In questo contesto, andrà valutato attentamente il problema della produzione d'energia.
Attualmente la Lombardia è una forte importatrice, ma ci sono richieste di installare nuove centrali termoelettriche per 10 mila megawatt che da lungo tempo giacciono bloccate negli uffici del Ministero dell'Industria: "La cifra di 10 mila megawatt mi pare enorme, non realistica. E' certo, comunque, che dovremo valutare l'ipotesi di dar vita a nuove centrali termoelettriche, considerando sia il fabbisogno energetico regionale, sia l'impatto ambientale sulle aree interessate".
Un altro problema è, poi, quello della distribuzione dell'energia prodotta: "Puntiamo sulla razionalizzazione della rete esistente, ma pure sulla realizzazione di nuovi elettrodotti, anche di scambio con l'estero, la Svizzera soprattutto".
Tutto questo per garantire una più adeguata disponibilità d'energia alle imprese e ai cittadini lombardi.
Ma per i costi? Che cosa si potrà fare, alla luce pure della nuova situazione a livello costituzionale?
"Occorre entrare in un rapporto dialettico con l'Authority per far pesare la nostra voce anche in tema di tariffe. Ogni Regione ha le sue esigenze: vanno rispettate!".

01/18/2002

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa