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Tale padre, tale figlia…

Un'arte che predilige un lavorare tutto di scavo, indipendentemente dalla tecnica utilizzata e dall'opera prodotta, che è insieme scavo di materia e di anima e che caratterizza l'opera di Angela Reggiori, figlia del più famoso Albino, maestro ceramista.

Corre negli occhi di Angela Reggiori la limpida chiarità azzurrina degli occhi di Albino, l'artista e maestro della ceramica che fu per anni direttore del museo di Cerro, istituzione da lui molto amata.
Come corre tra le sue mani la stessa magìa paterna che la porta a impastare la terra con cui realizza gioielli dal sapore antico. Sapore tribale, dicono i critici, che stimano alquanto quella sua "arte da indossare”, molto femminile, forgiata in collane, monili, pendagli. Ma l'esito è, in non pochi casi, di raffinatezza etrusca, di freschezza coloristica micenea.
"Il segno inciso”, la personale di Angela Reggiori curata da Ettore Ceriani per Spazio Zero di Gallarate, ne evidenzia la scelta definitiva: quella di un'arte che, indipendentemente dalla tecnica utilizzata e dall'opera prodotta - siano le sculture dei suoi gioielli, siano le acqueforti - predilige un lavorare tutto di scavo, che è insieme scavo di materia e di anima.
I gioielli di Angela, le sue più recenti creazioni, sono pezzi unici lavorati ad uno ad uno, pazientemente decorati e impreziositi da sottili segni incisi a freddo nella pasta, illuminati da sprazzi di luce e colore, cotti infine nel grande forno dello studio di Mombello ereditato dal padre. Sembra di percepire, nei riflessi dell'oro e dei lustri, lo stesso abbaglio del sole sui rosoni delle cattedrali paterne. Lei li forgia pezzo per pezzo, li incide, li decora uno alla volta, li inforna, infine li assembla animandoli degli indispensabili fili.
"Le ceramiche legate” le ha definite Ambrogio Pozzi, paragonandole a dei puzzles della memoria, a collane poetiche il cui tracciato riporta dal caos all'armonia, come nella simbologia espressa dai mandala nella cultura sanscrita.
Fu Angela, allieva di Pietro Diana a Brera, a coltivare quell'idea dei gioielli di terracotta, e fu l'Albino (come lo chiama Angela) a incoraggiarla. Le svelava i segreti del mestiere.
Le fece scuola e bottega, dosando polveri e trementina con saggezza alchimistica, accompagnandola lungo la strada dell'arte, che oggi è la sola possibile per lei. Per necessità di chi porta nel sangue l'urgenza della creatività, per la fantasia e il gusto del mistero che la abita, che le fa vedere le sue opere prima di realizzarle, come fossero lì, davanti a lei, pronte da scoprire, entrandoci dentro come Alice nel paese delle meraviglie, per portarle alla luce.
C'è nella storia artistica di Angela Reggiori, prima di tutto, la memoria del passato. E c'è la cultura preziosa del territorio. Ne fa fede anche la prima, raffinata cartella d'artista "La magia del romanico”, una serie di cinque acqueforti (con testi di Serena Contini), realizzate su lastre in rame nel 2005 e dedicate ad alcuni tra i più bei siti e monumenti del romanico: Santa Caterina del Sasso, Santa Maria Foris Porta e il monastero di Torba, il Chiostro di Voltorre, il battistero di Arsago Seprio.
Qui Angela porta a perfezionamento una ricerca, testimoniata dai precedenti lavori sul tema, che dura fin dagli anni di Brera e poggia su radici familiari e, ancora una volta, sulla strada tracciata dal padre. Lei lo ricorda in mostra omaggiandolo con due opere grafiche dove è del tutto leggibile, nell'adesione di forme e contenuti, il lascito artistico ricevuto.
Accanto ai temi della fedeltà per i luoghi e la storia, l'opera di Angela Reggiori rivela un secondo filone artistico: l'amore verso la natura, ma una natura memorizzata e ricreata in un alone di fantasia e mistero - che induce l'osservatore a penetrare con lei in un mondo d'incanti.
C'è sentore di luoghi conosciuti, ma anche il sapore dell'affabulazione in quelle sue illustrazioni di boschi e sottoboschi popolati da giganteschi insetti, adagiati su petali smisurati, che hanno grandi occhi, e, forse, pensieri umani.
E che hanno ottenuto - come "La falena” nel 2001 a Castellamare - premi e riconoscimenti, soprattutto nel campo della grafica, nelle diverse manifestazioni d'arte cui ha partecipato.
L'urgenza dell'illustrazione fantastica niente però toglie alla raffinatezza di una tecnica incisoria, anche qui, nitida e contrastata, e perfettamente evidenziata dalla stampa che Reggiori esegue di persona, lavorando di inchiostro e di torchio, con grande perizia. Una stampa che solo a tratti si fa volutamente fané, svelando il segreto, sottolineato dai suoi più attenti osservatori, delle due mani di Angela: quella di un segno netto, maschile e l'altra, di una descrizione al femminile, più evanescente e morbida.

IL SEGNO INCISO
Personale di Angela Reggiori

Dal 14 aprile al 29 aprile
Spazio Zero
Via Ronchetti 6, Gallarate

Martedì sabato 16.30-19.00
Domenica 10.00-12.00/16.30-19.00
Ingresso libero
Tel.0331.777472
Proroga

La mostra Amore e Psiche, visto il grande successo ottenuto, con oltre 13.000 visitatori che hanno affollato le sale di Villa Ponti, è stata prorogata, per iniziativa della Regione Piemonte, sino al 3 giugno 2007.
Amore e Psiche - Arte e seduzione
Villa Ponti - Arona
Da lunedì a venerdì 10.00-12.00/ 14.30-19.00. Sabato, domenica e festivi: 10.00-12.30/14.00-19.30
Per informazioni 0322 44629

04/06/2007

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