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Varese illuminata dal capolavoro di Caravaggio

Il Sacrificio di Isacco, supremo esempio dell'abilità del Caravaggio nell'uso delle luci e delle ombre, in mostra fino a giugno a Villa Mirabello a Varese.


Un percorso di luce, Luci di Lombardia, come evoca il titolo della rassegna, accoglie chi sale al colle Mirabello di Varese per provare l'emozione di incontrarsi da vicino con il Sacrificio di Isacco di Caravaggio (1602).
L'opera, proveniente da un collezionista privato di Modena, dopo la tappe di Malta e Trapani, è giunta il 19 aprile scorso (dove rimarrà fino a giugno) grazie all'iniziativa e all'impegno della Associazione Varesevive e di Giuseppe Redaelli, che ha messo a segno questo grosso punto per Varese, prima città del nord Italia a offrire l'opera alla vista del pubblico.
Ci auguriamo sia l'inizio di una serie di appuntamenti che potrebbero restituire a Varese l'entusiasmo legato a prestigiosi eventi culturali che non sono mancati in passato nella storia delle attività museali legate a Villa Mirabello. E di tale desiderio si è fatto portavoce anche il curatore Silvano Colombo, caldeggiando all'inaugurazione, presente il sindaco Fontana, altre mostre come questa, magari incentrate su una sola opera di risonanza internazionale, ma capaci di richiamare il pubblico delle grandi occasioni.
Al centro dell'allestimento che Colombo ha ideato per Varesevive- il "pretesto" che gli era stato richiesto per costruire un fil rouge locale con l'opera - è dunque il capolavoro caravaggesco realizzato all'inizio del diciassettesimo secolo. Autenticato come tale dallo studioso Maurizio Marini, spicca nel buio della sala, illuminato dai faretti e investito del cono di luce che l'artista fa scendere dall'alto sui volti dei personaggi: il vecchio Abramo, il giovanissimo figlio Isacco e l'angelo che giunge a trattenere la mano armata di coltello, pronta al sacrificio.
Già direttore dei musei civici varesini ai bei tempi di indimenticabili mostre dedicate a Morazzone e a Cairo, Colombo si è dovuto "inventare" questo escamotage- di un percorso tra Milano, le luci sacromontine di Varese e Varallo Sesia, e la pinacoteca Zust di Rancate, che accoglie la pittura di Giovanni Serodine - per raccontare le possibili influenze su Caravaggio degli artisti che hanno lasciato qui segni del loro passaggio. Segni visti e "letti" con ogni probabilità dall' artista nel corso dei suoi numerosi, anche se non sempre comprovabili, spostamenti.
In realtà non solo l'allestimento richiama debitamente all'attenzione del visitatore la scuola del maestro milanese di Caravaggio, Simone di Peterzano, autore della deposizione della chiesa di San Vittore in Varese, replica di quella di San Fedele in Milano e preludio all' analoga opera del Caravaggio di Città del Vaticano, in cui l'allievo - affascinato e arricchito dalle lezioni della Pietà michelangiolesca vista a Roma - superò di gran lunga il maestro. Ma ricorda anche le opere del Cerano e di Pier Francesco Mazzucchelli presenti nella Basilica di San Vittore e sottolinea non senza ragione gli apparentamenti dei tratti fisiognomici di alcune opere della statuaria sacromontina ai personaggi che animano le tele caravaggesche.
La visita al Caravaggio, oltre che rara opportunità per gli amanti della grande pittura e del maestro lombardo, leggendario per la grandiosità della sua arte e per i risvolti drammatici di una vita fuori dagli schemi (1571-1610), è occasione di riflessione sulle tecniche di indagine utilizzate: nella disamina della tela in particolare, per stabilirne l'autenticità, e, più in generale, sulle recenti e sofisticate strumentazioni utili a risolvere gli enigmi circa l'attendibilità delle opere.
A raccontarne l'interesse scientifico e l'efficacia è Clara Castaldo, coautrice con Silvano Colombo del catalogo realizzato dall'editore Redaelli e dalla sua casa editrice Lativa.
Maurizio Marini, da parte sua, ha motivato la sua convinzione di autenticità del Caravaggio basata sulle indagini radiografiche e su controlli di riflettografia infrarossa e fluorescenza ultravioletta e sugli evidenti apparentamenti con opere dell'artista di analogo soggetto. I particolari dell'esame radiografico - il coltello dipinto sopra il braccio, la torcia - evidenziano gli interventi successivi sull'opera, i "pentimenti" che sembrano confermare il modo di procedere tipico del grande Caravaggio: che non usava disegnare preventivamente i suoi soggetti, ma dipingeva copiando direttamente dal modello, ed era solito intervenire con ripetute correzioni sul lavoro fatto.
La riposta di entusiasmo alla proposta varesina sostenuta da Varesevive e dal Comune non si è fatta attendere. Si sono visti turisti in coda per il Caravaggio in occasione dei ponti festivi e numerosi ospiti eccellenti hanno risalito il colle verso Villa Mirabello. L'avvicinarsi della stagione estiva potrà favorire ulteriormente il dovuto omaggio all'opera di uno dei più grandi autori della storia dell'arte, che dimenticato nei secoli, fu riscoperto nel Novecento da Roberto Longhi.

Luci di Lombardia
Da aprile a giugno 2008
Musei civici di Villa Mirabello
Piazza della Motta 4,Varese
Da martedì a domenica
9.30-12.30/14.00-17.30. Tel. 0332 255485

05/09/2008

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