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Industria ora e sempre

I costi della mancata crescita economica del Paese calcolati dal Presidente Michele Graglia. La prima uscita pubblica in Lombardia del neopresidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Il dibattito tra il banchiere, Giampiero Auletta Armenise, e l'imprenditore, Gian Luca Rana. Volti e parole dell'Assemblea Generale 2008 dell'Unione Industriali. Per la prima volta a Malpensafiere


Quando si dice andare controcorrente. Sfidare la naturale lentezza della macchina decisionale del Paese. Pigra, arrugginita. Fino a voler "invertire il corso dei fiumi". L'unica luce è rappresentata dai fari puntati su corpo, volto e leggio. In sala, domina il buio messo in risalto dalle pareti di un blu denso. È in questa scenografia che il Presidente dell'Unione Industriali della Provincia di Varese, Michele Graglia, lancia il suo appello a sindacati, politici, istituzioni, società, territorio tutto: "Se qualcuno, con noi, vorrà industriarsi per garantire un futuro manifatturiero alla nostra provincia, noi saremo qui". Le imprese risponderanno presente. Pronte anche a fare come i veneziani cinquecento anni fa, quando per fermare le espansive mire commerciali ferraresi, deviarono il percorso del Po.
Così si chiude il discorso più importante dell'anno per il Presidente dell'Unione Industriali, quello pronunciato durante l'Assemblea Generale. Un appuntamento che per la prima volta si è tenuto al centro espositivo bustocco di Malpensafiere. Sullo sfondo una elegante e sobria scenografia che mette in risalto i volti degli imprenditori, i nomi delle imprese premiate per i cento anni di attività e i cinquanta, quaranta e trenta anni di iscrizione, le iniziative dell'associazione. Sul palco, invece, ci sono gli schermi, dove slide e immagini della platea accompagnano l'intervento, il consiglio direttivo seduto sulle poltrone bianche "Rossi di Albizzate", e gli ospiti che interverranno al dibattito "Industriarsi per il futuro". È da qui che Graglia lancia il suo messaggio di ottimismo. Partendo con un tono di ottimismo: "Le opportunità che oggi abbiamo di fronte sono molte di più dei problemi che dobbiamo affrontare. E gli strumenti che abbiamo per continuare sulla strada della crescita sono molti più degli ostacoli che troveremo sul nostro cammino". Ad un patto però: "Ci si renda conto che è l'industria la principale garanzia del nostro futuro". Il concetto viene scandito. Come una sottolineatura verbale, perché le parole non cadano nella classificazione mentale delle immagini da dare per scontate. Anche perché "sentiamo che si sta aprendo una forbice troppo ampia tra le radici della nostra cultura industriale e i nuovi valori individuali e sociali che si stanno affermando". Di questo scollamento, rivolgendosi ad una platea di 800 persone, Graglia presenta il conto: "Nel nostro Paese, tra il 2000 e il 2007, la produttività generale è diminuita dell'1,3%, contro un aumento del 6,6% negli Stati Uniti, del 6,4% nella Germania, del 4,1% nell'Europa a 15".
Colpa dell'accumularsi negli anni "di compromessi, di scelte non fatte nel tentativo di non scontentare nessuno, di responsabilità mai assunte sino in fondo, di un'incapacità programmatrice". Risultato: la non crescita. Che ha costi ben precisi, misurabili anche per il futuro. Il presidente dell'Unione Industriali li cita con precisione contabile. In un ambiente più competitivo, paragonabile a quello di paesi come la Germania, la Francia, gli Stati Uniti, il Giappone o i Paesi Bassi, l'economia nazionale, ha stimato il Centro Studi Confindustria, potrebbe generare "nei prossimi cinque anni entrate pubbliche per un totale di 14 miliardi di euro". Nella sola provincia di Varese la somma ammonterebbe a 220 milioni. Sufficienti, sottolinea Graglia, per mettere mano a tre priorità del territorio: "Scuola, infrastrutture modernizzazione organizzativa". Questo quello che chiede l'industria locale. "Potremmo avere 73 milioni di risorse aggiuntive per migliorare le condizioni, veramente poco onorevoli, in cui versano alcuni edifici scolastici, migliorare le attrezzature didattiche, ma, soprattutto, per aprire prospettive e creare opportunità". Non solo, sulle opere viabilistiche "potremmo poter vedere realizzate le infrastrutture che servono, nei tempi in cui esse possono essere utili". Non come la Malpensa-Boffalora, il cui taglio del nastro è arrivato "a 10 anni dalla decisione di realizzarla, a 4 anni dall'apertura del cantiere e a zero giorni dalla fuga dei voli Alitalia dall'aeroporto". E poi gli interventi che potrebbero essere a costo zero "in una logica di alleggerimento dello Stato nella sua struttura centrale e periferica, attraverso un processo di riforme che arrivi ad incidere realmente sui veri costi, che non sono tanto quelli delle indennità o delle pensioni dei parlamentari, quanto quelli del malfunzionamento dell'organizzazione amministrativa". Un punto, quest'ultimo, su cui punta l'accento anche Emma Marcegaglia, alla sua prima uscita pubblica in Lombardia come Presidente di Confindustria: "Abbiamo pronto un decalogo per la sburocratizzazione del sistema, problema che costa alle imprese 15 miliardi di euro". Al primo punto: "L'abrogazione di una serie di leggi". E poi il federalismo fiscale, tema caro alla platea varesina: "Bisogna avvicinare chi decide a chi subisce le conseguenze delle scelte fatte. Serve un sistema che consenta al cittadino di dire: pago, controllo e verifico". In quest'ottica si inquadra anche il colpo di acceleratore richiesto sul fronte delle liberalizzazioni: "Troppe società pubbliche oggi fanno concorrenza sleale alle nostre aziende". Detto nelle poche parole di Graglia il Paese potrà tornare a crescere e a creare ricchezza solo "rimettendo al centro l'impresa come generatore di sviluppo". Quella stessa impresa per la quale Gian Luca Rana rivendica "un ruolo centrale, come cellula iniziale in cui l'individuo può realizzare gran parte della propria vita". L'amministratore delegato del Pastifico Rana Spa, incalzato durante il dibattito dalle domande del giornalista di Radio24 Sebastiano Barisoni, richiama però i colleghi imprenditori al ruolo etico che le loro attività devono avere nella società. Di nuovo il concetto: dalle imprese tutto dipende. "Anche la salute delle banche", sottolinea Giampiero Auletta Armenise, consigliere delegato del gruppo Ubi: "Nel nostro settore si è passati dal concetto di istituzione alla cultura d'impresa. Abbiamo messo al centro il cliente e i servizi, al posto del prodotto".

