Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Una Farnesina a sostegno del sistema Italia

Il premier Berlusconi personalmente impegnato nella riforma del Ministero degli Affari Esteri, che alla diplomazia pura è chiamato ad aggiungere la funzione di promozione del "made in Italy" nel mondo.


E' da sempre una delle esigenze più sentite dei nostri operatori economici. Quella di avere un sostegno maggiore all'internazionalizzazione da parte delle strutture dello Stato. Un'esigenza avvertita in maniera ancor più pressante in concomitanza con la progressiva apertura dei mercati, cioè con la globalizzazione dell'economia. Gli imprenditori se ne lamentavano da tempo. "Quando partecipiamo a rassegne espositive internazionali e quando ci troviamo comunque a misurarci con i nostri concorrenti stranieri, ci accorgiamo che questi hanno dalla loro un maggiore sostegno da parte del loro paese: più credito all'esportazione, maggiori coperture assicurative anche per le aree commerciali a maggiore rischio, migliore appoggio nella promozione dell'export". E ancora: "Quando un capo di stato o un ministro di un paese industrializzato nostro concorrente si reca in missione all'estero, oltre alle relazioni politiche non disdegna affatto di svolgere anche un'azione di promozione per le industrie e per i prodotti del proprio paese. E, generalmente, le missioni politiche hanno anche una forte valenza commerciale. Uomini di stato e capitani d'industria si muovono insieme".
Trasformare il nostro Ministero degli Affari Esteri aggiungendo, al tradizionale e insostituibile ruolo diplomatico, anche una funzione di promozione e sostegno commerciale del sistema Italia, è una delle sfide che l'attuale governo ha indicato nel proprio programma elettorale e che il premier Silvio Berlusconi sta cercando personalmente di attuare dopo l'assunzione ad interim della responsabilità di guidare la Farnesina.
Si tratta di un compito difficile e impegnativo. Sono infatti almeno tre i livelli in cui occorre intervenire innovando in un contesto amministrativo che è dei più tradizionalisti. L'ambito culturale è proprio il primo e forse più importante. Gli ambasciatori e il personale delle ambasciate sono da sempre professionalmente proiettati verso le attività della diplomazia pura.
La stessa formazione richiesta ai diplomatici tiene conto di quella che è sempre stata considerata la mission delle rappresentanze diplomatiche all'estero. Alla carriera di ambasciatore o di funzionario di ambasciata si accede mediante concorso ed è richiesta una preparazione nelle materie soprattutto del diritto internazionale, della storia e delle lingue straniere. Non manca, peraltro, l'economia.
Il secondo livello d'intervento è quello del coordinamento tra i vari dicasteri che si occupano dei rapporti con l'estero. Ministero degli Affari Esteri, Ministero del Commercio Estero, Ministero per le Politiche Comunitarie, Ministero per gli Italiani nel mondo: è sufficiente ricordare il loro numero per rendersi conto di quanto sia reale il rischio di una frammentazione, al punto da domandarsi quante siano le politiche estere del nostro paese. E anche all'interno della struttura del solo Ministero degli Affari Esteri, c'è un problema di coordinamento e di efficienza delle sedi diplomatiche e dei consolati: una rete ampia costituita da 123 ambasciate, 11 rappresentanze permanenti presso organismi internazionali e 114 uffici consolari.
Il terzo ambito d'intervento è rappresentato dalla necessità di coordinare, ottimizzando le doverose sinergie, tutte le altre strutture che, in vario modo e a vario livello, si occupano della promozione del made in Italy: l'Istituto Italiano per il Commercio Estero (ICE), le camere di commercio, i consorzi all'esportazione, le associazioni imprenditoriali, il sistema fieristico.
E se la riforma della Farnesina piace a Confindustria, che da anni ne sosteneva la necessità, anche per il presidente dell'Unione Italiana delle Camere di Commercio, Carlo Sangalli, si tratta di "un'iniziativa positiva che delinea un percorso che si basa sulla modernizzazione e sulla sinergia. La riforma - afferma Sangalli - valorizza la più stretta integrazione fra la dimensione diplomatica istituzionale e la promozione delle imprese all'estero. Del resto, oggi il made in Italy è sempre di più made in Italy allargato, che include non solo la qualità del prodotto, ma anche lo spessore storico e culturale legato all'immagine Italia. In più ritengo molto utile l'individuazione di una figura con caratteristiche manageriali che riesca operativamente a riaccorpare il lavoro dei diversi soggetti dediti all'internazionalizzazione". E anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha dimostrato di condividerne le finalità. Nel suo recente incontro con gli ambasciatori italiani, tenutosi a fine luglio, Ciampi ha affermato che "la promozione e la tutela degli interessi economici italiani e della nostra cultura millenaria accrescono le responsabilità dell'azione diplomatica. Gli indubbi progressi della nostra economia, la sua capacità di misurarsi con successo con le sfide del mercato globale, propongono nuovi impegni alle nostre rappresentanze del mondo. Non rappresentate soltanto un grande paese - ha proseguito il presidente della Repubblica - culla della civiltà moderna, custode di una insuperata tradizione di cultura, protagonista nella costruzione di nuove istituzioni nazionali ed europee che promuovono il benessere e la pace nel mondo. Rappresentate anche una della grandi potenze economiche del tempo presente".
Nel frattempo, c'è chi ha già pensato di muoversi da solo. La Lombardia ha recentemente aperto 25 uffici di rappresentanza in 21 paesi. "Dei cinque continenti resta scoperta soltanto l'Australia, ma - ha assicurato il presidente della Regione Roberto Formigoni - ancora per poco". Le nostre "antenne nel mondo" - come le ha definite lo stesso Formigoni - hanno due compiti: da un lato assistere le imprese lombarde, soprattutto piccole e medie, all'estero; dall'altro promuovere il sistema economico produttivo lombardo a livello internazionale. La rete "consolare" creata dalla Regione Lombardia ha potuto contare sulla collaborazione delle camere di commercio, che già è presente da tempo in molti paesi come ad esempio Russia, Brasile, Cina. Si tratta quindi, a modo suo, di una iniziativa che "mette in rete" attività preesistenti, potenziandole e moltiplicandone così i livelli di efficienza e di efficacia.
Un modello per la riforma che si accinge a realizzare lo Stato. Forse, anche un elemento di complessità in più per il coordinamento di tutti gli enti che operano a sostegno del sistema Italia.

09/25/2002

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa