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Finanziaria 2007 tutte le critiche dell'Unione Industriali

Il timore che si tratti solo dell'inizio di una politica tesa a smontare ciò che di positivo era stato fatto in precedenza. Un vero peccato, perché l'economia è in ripresa e questa sarebbe stata l'occasione per quella spallata, da parte del Governo, utile a consolidare un trend favorevole che si attende da anni.

Il disegno di legge di legge finanziaria 2007 sta facendo il suo corso e, dopo le prime valutazioni, critiche, del presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Alberto Ribolla, anche la Giunta dell'associazione ha confermato quelle valutazioni esprimendo forte perplessità e preoccupazione per l'impianto della manovra, non solo perché contiene disposizioni penalizzanti per le imprese, ma anche perché manca di incisività nella riduzione delle spese correnti e perché non affronta le riforme strutturali, le sole in grado di generare risorse necessarie per rilanciare il sistema-Paese.
Non si tratta quindi solo della questione legata al trasferimento forzoso del Tfr all'Inps: un problema che ha richiesto, obtorto collo, la sottoscrizione dell'accordo con il Governo per portare la soglia di esenzione, inizialmente ipotizzata a 10 addetti, ad almeno 50. "Un intervento fatto al solo scopo di limitare i danni - ha ricordato Alberto Ribolla -. Ma sia chiaro che l'accordo sulla soglia dei 50 addetti non significa affatto che si siano approvati i contenuti della manovra. Anzi!".
Quello del Tfr, infatti, è solo la spia di una tendenza inspiegabile a reintrodurre vincoli all'operatività delle imprese che negli scorsi anni erano stati ridotti dopo anni di insistenza e, nel campo del lavoro, dopo che erano stati raggiunti accordi in tal senso con il sindacato. Ne è una testimonianza l'iniziativa sui contratti a termine del ministro del Lavoro Damiano, che ha indirizzato alle parti sociali un documento per procedere alla riforma del contratto di lavoro a termine. Un'iniziativa che riporterebbero la disciplina di questo istituto indietro nel tempo, limitandone l'accessibilità con riferimento sia alle causali, sia alle durate, sia al numero dei contratti attivabili. Un intervento non solo inutile in quanto la legislazione in materia è già rispettosa di una Direttiva europea, ma anche fatto in spregio alle parti sociali che già avevano raggiunto, a livello europeo, un accordo su questo argomento nel marzo del 1999.
Sulla medesima lunghezza d'onda sta l'inversione di tendenza rispetto all'esigenza di semplificazione amministrativa, con il ripristino di adempimenti formali, sia nella contabilità commerciale, sia in quella ambientale: disposizioni, che rappresentano un ritorno indietro di vent'anni e che rischiano di costare alle imprese più ancora del trasferimento del Tfr.
"Di fronte a queste avvisaglie, il sentimento degli imprenditori - avverte Ribolla - è allarmato e sfiduciato. C'è il timore che si tratti solo dell'inizio di una politica tesa a smontare ciò che di positivo era stato fatto in precedenza. C'è la sensazione che possano arrivare altre novità inaspettate dal sapore ideologico, per non dire vendicativo. Per questo occorre che il Governo cessi di assecondare le sue componenti più riottose, che esprimono del resto posizioni che non interessano la generalità dei cittadini. Questa è una manovra che aumenta le tasse perché vengono aumentate le spese. I cittadini chiedono meno tasse, più retribuzione, più disponibilità di spesa. A questo dovrebbe tendere la rimodulazione delle aliquote fiscali, magari inventando soluzioni che premino chi lavora di più. Invece, in questo modo si finisce per disincentivare il lavoro, quello delle imprese, dei professionisti, dei lavoratori dipendenti, che non hanno interesse ad effettuare straordinari perché verrebbero eccessivamente tassati. Abbiamo in Italia un deficit di competitività. Bisogna premiare chi si impegna".
Così, ciò che di positivo è contenuto nella Finanziaria - come la riduzione del cuneo fiscale e, in ogni caso, il proposito, di per sé ineccepibile, di ridurre significativamente il debito pubblico - finisce così per essere annullato, anche sul piano psicologico, dall'insorgere di un sentimento diffuso di sfiducia, alimentato anche da modalità di comunicazione sui media inadeguate, insufficienti, che contribuiscono a deteriorare il clima di opinione. "Ed è un vero peccato - osserva il presidente degli industriali varesini - perché l'economia è in ripresa e questa sarebbe stata l'occasione per quella spallata, da parte del Governo, utile a consolidare un trend favorevole che attendiamo da anni. L'economia è in ripresa perché gli imprenditori e i lavoratori si sono rimboccati le maniche, senza aiuti da parte di nessuno. Le imprese non chiedono aiuti e sono anche disposte a fare sacrifici, ma c'è bisogno di capire dove si vuole andare, da qui ai prossimi dieci anni. E una politica improntata a disfare ciò che è stato fatto prima non offre una prospettiva sicura. Il rischio è che tutto torni più difficile, come prima ".

