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L'ora al polso

Oggetti costruiti dall'ingegno umano dove il lato artistico e quello pratico-tecnico si fondono in maniera davvero unica, gli orologi da polso ebbero la loro affermazione all'inizio del XX secolo e annoverano moltissimi appassionati collezionisti.

Gli orologi da polso sono oggetti ingegnosi dove il lato artistico e quello pratico-tecnico si fondono in maniera davvero unica, è forse per questo che trovano molti estimatori e collezionisti.
L'orologio da polso ebbe la sua affermazione all'inizio del XX secolo destinando all'antiquariato gli orologi da tasca, ormai inadatti ad un tipo di vita fondata sul movimento e sulla velocità. Infatti il periodo in questione, ebbe importanti influssi artistici e un deciso impulso a staccarsi dalla tradizione. Il primo oggetto a noi noto è un Patek Philippe datato 1868 commissionato alla prestigiosa casa dalla Contessa Kocewicz costituito da un bracciale d'oro decorato da diamanti con quadrante orario a scomparsa. Comunque, la strada percorsa dall'orologio non fu semplice poiché moltissime furono le innovazioni tecniche e stilistiche che dovettero essere applicate per giungere ai modelli più evoluti e complicati. Tra queste la sostituzione della chiavetta di carica con la moderna corona, il sistema di ricarica automatica che consentiva il funzionamento senza la ricarica manuale giornaliera e la chiusura della cassa a vite per consentire la tenuta stagna dell'orologio. E' questo particolare che segna la prima grande affermazione della casa Rolex la quale, dalla vendita del modello Oyster del 1926, si qualificò come marchio sportivo d'avanguardia per eccellenza.
Le maggiori innovazioni riguardarono design e miniaturizzazione come nel caso di Jaegher LeCoultre che nel 1931 brevettò la cassa ribaltabile creata per preservare il quadrante trovando nel contempo una soluzione estetica che ha fatto epoca. Sempre la stessa casa aveva fatto un grandissimo scalpore con l'introduzione del movimento chiamato due linee e caratterizzato da un'estrema miniaturizzazione del meccanismo di solo 1 grammo di peso per 4,85 millimetri di spessore. Le innovazioni proseguirono nei decenni successivi e negli anni '50 si concentrarono sull'applicazione e realizzazione nelle versioni da polso delle complicazioni (con questo termine si intendono tutte quelle funzioni aggiuntive rispetto al conteggio ed indicazione delle ore, minuti e secondi) che avevano caratterizzato gli orologi sette-ottocenteschi. Gli anni sessanta vedono il trionfo della ricerca di modelli extra piatti e di modelli come lo Speed Master di Omega o il Cosmonaute di Breitling che risentono dell'euforia per i viaggi spaziali. Infine con gli anni settanta giungono i primi orologi elettrici quali l'Hamilton Ventura con cassa asimmetrica o il Bulova Accutron con il quadrante a vista e che permette la visione sui circuiti integrati ed infine Hamilton Pulsar dal quadrante digitale. Con la fine degli anni settanta fanno il loro ingresso i quadranti a cristalli liquidi e il Giappone mette in crisi il monopolio svizzero dell'orologeria. La Confederazione Elvetica ricomincerà a riprendere quote di mercato con i primi anni ottanta (1983) grazie all'orologio Swatch (Swiss watch) che riunirà moda, design e alta tecnologia a costi molto competitivi.
Ma come orientarsi per iniziare una collezione?
Per evitare di raccogliere degli oggetti che, anche se preziosi o pregiati, finiscono per creare un semplice tesoretto, è necessario sforzarsi di seguire un tema cioè di raccogliere oggetti omogenei, ad esempio orologi militari, di design, subacquei o cronografi, oppure cercare di sviluppare una ricostruzione dell'evoluzione artistica e tecnologica di questi oggetti. Una categorie interessante è quella degli orologi di forma: quelli, cioè, che hanno sembianze diverse da quella circolare. Tipici esempi, nati negli anni '30: le creazioni firmate da Cartier, Patek Philippe e Jaeger LeCoultre che, con il suo famoso Reverso realizzato nel 1931, ha soddisfatto le esigenze di alcuni ufficiali inglesi, giocatori di polo, che richiedevano un vetro che fosse posto al riparo dagli urti.
Altra categoria di grande riscontro per i collezionisti è quello dei cronografi. Orologi speciali dall'aspetto marcatamente sportivo e dal movimento supplementare in grado di registarre minuti e secondi e di memorizzare il tempo di un evento o di una prova. Tali orologi sono caratterizzati da un'estetica rigorosa tutta incentrata all'efficienza: nati per essere indispensabili strumenti per piloti, militari o navigatori avventurosi in genere. Tra le case che non possono essere omesse la Breitling, che divenne famosa per il suo cronografo con regolo calcolatore, l'Eberhard, con i suoi modelli chiamati Extra Fort (particolarmente grandi), l'Omega, che con il cronografo Speedmaster si legò indissolubilmente all'impresa della spedizione Apollo che raggiunse la Luna il 21 Luglio 1969, la Patek Philippe che, con i primi esemplari degli anni venti, ha proposto modelli di straordinaria tecnologia unita a una estrema raffinatezza. Infine, la Rolex i cui primi cronografi risalgono agli anni dieci del secolo scorso in concomitanza con la fondazione della casa avvenuta nel 1908 da Hans Wildsdorf di Ginevra. Passando a tutt'altra categoria segnaliamo gli orologi militari che, a nostro avviso, rappresentano in pieno il cambiamento dei tempi: durante i conflitti del '900, infatti, l'orologio divenne uno strumento necessario per il puntuale movimento di mezzi e uomini oltre ad un accessorio indispensabile per l'equipaggiamento delle truppe speciali come i paracadutisti o gli uomini rana. Tra i precursori si rammenta la Girard Perregaux, che ricevette la sua prima commissione nel 1879 dal Kaiser Guglielmo II, ma anche i modelli dell'italiana Panerai, in particolari Radiomir e Luminor, pezzi di eccezionale rarità. Visto il tema è d'obbligo anche segnalare Omega (casa fondata nel 1848 da Lous Brandt a La Chaux-de-fonds in Svizzera) che, con il suo modello da pilota, accompagnò l'impresa della traversata Roma-Chicago di Italo Balbo del 1933. A questo punto, lungi dalla certezza di essere stati esaustivi, è d'obbligo un arrivederci in libreria per approfondire l'argomento e… buona caccia!

09/23/2004

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