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Costi no core, un gruppo d'acquisto per ridurli
Il recupero di competitività passa anche dal contenimento dei costi cosiddetti no core, quelli cioè riguardanti l'acquisto di beni o servizi non direttamente attinenti al core business dell'azienda. Per ridurli, l'Unione Industriali ha costituito un gruppo di acquisto.
Recuperare competitività è, oggi, l'imperativo categorico per molte imprese, particolarmente quelle i cui prodotti o servizi sono maggiormente esposti alla concorrenza proveniente dai paesi di nuova industrializzazione, che hanno dalla loro il vantaggio di produrre a costi di molto inferiori a quelli dei paesi più sviluppati. Innalzare la soglia di qualità può, anzi deve, essere una strada percorribile, ma occorre anche riuscire a produrre a costi meno elevati. L'attenzione al costo dei fattori di produzione deve riguardare quindi, prima di tutto, quegli elementi che sono destinati ad essere incorporati nel prodotto finale (materie prime, semilavorati, lavoro, energia, ecc.). Ma un'impresa deve anche fare i conti con costi che non riguardano direttamente il proprio core business, eppure possono influire in misura non trascurabile sul risultato di esercizio. Si tratta, ad esempio, dei costi legati a voci di spesa quali telefonia, cancelleria, trasporti, logistica, imballaggi, abbigliamento dei lavoratori, materiale antinfortunistico, buoni pasto, flotte aziendali, pulizia, stampati, modulistica e altro ancora. Tutti costi che ricadono sotto la voce no core, proprio perché non hanno attinenza diretta con l'oggetto dell'attività produttiva.
Il tema dei costi no core e del cosiddetto facility management - definito, secondo l'IFMA (International Facility Management Association, associazione no-profit fondata negli USA allo scopo di promuovere e sviluppare il facility management, la cui sede italiana è a Milano, in viale Lombardia 66), come la disciplina aziendale relativa alla gestione degli immobili strumentali dell'azienda, dello spazio di lavoro e di tutte le attività alla base del business aziendale - ha acquisito negli ultimi anni una crescente attenzione. E' sufficiente attivare uno dei motori di ricerca Internet per scoprire una moltitudine di letteratura scientifica. E solo per rimanere vicino a noi, si può ricordare il LIUC Paper contenente i risultati dell'indagine sul facility management compiuta nel settembre 2004 da alcuni ricercatori dell'Università di Castellanza, di cui Varesefocus si è occupato nel n. 1/2005. Al tema è stata anche dedicata l'ultima assemblea annuale del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali e una mostra convegno di facility management viene organizzata ormai da anni dall'IFMA. La prossima, la sesta edizione, si terrà il 26 e 27 ottobre a Milano, al Palazzo delle Stelline, in corso Magenta 61.
Del resto, a questo stesso tema aveva fatto riferimento il neo-presidente dell'Unione Industriali Alberto Ribolla in occasione del suo intervento all'assemblea dell'associazione del 2003, per indicare che si sarebbe trattato di uno dei filoni di attività ai quali avrebbe dato impulso durante la propria presidenza. Diceva allora Ribolla: "Dal consorzio di garanzia collettiva dei fidi, al consorzio export-import, fino al più recente consorzio per l'acquisto in pool di energia elettrica e del gas metano, è sempre stata forte la preoccupazione dell'Unione Industriali di favorire la creazione di reti di imprese per la fornitura di servizi di facility management. Per aiutare, in altri termini, le imprese nel loro sforzo di essere competitive agendo su quei costi che, non avendo diretta attinenza con il core business come i costi delle materie prime e dei semilavorati, sono difficilmente negoziabili e controllabili".
Dai propositi ai fatti. Il Comitato Piccola Industria dell'Unione Industriali ha raccolto il messaggio ed ha analizzato la possibilità di lanciare un progetto per la costituzione di un Gruppo di Acquisto che operi nell'ambito dei costi no core. La proposta prende lo spunto proprio dai risultati dell'indagine svolta dalla LIUC, nella quale venivano evidenziati i margini di miglioramento ottenibili da una migliore gestione di questo tipo di costi aziendali.
L'obiettivo del progetto è, attraverso il Gruppo di Acquisto fra le imprese associate, quello di negoziare con i fornitori le migliori tariffe, gestire i contratti e rendicontare periodicamente i risultati ed i risparmi ottenuti. Per sviluppare il progetto ci si avvarrà della collaborazione di GMB Consulting Srl, una società di consulenza con sedi a Cremona, Brescia, Mestre, Milano e Vicenza, operante sul territorio nazionale, che possiede un consolidato background nella gestione di iniziative del genere. E prima di dare il via definitivo al Gruppo di Acquisto, si è pensato di svolgere una fase di test - attualmente in corso - che vede coinvolte le stesse imprese del Comitato Piccola Industria ed alcune imprese dei Gruppi merceologici "Tessiture e Filature", "Maglie-calze Abbigliamento e Calzature", "Tintorie Stamperie e Finissaggi tessili".
A breve, conclusa questa fase di sperimentazione e verificati i concreti risultati raggiunti, sarà dato il via all'iniziativa coinvolgendo tutte le imprese interessate.
09/23/2005
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