Imprenditori a confronto

A cura dell'Unione Industriali stanno per essere pubblicati gli Atti dei tre forum che la stessa ha organizzato, in preparazione della sua ultima assemblea generale, sui temi dell'internazionalizzazione, dell'innovazione e del lavoro che cambia. Un'ampia riflessione che ha visto protagonisti gli stessi imprenditori, i quali si sono confrontati in primo luogo tra di loro, per scambiarsi utili esperienze e vedute, ma anche con alcuni interlocutori alle varie partite quali: istituti di credito, uffici pubblici preposti alla promozione dell'export, centri tecnologici, università, organizzazioni sindacali.

Working with China! Travailler
avec la Chine! trabajar con china!

Quattro modi diversi di vedere lo stesso fenomeno. Di questo si è occupata la riunione del Geie "L'Europe des Entreprises", il Gruppo europeo di interesse economico di cui l'Unione Industriali fa parte insieme alle associazioni imprenditoriali di Parigi Est, Hannover e Santander, dedicata all'internazionalizzazione. Un evento che ha visto la partecipazione ed il confronto tra le esperienze di imprenditori provenienti da vari paesi europei - Italia, Francia, Spagna - che si sono confrontate con quelle dell'associazione di imprenditori franco-cinesi e del mondo del credito internazionale, con la presenza di uno dei più importanti operatori del mercato asiatico, la Banca HSBC. A rappresentare l'Unione Industriali varesina è stata portata la testimonianza di Ezio Colombo, amministratore delegato della Ficep spa di Gazzada Schianno, protagonista di un articolato accordo di collaborazione con la Cina.
Ne è risultata un'occasione informale per scambiare opinioni ed esperienze, anche molto diverse tra loro, ricavandone un'unica sostanziale impressione: la Cina è sì un'opportunità, ma solo se assunta in dosi controllate. Molti i warning emersi durante il confronto, quasi tutti riguardanti l'osservanza delle regole ed il comportamento degli operatori cinesi.
L'evento Geie si è concluso con l'intervento del ministro del commercio estero francese che ha illustrato con grande efficacia le misure che il governo sta mettendo in campo per sostenere e sviluppare l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese d'Oltralpe. Molte di queste dirette a sviluppare tra i giovani nuove professionalità internazionali: molte le idee, alcune che varrebbe la pena di replicare anche nel nostro paese.

Amedeo Caporaletti cavaliere del lavoro

L'onorificienza di cavaliere del lavoro è una delle più alte della Repubblica. Dall'istituzione dell'Ordine, avvenuta nel 1901, sono stati nominati cavalieri 2.577 imprenditori distintisi nei diversi settori dell'economia, contribuendo allo sviluppo sociale, occupazionale e tecnologico e alla crescita del prestigio del "made in Italy". Diversi sono quelli della provincia di Varese. Tra gli ultimi: Antonio Bulgheroni, Antonio Costantini, Ottavio Missoni. E, quest'anno, Amedeo Caporaletti, presidente di Agusta Westland, impresa storica della provincia di Varese con sede a Cascina Costa di Samarate. Settantacinque anni, Amadeo Caporaletti è stato nominato amministratore delegato di Agusta nel 1991, quando l'azienda versava in situazione di grave crisi. Si è dedicato ad una drastica ristrutturazione per conseguire un efficiente sistema industriale ed il risanamento finanziario, premesse fondamentali per il rilancio della società. Dalla metà degli anni '90 ha promosso il rinnovo della gamma dei prodotti lan
ciando sul mercato: A109 Power, A119Koala, A129 International e l'A139, che è diventato così il punto di aggregazione della joint venture con Bell Helicopter per la produzione congiunta del convertiplano Ba609. Nel maggio 1999 è stato nominato presidente dell'Agusta Spa. All'inizio del 2000, le attività di Agusta e di Westland sono state fatte confluire in una nuova società, la Agusta-Westland, posseduta pariteticamente da Finmeccanica Spa (Italia) e Gkn (UK), di cui è stato nominato amministratore delegato. Agusta Westland, con 9.000 addetti tra Italia, Regno Unito e Usa, è il primo produttore mondiale di elicotteri con oltre 2.700 milioni di euro di fatturato e ha raggiunto all'inizio del 2005 uno dei traguardi più ambiti: la fornitura di 23 elicotteri Eh101 (Us101) per il trasporto del presidente degli Stati Uniti d'America.

11/24/2006

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