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Non lasciate le cose a metà

1.200 ragazzi al Teatro Apollonio di Varese per la lezione, speciale, dell'Orientagiovani. Spunti, riflessioni e consigli per affrontare al meglio le scelte future. Di studio e di vita.

"Qualsiasi cosa facciate, fatela maledettamente bene!". Nelle parole di Luciano Traquandi docente dell'Università Carlo Cattaneo-LIUC, uno degli stimoli per i ragazzi delle classi quarte e quinte delle scuole superiori e dei centri di formazione professionale della provincia, riuniti insieme il 14 ottobre, al Teatro di Varese. Un appuntamento tradizionale quello dell'Orientagiovani che rappresenta una tappa di riflessione per tutti quei giovani che si troveranno a breve ad affrontare una delle scelte più importanti, e insieme più difficili, della propria vita. Spunti, consigli ma anche dati oggettivi con cui confrontarsi per non dimenticare che il punto di partenza per fare delle valutazioni intelligenti è la conoscenza del contesto in cui si vive. Approfondire questi stimoli è stato l'obiettivo dei rappresentanti del mondo della scuola e dell'imprenditoria varesina, che hanno partecipato ad Orientagiovani. Innovazione, Scienza e Tecnica, i temi attorno ai quali si sono sviluppate le riflessioni, scelti proprio perché prioritari nel contesto economico di oggi.
E proprio su questo, Luigi Prevosti, vice presidente dell'Unione Industriali, ha portato alcuni dati. "L'anno scorso - ha affermato - solo il 40% degli studenti ha scelto facoltà universitarie scientifiche". Un monito a riflettere, tenendo conto del bisogno crescente per le imprese - in particolare in una provincia come la nostra a vocazione industriale - di risorse umane con una formazione adeguata.
La richiesta di preparazione scientifica è forte e, di conseguenza, ha determinato lo sviluppo di un'adeguata offerta universitaria di alto livello sul territorio. Giacomo Buonanno, preside della Facoltà di Ingegneria all'Università Carlo Cattaneo-LIUC, e Roberto Valvassori, preside della Facoltà di Scienze all'Università dell'Insubria, hanno presentato ai ragazzi le caratteristiche dei due atenei varesini, incoraggiandoli a non sottovalutare le proprie capacità e attitudini nello scegliere un percorso di studi piuttosto che un altro. Il rapporto tra i giovani e le imprese è stato, invece, presentato da Serafino Memmola, presidente della Cobra Automotive Technologies e da Franca Cerri, responsabile della Selezione di Agusta. Entrambi hanno evidenziato la necessità per le proprie realtà di puntare sull'innovazione tecnologica. A questo proposito la Cerri ha fornito alcuni dati. "Per la progettazione e la produzione - ha raccontato - abbiamo assunto lo scorso anno 130 laureati e 250 diplomati aeronautici, meccanici ed elettronici. Selezionando chiediamo ai giovani motivazione, competenze e innovazione".
Concorde sul valore della preparazione anche Memmola: "Un mondo in continua evoluzione richiede un apprendimento continuo. Noi offriamo ai giovani la possibilità di lavorare a Varese per conoscere il mondo, ma per questo abbiamo bisogno di persone creative e responsabili".
Scuola e impresa non sono poi così lontane come si pensa, anzi collaborano per aiutare i ragazzi ad inserirsi nel mondo del lavoro: questo un ulteriore spunto per i giovani a cogliere le opportunità offerte dal territorio. A questo scopo Benedetto Di Rienzo, preside dell'ITC Tosi di Busto Arsizio ha affrontato il tema dell'alternanza scuola-lavoro, presentando la felice esperienza di formazione in azienda di due studentesse della sua scuola. Conoscere il territorio e l'offerta è importante. Ma, prima di tutto, bisogna conoscere se stessi e le proprie motivazioni. Così Franca Pelucchi, docente dell'ISTUD (Istituto Studi Direzionali), ha ricordato ai giovani che, al di là dei titoli di studi, a fare la differenza sono le persone, la loro motivazione e il loro impegno.
Proprio per questo, per dirla con Traquandi, quel che conta davvero non è tanto la strada che si sceglie, ma dopo averla presa, "fare le cose maledettamente bene e non lasciarle a metà".

11/18/2005

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