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Una crescita non effimera

Vittorio GandiniI risultati dell'economia nel 2006 indicano che il nostro paese ha imboccato una via di crescita dopo parecchi anni di sostanziale stagnazione. Il Pil è salito del 2%, quando la previsione era stata dell'1,6%, corretta all'insù sul finire dell'anno, non oltre però l'1,8%. Un risultato oltre le aspettative, dunque, che lascia ben sperare per il 2007, per il quale le più recenti previsioni della Commissione Europea stimano una crescita al 2%.
Un altro riflesso positivo della crescita è che il rapporto tra deficit pubblico e Pil - uno dei famosi parametri di Maastricht - grazie alla crescita del secondo fattore dovrebbe consentire un più veloce rientro nella soglia, canonica, del 3%. Per il 2006, la previsione diceva che l'Italia avrebbe sforato quel parametro dello 0,6%. Ne consegue che potrebbe avvicinarsi anche il momento di diminuire la pressione fiscale.
Anche le esportazioni verso i paesi non comunitari è in via di miglioramento. Nel dicembre 2006 sono cresciute del 12,3%, il valore più alto dal 1993. Certo, sono cresciute, ancor di più, le importazioni. Soffriamo, strutturalmente, la nostra dipendenza dall'estero per le fonti di energia e la nostra bilancia commerciale rischia così di essere stabilmente in rosso, ma la ripresa delle esportazioni è un buon segnale. E lo è soprattutto in provincia di Varese, dove l'andamento della bilancia commerciale è invece di segno positivo. Nei primi nove mesi del 2006 (ultimo dato noto) le esportazioni sono cresciute in valore del 9,2% e le importazioni del 5,7% con un saldo positivo di 1,860 milioni di euro. Nel complesso, il nostro saldo commerciale è aumentato del 18% rispetto agli stessi primi nove mesi del 2005: un dato che conferma il buon contributo fornito da questo territorio alle sorti della bilancia commerciale del paese. E così anche il ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria, in provincia di Varese, è diminuito nel 2006 del 45% rispetto al 2005. Va peraltro osservato che sarebbe comunque fuori luogo cantare vittoria perché, se in Italia il Pil è cresciuto nel 2006 del 2%, nella media dei Paesi dell'Unione Europea esso è cresciuto del 2,7%. Sappiamo bene quanto contano i numeri percentuali in questo campo e uno 0,7 fa una bella differenza.
Maggioranza e opposizione si sono sfidate, commentando i dati nazionali, nel prendersi ciascuna il merito dei risultati. La maggioranza ha affermato trattarsi dei primi effetti della nuova politica economica. La minoranza, degli effetti invece della politica dei quattro anni precedenti. Per buona pace di tutti, i risultati ottenuti sono, in larghissima parte, merito delle imprese, che dimostrano di aver saputo reagire a quella prospettiva di declino che solo poco tempo fa sembrava condannare l'Italia. Certo, restano i problemi legati alla erosione della competitività, ma oggi possiamo dire che le imprese italiane e varesine, in particolare, stanno confermando la capacità di avere successo grazie all'innovazione, alla qualità dei prodotti, al loro dinamismo internazionale. Motivo, questo, per confidare che la crescita possa continuare.

02/23/2007

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