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L'Unione Industriali punta sulla Russia

Ai primi di aprile una delegazione del Consiglio direttivo dell'Unione Industriali e del suo Gruppo Giovani Imprenditori ha partecipato a una missione con tappe Mosca e Stupino. Incontri con le autorità locali e imprenditori italiani, che hanno già aperto nel Paese un insediamento produttivo, hanno accompagnato la tre giorni che aveva l'obiettivo di rafforzare i rapporti e spianare la strada alle imprese varesine intenzionate a sbarcare su uno dei mercati più promettenti del momento.

Che il mercato russo sia un'opportunità anche per le piccole e medie imprese varesine non è solo una speranza. I numeri dell'interscambio tra la provincia all'ombra delle Prealpi e Mosca ne fanno una certezza. Il saldo commerciale, da sempre positivo, negli ultimi cinque anni è quasi raddoppiato. Passato dai 49 milioni di euro del 2001, ai 97,3 milioni del 2006. Un dato incoraggiante, lo definisce il presidente dell'Unione Industriali, Alberto Ribolla, "che fa capire l'entusiasmo con cui ci siamo buttati nell'impresa”. Quella che ha portato alcuni membri del Consiglio direttivo dell'Unione Industriali, del Gruppo Giovani Imprenditori e il presidente del consorzio export-import Provex, Carlo Gallazzi, in missione nel mercato orientale. Tre giorni, dall'uno al tre aprile, nei quali la delegazione ha fatto tappa a Mosca e Stupino, una città di 75mila abitanti a 90 chilometri dalla capitale russa che si sta aprendo in questi anni agli investimenti stranieri di imprese intenzionate a produrre nell'Est Europa. Un'occasione da non perdere sottolinea Ribolla: "In Russia ci si va non per abbattere i costi di produzione, che sarebbero in realtà penalizzati dai non favorevoli aspetti logistici e doganali, ma per presidiare un'area di mercato che si sta velocemente aprendo per quanto riguarda sia i consumi, sia le forniture dirette alla nascente industria privata locale”. In questo caso la delocalizzazione non c'entra nulla. Semmai, precisa il presidente dell'Unione Industriali, si può parlare di "localizzazione strategica”. La stessa che già è stata attuata da molti investitori italiani ed europei. Scelta da imitare, imparando da esperienze come quelle della Mapei (prodotti per la posa di pavimenti), la Marazzi Group (produzione di piastrelle in ceramica), Atlas Concorde (produzione di piastrelle). Tutte realtà imprenditoriali che hanno aperto unità produttive nella zona di Stupino e che sono state oggetto di visita durante la missione. Questa una delle parti più importanti del viaggio servito anche a prendere contatto e confrontarsi con gli imprenditori locali, le camere di commercio, oltre che con le autorità e gli amministratori.
Obiettivo: migliorare i rapporti, approfondire la conoscenza reciproca. In pratica, spianare il terreno alle piccole e medie imprese varesine che guardano oltre confine, in direzione della Russia. Un Paese che nel 2006 ha messo a segno un tasso di crescita del 6,5% e che, secondo le previsioni del The Economist, continuerà a correre nel 2007 ad un ritmo del 7% e nel 2008 del 6,3%. Cifre che fanno ben sperare, ma che non devono illudere. "Quello russo - è l'avvertimento del presidente del consorzio export-import Provex, Carlo Gallazzi - è un mercato impegnativo nel quale occorre investire, essere presenti in modo continuativo ed avere la pazienza di attendere”. Cosa che l'Unione Industriali sa bene. Per questo nell'ottobre del 2005 ha creato proprio a Mosca una testa di ponte, una base logistica per favorire la penetrazione delle piccole e medie imprese della provincia di Varese sul mercato russo. Una realtà battezzata Puntorussia che in poco tempo è cresciuta. Letteralmente. Da qualche mese la struttura è stata spostata in uno stabile più vicino al centro della capitale, a due passi dalla Piazza Rossa. Come dire: l'importanza di un progetto sta anche nei pochi metri che ti separano dal cuore pulsante di un Paese. E in questo caso la distanza è veramente minima, quasi nulla. L'iniziativa, dunque, di quelle su cui si punta molto. E questo insieme allo sponsor che ha supportato l'impresa: il gruppo bancario Intesa San Paolo, che ha partecipato con dei propri rappresentanti anche alla missione di aprile.
La strada è dunque segnata. E porta verso un mercato che alletta e non poco i giovani imprenditori varesini. Sicuramente quelli che hanno fatto parte della delegazione che si è recata a Mosca e Stupino. Come, per esempio, Chiara Radrizzani, della Adr di Uboldo che nelle missioni all'estero, come quella a cui ha partecipato, crede "perché sono uno strumento utile per incontrare le imprese già presenti sul posto, dalle quali si può imparare per evitare errori anche banali, frutto di ingenuità”. Le opportunità intraviste non mancano. Come quelle che la Russia potrebbe offrire a un'impresa come la Meccanica Merletti di Arsago Seprio, impegnata nella produzione in conto terzi per il settore aeronautico. "Oggi - spiega l'imprenditrice Sabrina Merletti - la nostra azienda lavora soprattutto per committenti italiani come l'Aermacchi e l'Agusta. Ma la Russia ci potrebbe aprire a delle vere e proprie collaborazioni con altri clienti primari in Europa del settore”. Una speranza che è la stessa di Roberto Caironi della Fias di Gorla Minore che opera nel settore petrolchimico "i cui colossi russi sono per noi un'opportunità a cui guardare con attenzione”. Chi, invece, in Russia è presente ormai da sei anni, è Paolo Radini della Sintec Europe di Lonate Ceppino: "Il nostro business - spiega - è quello di accompagnare all'estero le imprese che vogliono aprire nuovi insediamenti produttivi”. Un punto di osservazione, quello di Radini, dunque privilegiato che lo porta ad affermare "che la Russia e i suoi operatori sono sempre più interessati ad acquisire sistemi di processo italiani necessari allo sviluppo di un'industria sicuramente in crescita”.
Commenti positivi. Di imprenditori titolari di piccole e medie imprese. Come dire: per puntare sulla Russia non occorre essere dei colossi. Le opportunità ci sono anche per le Pmi. Anche quelle varesine.

05/11/2007

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