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Grandi nomi per grandi opere
Cosa succede nel resto d'Italia? Fuori dal Varesotto le grandi imprese hanno accostato i loro nomi a diverse iniziative, legate soprattutto alle storiche capitali dell'arte, ma non solo.
Un breve viaggio attraverso queste realtà comincia da Venezia dove, dal 1984 attraverso la Palazzo Grassi Spa, società con finalità culturali, artistiche e scientifiche, la Fiat detiene il totale controllo della residenza che si affaccia sulla laguna, oggetto di restauro da parte di Gae Aulenti e Antonio Foscari ed oggi sede di prestigiose iniziative e mostre.
Pirelli invece, multinazionale italiana nota per pneumatici ad alte prestazioni, cavi e sistemi avanzati per telecomunicazioni ed energia, ha curato tra le altre cose il completo restauro della Galleria Capitolina di Roma, riaperta al pubblico nel novembre di due anni fa.
Ci sono poi "I 200 del FAI", persone appartenenti al mondo dell'arte e dell'economia, capeggiati da Marella Agnelli, che attraverso rilevanti donazioni, hanno contribuito e contribuiscono tuttora a rifinanziare il Fondo per l'Ambiente Italiano, ente morale che dal 1975 promuove la conservazione di ambienti naturali, dimore storiche e parchi secolari.
Sotto l'egida del FAI è avvenuto, ad esempio, il coinvolgimento della Bayer nel restauro dei soffitti di Villa Bozzolo a Casalzuigno nel 1996.
Sempre nel campo della chimica la Bracco, casa farmaceutica milanese, ha al suo attivo il restauro dell'esedra antistante il cinquecentesco Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno.
La svizzera Swatch nel 1993 ha sovvenzionato 7 artisti per la creazione di una collezione di orologi denominata Swatch Art che è stata presentata durante il carnevale presso il Museo Peggy Guggenheim di Venezia, appositamente aperto la sera grazie al finanziamento messo a disposizione dell'azienda.
La Epson ha sponsorizzato la "riunificazione" virtuale, realizzata attraverso due cd multimediali, del Polittico agostiniano di Piero della Francesca, disperso tra la National Gallery di Londra, il Museo Nazionale di Lisbona, la National Gallery di Washington, la Frick Collection di New York e il Museo Poldi Pezzoli di Milano.
Per finire si può citare anche il gioielliere Faraone-Tiffany, che ha dato un contributo per il ripristino a Milano del cosiddetto "Camerino di Radetzky". Il piccolo ambiente è situato al piano nobile di Villa Reale di via Palestro a Milano, elegante edificio neoclassico progettato da Leopoldo Pollak nel 1790 e al cui restauro - dopo l'attentato di otto anni fa - hanno partecipato diverse imprese.
La contropartita chiesta dal mecenate? Poter utilizzare una delle sale a pian terreno per un cocktail natalizio in onore dei suoi clienti.
10/18/2001
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