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Le difficoltà dietro l'angolo, gli imprenditori fanno proposte

I numeri della provincia di Varese sono rassicuranti, ma le difficoltà del sistema investono anche quest'area. L'Unione Industriali ha consegnato al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, un documento con suggerimenti di politica industriale e territoriale. Obiettivo: una Lombardia dove sia importante fare impresa.

Il presidente dell'Unione degli Industriali Alberto RibollaLa provincia di Varese basa la sua economia su un'elevata specializzazione industriale.
Si tratta di un'industria con una forte specializzazione nei beni strumentali e nei processi di trasformazione che ha saputo affiancare produzioni di punta in settori tecnologicamente avanzati - aeronautico, elettrodomestico, farmaceutico - e contemporaneamente sviluppare una ampia produzione di beni di consumo nel sistema moda - confezioni ed occhiali - nel sistema alimentare e nella produzione grafica. L'importante presenza industriale, che da sempre caratterizza il territorio ha permesso di raggiungere un livello di benessere diffuso che si misura non solo nei dati del valore aggiunto pro capite, ma anche nel circuito virtuoso che porta questa provincia, con poco più di 800.000 abitanti, pari ad appena l'1,4% della popolazione nazionale, a realizzare l'1,6% del valore aggiunto nazionale: percentuale che sale al 2,4% se si considera il valore aggiunto di natura industriale e raggiunge il 2,6% del totale delle esportazioni nazionali. I numeri della provincia di Varese sono certamente rassicuranti ed in un periodo di incertezze e di difficoltà tali numeri fanno tirare un sospiro di sollievo. Breve però, perché le difficoltà sono appena dietro l'angolo. Sono difficoltà legate all'elevata volatilità dei cicli produttivi, alla trasformazione degli assetti competitivi su scala internazionale, all'accelerazione del cambiamento nel modo di produrre, alle fluttuazioni valutarie e dei prezzi delle materie prime, tutti fattori che stanno inducendo importanti riassetti anche nel tessuto produttivo locale. Un esempio è dato dalla fase di profonda trasformazione collegata al processo di "selezione competitiva" che sta attraversando il settore tessile-abbigliamento. Altri comparti stanno vivendo rallentamenti congiunturali anche se, nell'insieme, il tessuto produttivo varesino mantiene una capacità di crescita assicurata anche da presenze produttive di eccellenza. Sono difficoltà evidenti, ma non insormontabili, che pongono tuttavia il problema concreto di individuare azioni e strumenti che aiutino il sistema economico a rafforzarsi e passare indenne attraverso questo periodo di trasformazione economica.
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni
Per intraprendere la strada giusta verso il rafforzamento del sistema economico varesino, il tessuto produttivo deve essere sostenuto, il territorio modernizzato ed il capitale sociale della provincia di Varese rinforzato.
Il Presidente dell'Unione Industriali, Alberto Ribolla, crede fermamente nelle potenzialità di questo territorio e in occasione della visita a Varese del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, gli ha consegnato un documento con una serie di suggerimenti concreti per interventi di politica industriale e di politica del territorio che potrebbero, se attivati, dare una migliore prospettiva alla regione e alla stessa provincia di Varese.
Il territorio varesino, si legge nel documento, ha raggiunto nel tempo elevati livelli di benessere e qualità della vita grazie a un tessuto economico fortemente caratterizzato dalla presenza di uno sviluppo industriale particolarmente denso e multi-specializzato e dall'essere perno di un bacino di consumo tra i maggiori in Europa.
Tuttavia i cambiamenti del contesto competitivo, l'allargamento dei mercati, le trasformazioni nel modo di produrre, l'evoluzione del contesto sociale pongono nuove sfide per l'economia e per il territorio. Sfide per vincere le quali occorre ricercare rinnovate forme di cooperazione tra operatori privati e soggetti istituzionali. La Regione, in quanto soggetto istituzionale di programmazione, può efficacemente contribuire ad accelerare i processi in corso, attraverso la rapida adozione di atti legislativi ed amministrativi che consentano un'azione di reale sostegno alle rapide trasformazioni in atto.
