Questo territorio merita di più

Alitalia ha dedicato alla provincia di Varese l'ultimo numero della propria rivista di bordo "Ulisse", un magazine di ottima qualità e di notevole diffusione che offre la possibilità di far conoscere le bellezze del nostro paese a tutti i viaggiatori, italiani e non (i servizi giornalistici compaiono in italiano e in inglese), che solcano i cieli su qualunque velivolo della nostra compagnia di bandiera. E che viene distribuito anche nelle sale d'attesa degli aeroporti italiani.
Il numero dedicato a Varese è frutto della collaborazione tra Alitalia e la Provincia e si inserisce nella serie di iniziative che quest'ultima, insieme alla Camera di Commercio, ha intrapreso per la valorizzazione turistica del nostro territorio.
Ottima cosa. Non dimentichiamo però che, da Alitalia, questo territorio si aspettava e - sempre che ci siano i margini per il suo salvataggio - si aspetta di più. In particolare, con riferimento a Malpensa. Sulla quale continuano a proiettarsi luci e ombre.
Le luci sono le indubbie opportunità per il territorio di un aeroporto intercontinentale per i movimenti delle persone ma anche, non dimentichiamolo, per le merci. Le ombre, i dubbi che esso riesca a diventare un vero hub: ciò per cui è stato costruito, con l'intervento economico dell'Unione Europea. Per diventare, cioè, l'hub del Centro-Sud Europa, una delle infrastrutture considerate strategiche per il miglioramento dei collegamenti all'interno del Continente.
Queste erano le premesse. I fatti successivi le hanno fin qui smentite.
Contro Malpensa hanno remato lobby straniere - quelle delle compagnie aeree, ma non solo - e lobby di casa nostra: certamente la lobby dei dipendenti Alitalia ed una forte lobby territoriale della Capitale. Alitalia non ha mai installato una base di armamento a Malpensa. Il personale di Alitalia ha sempre fatto base unicamente su Roma. Così ha preteso. Così è stato accontentato.
Occorre trasformare Alitalia in una opportunità per il Paese ed in una fonte di profitto, sul modello di quanto è stato fatto ad esempio per Enel. Assecondando i particolarismi l'Italia ha perso l'occasione di attuare una politica del trasporto aereo degna della sesta potenza industriale. E la strategia di Alitalia ha dovuto adattarsi, da una parte, agli stretti vincoli delle logiche politiche, che l'hanno peraltro costretta alla subalternità rispetto alle altre compagnie e, dall'altra, alle pressioni sindacali dei lavoratori.
Un'ultima considerazione. Un aeroporto, per servire un paese, deve a sua volta essere servito con infrastrutture di collegamento adeguate. Sotto questo aspetto, Malpensa è stata lasciata in posizione di grande debolezza e la circostanza non può non far tornare alla mente quanto già detto a proposito della lobby territoriale della Capitale.
Notizia degli ultimo giorni è che, dopo assicurazioni ottenute e ottimismi risvegliati, l'Anas ha deciso un ennesimo rinvio, a data da destinarsi, dei lavori per completare la bretella tra l'aeroporto e l'autostrada Milano-Torino, via Boffalora.
Cosa ancora si deve dire, cosa ancora si deve fare per far capire che questo territorio merita di più?
E' accaduto più di una volta che, di fronte a crisi aziendali o a decisione imprenditoriali di trasferire l'attività altrove, siano stati convocati consigli comunali "aperti" per lanciare l'allarme sulle sorti del nostro tessuto produttivo. Quando, ormai, il danno era fatto.
Vogliamo ricordarlo ancora una volta: perché un sistema produttivo sia competitivo, non bastano prodotti validi e una efficiente organizzazione della produzione.
Ci vuole anche un contesto che favorisca, anziché ostacolare, le attività economiche.
In provincia di Varese occorre una rete di collegamenti più efficiente. Prima che sia troppo tardi.
Alberto Ribolla