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Il 2008 deve essere l'anno delle scelte coraggiose

L'appello del presidente dell'Unione Industriali, Michele Graglia, risuonato durante la conferenza stampa di inizio anno. Un'occasione per fare il punto sulla situazione del manifatturiero locale e per guardare al prossimo futuro. Risultato: calano le aspettative delle imprese varesine, così come quelle di tutta Europa

L'appello sulla vicenda Malpensa: "Comunque vadano le cose chiediamo che il piano di collegamento infrastrutturale all'hub vada avanti". Il messaggio alla politica: "Il manifatturiero deve tornare al centro dell'agenda politica, perché da esso dipende il futuro dell'intera economia". L'analisi sullo stato delle relazioni industriali: "Varese è un modello che può insegnare a livello nazionale il valore del pragmatismo e di quanto sia importante che le parti, prima delle regole, si diano obiettivi comuni". La rivendicazione di un ruolo: "L'imprenditoria continua ad esportare il sogno italiano nel mondo. Non può, però, continuare a farlo avendo la percezione che gli interlocutori stranieri vedano dietro di noi un'ombra, quella di un Paese in affanno".
Punti chiave di un discorso a 360 gradi. Quello pronunciato dal presidente dell'Unione Industriali, Michele Graglia, durante la tradizionale conferenza stampa di inizio anno. Un momento per scattare la fotografia sullo stato di salute e sulle priorità del sistema manifatturiero locale. A partire dall'indagine congiunturale dell'Ufficio Studi dell'Unione Industriali, relativa al quarto trimestre 2007, che, si legge nel documento, ha evidenziato "un profilo produttivo in recupero rispetto alla frenata del trimestre precedente".

CONGIUNTURA
Più del 50% del campione ha registrato, in confronto ai livelli di settembre, un aumento della produzione. Mentre a subire un calo è stata una quota di gran lunga inferiore, pari al 23%. Numeri, però, che non devono ingannare. Non è tutto rose e fiori. Le difficoltà ci sono. Due fattori hanno pesato e continuano a pesare non poco sull'andamento dell'economia varesina: le alte quotazioni del petrolio e il rafforzamento dell'euro. "Materie prime e cambi offrono poca sicurezza all'orizzonte e stanno iniziando ad alimentare un pericoloso trend inflazionistico. Situazione da cui il nostro Paese difficilmente potrebbe uscire indenne", ha commentato Graglia.

INDUSTRIA AL CENTRO
Gli imprenditori varesini sono come quei ciclisti alle prese con un tappone di montagna al Giro d'Italia. In piedi sui pedali per affrontare la salita. Il momento è delicato. Da qui il messaggio del presidente dell'Unione Industriali: "Abbiamo bisogno di un sistema istituzionale non pavido. Non timoroso di fare delle scelte. Abbiamo bisogno di una politica che sappia riconoscere le priorità. E l'industria è senz'altro una di queste". Quell'industria che "rappresenta ancora il nostro futuro. Non dobbiamo avere paura di affermarlo e con altrettanta forza dobbiamo crederci".

MALPENSA
Graglia lo dice a chiare lettere: non è più tempo dei tentennamenti. Come quelli, ad esempio, che hanno caratterizzato la vicenda Alitalia-Malpensa. Sul tema la lettura che viene data è netta: "Abbiamo bruciato per anni ingenti risorse per arrivare oggi ad una vendita obbligata e con l'acqua alla gola. Una vendita al gruppo Air France-Klm che, come quota non secondaria del pacchetto, comprende anche la non operatività di un hub concorrente". Se questo è quello che è successo, per il futuro le richieste sono tre. Primo: "L'ottenimento, in sede di trattativa con Air France - Klm, di una moratoria". Secondo: "Se ammortizzatori sociali ci devono essere, che questi vadano a vantaggio del territorio che subirà il ridimensionamento dell'hub". Terzo: "Il piano di collegamento infrastrutturale a Malpensa deve andare avanti, non deve arrestarsi proprio ora che assistiamo ad una forte accelerazione su opere importanti".