Il documento propone diverse linee di azione. Azioni necessarie per favorire, innanzitutto, l'evoluzione del tessuto produttivo. Servono infatti investimenti per rafforzare la capacità competitiva del sistema produttivo, anche attraverso la dotazione di strumenti a sostegno delle politiche di sviluppo aziendale e di innovazione. L'impresa lombarda, ed in particolare quella di dimensioni medio-piccole, ha necessità di poter contare su strumenti finanziari limitati nel numero, facili da capire, agevoli da richiedere e certi nella disponibilità. Per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione, in particolare, è oggi urgente la strutturazione di misure di incentivazione a questa attività, divenuta ormai strategica, per competere in un mercato sempre più planetario, se non si vuole correre il rischio che la ricerca stessa venga effettuata in Paesi dove le facilitazioni pubbliche sono maggiormente consistenti. È poi necessaria l'individuazione degli strumenti per aiutare il consolidamento delle imprese che attraversano uno stato di difficoltà economica passeggera e, più in generale, per favorire il riequilibrio finanziario. Ma anche l'individuazione di misure in grado di rafforzare la natalità imprenditoriale, considerata elemento di rinnovamento e continuazione del tessuto produttivo. Infine, urge il rafforzamento delle economie di scala raggiungibili dalle imprese di piccola e media dimensione attraverso l'agevolazione delle aggregazioni di impresa in tutte le sue forme, che permettano di superare i limiti di natura dimensionale che spesso creano difficoltà nella conquista di nuovi mercati. Le imprese di dimensione contenuta, ad esempio, hanno potere negoziale ridotto nei confronti di catene distributive straniere già di per sé non aperte alla penetrazione commerciale estera e la costituzione di reti tra operatori di filiera o di distretto consentirebbe una più facile interlocuzione con gli operatori stranieri.
In secondo luogo, la modernizzazione del territorio può diventare elemento di creazione di un ambiente competitivo e in tal modo incidere sulla costruzione di concrete e durevoli prospettive di crescita. E' perciò importante che la Regione si impegni a modernizzare il territorio dotandolo delle necessarie infrastrutture: infrastrutture viabilistiche, ferroviarie ed aeroportuali, ultimando le infrastrutture programmate e valorizzando il ruolo hub di Malpensa. Infrastrutture per l'energia, prendendo in considerazione la possibilità di costruire termovalorizzatori per il trattamento dei rifiuti in modo da ridurre la dipendenza energetica della provincia. Infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti, ambito strettamente legato a quello della generazione di energia e per il quale si sottolinea la necessità di incentivare la ricerca di nuove tecnologie per lo smaltimento o il recupero, nonché di nuovi prodotti e materie prime che consentano di diminuire la produzione di rifiuti. Infrastrutture per la banda larga, favorendone una diffusione omogenea e capillare sul territorio. Infrastrutture soft: semplificazione amministrativa, monitoraggio sull'attuazione e funzionamento degli "Sportelli unici", creazione di un contesto territoriale favorevole allo sviluppo produttivo.
Indiscutibilmente la provincia di Varese ha potuto basare il proprio sviluppo su una buona disponibilità di capitale sociale - inteso come rete della conoscenza e del know-how, capacità di fare, di conoscere e di innovare - che le deriva dalla elevata propensione all'imprenditorialità, così come dalla presenza di settori produttivi e tipologie di lavorazione, alcune delle quali tecnologicamente molto avanzate (aeronautica, meccatronica, trattamento dei materiali, chimica). E' fondamentale quindi che la Regione - si legge nel documento - favorisca lo sviluppo di vantaggi competitivi facendo crescere il capitale sociale. Per fare ciò è necessario valorizzare la cultura d'impresa e dei valori ad essa connessi; promuovere la formazione attraverso la valorizzazione e l'arricchimento dei saperi formali e di quelli informali, anche attraverso una selezione dei soggetti accreditati che possa assicurare una maggiore qualità della formazione e il migliore soddisfacimento delle necessità delle filiere produttive presenti sul territorio; sviluppare l'integrazione con il sistema del lavoro, riducendo il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro; integrare il mondo dell'impresa con il mondo dell'università e dei centri di ricerca (tenendo conto della presenza, in provincia di Varese, a Ispra, dell'unico centro italiano di ricerca dell'Unione Europea e di ben due atenei: l'Università Cattaneo e l'Università dell'Insubria), per creare circuiti virtuosi nello sviluppo delle conoscenze e nella contaminazione del sapere.

01/14/2005

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