UN ANNO DI ATTIVITA' IN 160 PAGINE

Poco meno di 160 pagine. Per parlare dell'assetto associativo e della rappresentatività dell'Unione Industriali della Provincia di Varese all'interno del sistema confindustriale. Oltre che della struttura operativa e degli enti collegati. Come sempre, durante l'Assemblea Generale, è stato distribuito ad autorità, imprenditori e giornalisti, il Rendiconto sulle attività svolte durante il 2007. Un manuale descrittivo che racchiude le azioni portate avanti per sostenere la competitività del sistema economico del territorio. Dai corsi di formazione per il personale delle imprese associate, alle relazioni industriali. Dagli accordi con i sindacati sul tema della sicurezza, ai servizi di consulenza e aggiornamento sul fisco. E poi ancora il bilancio dei consorzi Energi.Va e Provex, della società di trading energetico Espansione Srl, la nuova iniziativa della holding di partecipazioni Varese Investimenti Spa. Fino alla pubblicazione di ricerche, alle relazioni con le istituzioni e il contributo alla diffusione di quella cultura d'impresa di cui l'Università Carlo Cattaneo - LIUC rappresenta uno dei pilastri portanti. Senza contare il capitolo che fa la fotografia dell'economia del Varesotto. Numeri, dati e grafici dai quali emerge il peso che l'industria riveste sul territorio, il cui valore aggiunto prodotto annualmente dipende per un terzo proprio dal manifatturiero. I
L RICO

IL RICONOSCIMENTO ALLE IMPRESE STORICHE

Difficile ricompensare per quello che ha dato un'impresa che opera da un secolo sul territorio. L'unico modo è un gesto quanto meno simbolico. Una forma di riconoscimento. Una pergamena e un bronzo. A consegnarli alle quattro imprese premiate per i cento anni di attività, come da tradizione, è stato, durante l'Assemblea Generale, il Presidente dell'Unione Industriali, Michele Graglia. Quattro, quest'anno le strette di mano. Quelle con i responsabili dell'Agusta Spa di Samarate (anno di fondazione 1907), della Candeggio Gallaratese Spa di Gallarate (1908), della Leggiuno Spa di Leggiuno (1908), della Piave Maitex Spa di Caronno Pertusella (1908). Nomi celebri come quello degli elicotteri made in Varese, si sono alternati sul palco a presenze meno famose, ma che hanno fatto la storia dell'industria locale. Imprese soprattutto legate al Tessile-Abbigliamento: alla tintoria, al finissaggio, alla filatura e tessitura, alla produzione di maglie a fibre naturali e sintetiche. Come degli organismi unicellulari da cui è partita, ben prima degli inizi del Novecento, l'evoluzione del manifatturiero varesino. Centenarie, ma non solo. Ad essere festeggiate e premiate sono state anche altre 27 imprese: 13 per i 30 anni di iscrizione all'Unione Industriali, 7 per i 40 anni, e altrettante per i 50 anni. Da Saronno a Vanzaghello, da Origgio a Gallarate. Passando per Varese, Fagnano Olona, Castellanza. Un territorio che nell'industria ha le sue radici. Da ricordare. Anche solo con un pensiero.
NOSCIMENTO ALLE IMPRESE

06/13/2008

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