RELAZIONI INDUSTRIALI
Altro tema toccato da Michele Graglia nel suo intervento è stato quello delle relazioni industriali. Relazioni che "il tormentato rinnovo del contratto dei metalmeccanici ha dimostrato essere superato". Il vero problema, però, secondo il presidente dell'Unione Industriali, non sono tanto le regole. "La crisi è più profonda e sta nel fatto che tra le parti manca l'aspirazione comune alla conquista di uno stesso traguardo". Occorre dunque prima "darsi dei valori condivisi nell'interesse delle imprese e dei lavoratori. In questo la nostra provincia dà il buon esempio. Da noi gli accordi si firmano, perché c'è sempre la comune volontà di trovare, senza troppe preoccupazioni ideologiche, e con sano pragmatismo, la soluzione ai problemi".

IL CORAGGIO DELLE SCELTE
C'è bisogno, dunque, di una svolta. Anche perché, è stata l'analisi di Graglia, "lo spettro del declino oggi da combattere è diverso e più insidioso di quello di cui si parlava qualche anno fa. Allora il problema era percepito soprattutto come economico. Ora, invece, sentiamo montare nel Paese e, quanto ancor più rischioso, al di fuori di esso, un clima di sfiducia nei confronti dell'Italia". Uno scenario all'interno del quale l'imprenditoria, comunque, "continua a portare il sogno italiano nel mondo". Lo dimostrano i dati relativi alle esportazioni. Quelle generate dall'economia varesina, tra gennaio e settembre 2007, hanno fatto un balzo in avanti del 10,9% rispetto ai valori dello stesso periodo del 2006. Sempre più difficile, ha però avvisato Graglia "risulta operare all'estero avendo la percezione che i nostri interlocutori vedano dietro di noi un'ombra, quella di un Paese incapace di fare scelte coraggiose per il futuro".

PREVISIONI 2008
La sfida è sempre la stessa: riuscire a competere all'estero. Su quei mercati dove si respira aria diffusa di crisi. Le previsioni, per il 2008, sono in calo. A Varese, così come in Italia e nel resto d'Europa. L'Ufficio Studi dell'Unione Industriali, nell'ultima rilevazione sulla congiuntura, ha riscontrato un calo della percentuale di imprese che si attendono una crescita nei primi tre mesi del 2008. Mentre nella rilevazione di settembre solo il 4,2% del campione si attendeva un peggioramento della produzione, in quella di fine anno la quota di chi si aspetta una diminuzione è salita al 20%. E le cose sembrano andare peggio a livello nazionale. Il Centro studi di Confindustria ha rivisto al ribasso la crescita del Pil per il 2008: se qualche mese fa l'attesa era per un già tenue +0,9%, dopo la battuta d'arresto della produzione industriale a dicembre (-0,5%), la stima è stata ulteriormente limata: +0,7%.
E nel resto d'Europa? Basta sfogliare i giornali per capire che gli umori non sono buoni.

UNA FINESTRA SULL'EUROPA

Spagna - Cinco Días
Il quotidiano economico Cinco Días ha pubblicato recentemente le previsioni elaborate dalla Funcas, fondazione di studi economici, che ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell'economia iberica per il 2008. Secondo questi calcoli il Pil, avanzato nel 2007 del 3,4%, quest'anno si fermerà ad un +2,7%.
Francia - Les Echos
Nicolas Bouzou, direttore di Asterès, società indipendente di analisi e previsioni economiche, interpellato da Les Echos, ha detto di attendersi per quest'anno una produzione in rialzo al massimo dell'1,5%. Meno di quanto previsto dalla legge finanziaria francese costruita su un'attesa di crescita del Pil del 2,25%.
Germania - Die Tageszeitung
Per la Germania le stime sono quelle ufficiali fornite dal ministro dell'Economia Michael Gros ai giornali. Uno per tutti, il berlinese Die Tageszeitung. Il Pil che nel 2006 è cresciuto del 2,9% e nel 2007 del 2,5%, nel 2008, ha sostenuto l'esponente di governo, si fermerà a un +1,7%.
Gran Bretagna - The Guardian
Anche il National Institute of Economic and Social Research di Londra ha tagliato le proprie previsioni riguardanti il Pil inglese. Secondo quanto riportato dal The Guardian dalle stime di un +2,2% di ottobre, si è passati al +2% di febbraio.

02/22/2008

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