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Ancora troppe complicazioni nel Fisco. Bisogna semplificare.

Si può capire la Guardia di Finanza, quando chiede che il limite massimo indicato dallo Statuto per la presenza del proprio personale nella sede del contribuente sia interpretato come somma dei momenti di effettiva permanenza, anziché come intervallo temporale calcolato secondo il calendario. Effettivamente, di notte non può esserci disturbo perché i militari, normalmente, riposano e dunque non stanno fisicamente presso il contribuente. Probabilmente, la notte, anche il contribuente dorme e così il punto di equilibrio si ristabilisce riproponendo la questione iniziale: trenta giorni (o sessanta, nel caso di verifiche complesse) intesi tal quali, oppure come trenta giornate di otto ore di lavoro (salvo che i finanzieri facciano straordinari) e, pertanto, novanta giorni (o centottanta) effettivi? Si può capire, dicevamo, perché la doverosa preoccupazione della Guardia di Finanza è quella di assicurare un livello accettabile di efficacia nei controlli, secondo quanto avrebbe dichiarato il suo comandante generale
nel corso dell’audizione parlamentare relativa all’approvazione del decreto legislativo contenente le norme di attuazione dello Statuto del Contribuente.
Il punto è proprio questo. La complessità del nostro ordinamento tributario è tale che persino l’introduzione di norme di principio - quelle dello Statuto - destinate a rendere più facile il rapporto tra cittadini e Fisco si presta ad operazioni gattopardesche attuate - lo diciamo con sincerità - con lo scrupolo di fare l’interesse dello Stato, cioè di tutti noi. Di fronte a una tale operazione, che per la sua riduttività non può comunque essere accettata, la vera questione che si pone è quella della semplificazione “a monte” del sistema tributario. Quando le regole saranno poche e chiare. Quando saranno stabili nel tempo e consolidate nell’interpretazione. Quando arriveranno a casa avvisi di accertamento intelleggibili. Quando tutti i cittadini saranno in grado di compilarsi la dichiarazione dei redditi senza dover ricorrere agli specialisti, allora ci saranno molte più probabilità che lo Statuto del Contribuente possa imporsi nel suo testo letterale, senza interpretazioni minimaliste.

01/18/2001

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