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Il sociale nel conto economico
Rafforza l'immagine di un'azienda, dà stimoli ai suoi collaboratori, giova al territorio e non solo: l'impegno nel sociale è un valore. Da mettere in evidenza.
E' uno degli strumenti che l'Agenda di Lisbona, il piano elaborato dal Consiglio Europeo che nel 2000 si tenne nella capitale portoghese, indica tra i principali perché le imprese sostengano l'obiettivo di rendere il nostro continente più competitivo, coeso, capace di uno sviluppo sostenibile.
Sia calandosi nella forma del bilancio sociale, sia attraverso iniziative di attenzione al rispetto ambientale piuttosto che di sostegno alla vita culturale e civile della comunità dove è inserita l'attività d'impresa, la "responsabilità sociale" si propone in misura sempre maggiore come uno dei temi rilevanti della vita economica.
Anche in provincia di Varese, dove le imprese mostrano un'attenzione crescente verso quella che in gergo tecnico, con un acronimo inglese, è chiamata CSR (Corporate Social Responsability) e risulta come "… l'integrazione, su base volontaria, da parte delle imprese delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate (stakeholder)".
Una strada che, in verità, le nostre imprese hanno sempre percorso, sebbene con modalità talvolta differenti: basti pensare a quanti asili per l'infanzia, scuole tecniche, reparti ospedalieri del Varesotto e dell'Alto Milanese siano sorti per iniziativa di industriali generosi e illuminati oppure a quante opere d'arte siano state rese disponibili al pubblico.
La novità è che nello scenario competitivo globale di quest'avvio di terzo millennio per vincere non basta più saper far bene i prodotti e i servizi che rappresentano lo scopo principale dell'impresa e saperli vendere al meglio.
Occorre anche essere capaci di valorizzare l'impresa per quello che rappresenta in un contesto socio-economico allargato, dare rilievo ai valori e alla cultura che l'azienda esprime nello svolgimento della sua attività.
E se l'attenzione al sociale è stata, come si è ricordato, una caratteristica, sovente poco visibile, di molte delle tante piccole imprese, è anche vero che sono stati fino ad ora i grandi gruppi industriali ad affrontare questo tema con sistematicità, come documenta il crescere, negli ultimi anni, della produzione, accanto ai tradizionali bilanci economici, anche dei cosiddetti bilanci sociali. Bilanci, cioè, riclassificati per mostrare l'aumentare delle risorse che l'impresa destina a migliorare le proprie relazioni con gli stakeholder. Su questa strada si sono messi anche operatori economici diversi dalle imprese produttive, come ad esempio gli istituti di credito.
"La Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino fu nel 2001 tra i primi istituti di credito a cogliere l'esigenza di comunicare in modo più ampio e compiuto attraverso il bilancio sociale con i propri stakeholder: dipendenti e collaboratori, clienti e potenziali clienti, investitori, istituzioni… Quest'esperienza l'abbiamo oggi trasferita a BPU" spiega Emilio Zanetti, presidente del Gruppo Banche Popolari Unite aggiungendo che "il bilancio sociale si pone a completamento di quello d'esercizio, quale strumento di gestione e rendicontazione degli impatti economici, sociali e ambientali dell'attività imprenditoriale e presuppone l'esistenza di un orientamento di fondo alla responsabilità sociale della gestione aziendale".
Essere impegnati nella responsabilità sociale offre insomma vantaggi all'impresa.
E' il caso del miglior clima aziendale che si riverbera su un aumento delle motivazioni dei collaboratori e nell'incremento della capacità di attrarre e mantenere personale più qualificato nonché nella riduzione dei rischi d'iniziative di boicottaggio, interne ed esterne.
Contribuisce però anche a differenziare il marchio aziendale e a rafforzarlo nei confronti di mercati sempre più affollati. Accresce quindi la reputazione dell'impresa migliorando altresì le relazioni con le istituzioni finanziarie, nel senso di un più facile accesso alle fonti di finanziamento in virtù di una riduzione generale del profilo di rischio. Il risultato è quindi un aumento complessivo della competitività.
Sulla strada della Corporate Social Responsability si sono inserite anche attività che, per loro natura, sono già rivolte al sociale, come le case di cura.
"La gestione responsabile del proprio impatto esterno sul territorio e sui soggetti che gravitano intorno all'azienda costituisce un elemento fondamentale per la durabilità dell'impresa nel lungo periodo" sottolinea Renato Borri, amministratore delegato dell'Istituto Clinico Mater Domini di Castellanza che è stato di recente tra i protagonisti di una ricerca sulla responsabilità sociale nel settore sanitario: "L'esistenza di efficaci strumenti di misurazione e rendicontazione, come il bilancio sociale, costituisce un supporto fondamentale per una gestione operativa consapevole del complesso aziendale e delle attività di comunicazione verso un pubblico ormai attento all'impatto dell'azienda sul territorio".
In tal senso, un aiuto alle imprese varesine viene da un nuovo servizio della Camera di Commercio inaugurato nelle scorse settimane alla presenza del ministro Maroni. L'iniziativa, frutto di un protocollo d'intesa fra Unioncamere e Ministero del Welfare, offre ogni genere di supporto alle imprese che s'impegnano ad agire secondo i principi della responsabilità sociale. In particolare, è possibile avere accesso a tutte le informazioni sulle iniziative del Ministero, con le agevolazioni e i finanziamenti che premieranno queste aziende, oltre a un'attività d'orientamento a specifici corsi di formazione.
01/20/2006
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