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Europa? L'importante è crederci Matteo Colaninno, Vittoria Brambilla e Luca Corsetto, giovani imprenditori discutono di giovane Europa: limite o opportunità di crescita? Nomi importanti, per discutere di un tema estremamente attuale e contrastato: l'Europa è un bene o un male? Matteo Colaninno, Vice Presidente dei giovani di Confindustria, Vittoria Brambilla, Presidente dei giovani di Confcommercio e Luca Corsetto, Presidente dei giovani di Confartigianato, si sono ritrovati a Malpensafiere, dove sono stati accolti dal Presidente della Camera di Commercio di Varese, Angelo Belloli e sono stati solleticati da Claudio Del Frate, giornalista del Corriere della Sera. Sì all'Europa, è stata la risposta unanime. Ma con una serie di aggiustamenti e con qualche punta in più di coraggio. L'euro, innanzitutto, tanto demonizzato da chi si trova ancora nella nostalgia per la lira, ha prevenuto e risolto molti più problemi di quanti ne abbia effettivamente creati. Uno dei buoni motivi per il sì all'Europa: la lira avrebbe ridotto il nostro Paese sul lastrico a seguito dei recenti scandali economici. Ma perché allora ancora tanta resistenza al riconoscimento delle opportunità offerte dal mercato Unico? I problemi ci sono ancora ma, sostiene Belloli, "a noi spetta il compito più importante, quello di creare l'Europa dei Popoli". Per farlo serve uno impegno comune, che porti più innovazione, più ricerca e soprattutto che sconfigga l'eccesso di burocrazia. Colaninno ha dato una bella interpretazione a queste necessità: innovare non significa, estremizzando, avere soltanto grandiosi laboratori dove scienziati cervellotici trovano soluzioni geniali a problemi complicatissimi. L'innovazione è alla portata di tutti: semplicemente dotandosi di tecniche adeguate di gestione, che sappiano ridurre gli sprechi, è possibile, per esempio, aumentare la competitività dell'impresa fino al 10%. Ma, ancora, tutti possono fare ricerca, anche attraverso proficue collaborazioni con le Università. Piccolo è bello forse non vale più. Le imprese devono imparare a crescere e l'Europa deve fornire loro le condizioni per poterlo fare. L'eccessiva burocrazia frena il processo di quotazione in Borsa di molte piccole e medie imprese, i cinquemila regolamenti prodotti ogni mese da Bruxelles rallentano la competitività delle imprese.Nonostante tutto i tre rappresentanti dei giovani imprenditori hanno comunque promosso l'Europa. Perché ci credono e sentono che, con qualche sforzo da parte di tutti e con qualche correzione da parte del governo centrale, l'Europa potrà davvero esplicare tutte le sue potenzialità e offrire anche alle imprese italiane un sostegno per recuperare la competitività affievolita.
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