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Un archivio del cinema industriale

All'Università Carlo Cattaneo-Liuc opera dal 1998 l'Archivio del cinema industriale e della comunicazione d'impresa. Nel sito Internet, il catalogo generale del cinema industriale e il catalogo di Carosello.

La creazione di un archivio delle imprese italiane attraverso le espressioni della loro comunicazione. E' questo l'obiettivo del centro di documentazione fondato nel 1998 dall'Università Carlo Cattaneo e da Confindustria, cui ha successivamente ha aderito un altro prestigioso istituto, il Centro Studi per la Documentazione Storica ed Economica dell'Impresa, con sede a Torino, presieduto da Valerio Castronovo, docente universitario e massimo studioso della storia dell'impresa In Italia. “Archivio del Cinema Industriale e della Comunicazione d'Impresa” - questa la denominazione del centro che ha la sua base operativa nell'Università castellanzese - raccoglie in copia (attraverso un processo di digitalizzazione), restaura e gestisce la documentazione visiva, audiovisiva e sonora prodotta da e per conto di imprese industriali italiane a fini tecnici, divulgativi, didattici o pubblicitari, costituita principalmente da film industriali, comunicati commerciali, a partire a partire dal XIX secolo fino ad oggi.
Il materiale raccolto viene poi valorizzato in una serie di eventi rivolti al pubblico, con la finalità di diffondere la conoscenza della storia e della cultura d'impresa. L'archivio offre inoltre, presso la propria sede, servizi di consultazione e (ove possibile) di riproduzione, rivolti a studiosi e imprese. Recentemente l'Archivio ha iniziato a valorizzare, attraverso il riversamento su supporto informatico, anche fonti archivistiche tradizionali (quali le Carte Tito Burgi), con l'intento di costituire uno spazio virtuale dedicato alla documentazione storica relativa alle imprese dell'alto-milanese.
Dalla sua fondazione l'Archivio ha intrapreso l'opera di trasferimento su supporto digitale dell'intera cineteca di Confindustria. Il fondo, che raccoglie circa 1500 titoli (di cui l'Archivio ha già acquisito oltre 600 filmati), rappresenta probabilmente la principale raccolta italiana di filmati industriali e il riversamento in formato digitale dei documentari su pellicola, attraverso il processo di telecinema, permette la conservazione dei contenuti e una loro più facile divulgazione attraverso formati di riproduzione più facilmente fruibili rispetto agli originali (Dvd, Vhs, Cd-rom). Al nucleo originario della cineteca Confindustria si sono inoltre aggiunti negli anni altri fondi di documenti, già acquisiti o in corso di acquisizione (cineteca personale di Giovanni Cecchinato, fondo cinematografico Archivio Breda, fondo Damicelli-Innocenti).
Parallelamente all'opera di ricerca e di acquisizione di nuovo materiale, l'Archivio amplia e gestisce il Catalogo generale del cinema industriale, ospitato all'interno del proprio sito web. Il Catalogo viene costantemente aggiornato e ammonta attualmente a circa 6.500 titoli. Nello stesso sito è anche presente un catalogo di Carosello che contiene schede relative a tutti gli episodi della celebre trasmissione pubblicitaria della Rai.
Grazie a un contributo della Provincia di Varese, l'Archivio ha realizzato un Cd-rom multimediale dedicato ai musei industriali presenti sul territorio varesino. L'Archivio organizza inoltre periodicamente, presso l'Università Cattaneo, convegni su tematiche particolari nell'ambito dell'approfondimento dello studio della comunicazione e della storia delle imprese italiane. La formula abituale delle “Giornate del Cinema Industriale” è quella di raccogliere attorno al tema scelto studiosi di varie discipline e di offrire un punto focale alla discussione attraverso la presentazione di filmati, in massima parti “inediti”, recentemente acquisiti dall'Archivio o forniti dalle stesse imprese. Le edizioni finora realizzate hanno visto la collaborazione di Fiat, Barilla, Ferrero, Alfa Romeo, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, Branca, Negroni, Eni.
Ultima di tali Giornate è stata quella dedicata a “Edison: il carbone bianco in Lombardia (1884-1963). L'industria elettrica è uno dei pochissimi settori (insieme all'automobile) in cui l'Italia non abbia scontato un “ritardo” rispetto ai paesi europei più avanzati: nel 1883 venne avviata a Milano la prima centrale elettrica del continente, posizionando il nostro paese - e in particolare la Lombardia - su quella che era la frontiera tecnologica della new economy del tempo.
La crescita dell'impresa si legò successivamente allo sviluppo dello sfruttamento dell'energia idroelettrica - quello all'inizio del Novecento che veniva definito “il carbone bianco” - e fu quindi un fenomeno profondamente radicato nel territorio lombardo, sia per quanto riguarda l'impiego di risorse fisiche per la produzione elettrica (con la costruzione dei grandi bacini, a partire dagli anni trenta) sia per il contributo decisivo del capitale sociale lombardo (imprenditori, ingegneri, mondo della finanza).
L'affermazione dell'industria elettrica implicò anche un notevole problema di comunicazione, soprattutto nel secondo dopoguerra, quando il paradigma tecnologico idroelettrico era sfidato dalla rivoluzione energetica legata allo sviluppo degli idrocarburi e - sul piano politico - veniva messa in discussione la legittimità dell'industria elettrica privata. All'inizio degli anni cinquanta, grazie alla creatività di Ermanno Olmi, il lavoro della Edison veniva documentato minuziosamente nei cortometraggi, che dal 1955, con la nascita della Sezione Cinema Edisonvolta, entrarono integralmente a far parte delle strategie di comunicazione dell'impresa, sia nei confronti dei propri dipendenti che del più vasto ambiente esterno.

05/11/2007

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