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Lo scultore dei principi in mostra a Ligornetto

La mostra dedicata al grande scultore Henry Triqueti al Museo Vela di Ligornetto, si avvale anche di numerosi prestiti provenienti dal Louvre.

La madre di Mosè abbraccia il figlio nella culla, 1852 terrecotta, 21 x 35 x 14 cmUn grande artista. Un'infanzia alimentatasi in un milieu sociale di alti privilegi, un'intera vita segnata da amicizie importanti, da fortuna professionale e da intensi legami familiari che gli concessero felicità e dolori a piene mani. Chi vuole avvicinarsi all'affascinante vicenda esistenziale e artistica di Henry de Triqueti (1803-1874) protagonista della scultura francese del diciannovesimo secolo, si rechi alla casa museo Vela di Ligornetto. Dove è allestita, accanto all'opera di Vincenzo Vela, una rassegna - del tutto inedita per la Svizzera - dedicata a “Henry de Triqueti, scultore dei principi”. Organizzata in collaborazione con il Musée Girodet di Montargis e il Musée des Beaux-Arts di Orléans, si avvale anche di numerosi prestiti provenienti dal Louvre, dalla scuola nazionale superiore di belle arti di Parigi e da collezioni private. Per diversi decenni, tra il 1830 e il 1874, anno della morte, l'artista- che debuttò al Salon nel 1831- fu in grande amicizia e considerazione presso alcune famiglie reali europee. La frequentazione con il colto e raffinato Luigi Filippo, della cui corte fu uno degli artisti ufficiali, e con la regina Vittoria d'Inghilterra e il principe Alberto di Sassonia Coburgo-Ghota, gli portarono la stima e importanti incarichi per la realizzazione di opere destinate a rimanere nella storia dell'arte. Ideò per Luigi Filippo il complesso funerario in memoria del giovane duca Ferdinando Filippo d'Orléans, morto in seguito ad una caduta da cavallo e ritratto da de Triqueti subito dopo l'incidente. L'espressione serena attribuitagli dall'artista rassicurò la madre affranta e preoccupata che il giovane fosse morto senza avere ricevuto i sacramenti. Su richiesta della regina Vittoria d'Inghilterra eseguì invece la imponente Albert Chapel in memoria del di lei consorte, deceduto a soli 42 anni, marito amato e consigliere saggio. La regina decise di trasformare la cappella di Wolsey nel castello di Windsor, costruita nel XII secolo, in un memoriale aperto al pubblico. E affidò a allo scultore francese la decorazione delle pareti, ornate con una serie di tarsie in marmo, realizzate mediante una tecnica unica al mondo, raffiguranti scene dell'Antico testamento. E' questa la sua opera più imponente, che lo consacrò definitivamente e lo tenne occupato fino alla morte. Il museo di Ligornetto ripropone proprio nelle sue sale una ricostruzione della cappella funebre del principe Alberto. La grande maestria di de Triqueti si rivelò anche nella versatilità a misurarsi con un' infinita pluralità di temi. I soggetti biblici furono principalmente al centro del suo interesse di uomo cresciuto in un famiglia devota e osservante. Già nel 1934, ispirato dai portoni rinascimentali visti a Firenze - in particolare il battistero del Ghiberti - lo scultore realizzò le splendide porte bronzee della chiesa della Madeleine a Parigi. Fu proprio quest'opera a dargli la fama, assicurandogli le regali committenze dei sovrani inglesi e francesi. Si vedano, sempre di ispirazione biblica, molti altri degli splendidi lavori in mostra a Ligornetto. E se avvincente per delicatezza e raffinatezza d'esecuzione è il marmo di Loth che affida il figlio Mosè alle acque, c'è almeno altrettanta magistrale sapienza e raffinatezza nelle splendide copie in gesso, marmo e terracotta sullo stesso tema. La vasta cultura di Triqueti lo portò ad interessarsi a una pluralità di temi: importanti risultano gli esiti artistici legati alla mitologia - come le numerose, preziose opere in marmo, bronzo e avorio provenienti da collezioni private - e quelli ispirati dai tanti viaggi. Visitò infatti più volte l'Italia e le città di Roma, Firenze, Pisa, Siena e Lucca. Altro tema fondamentale per lo scultore la bellezza femminile. Ebbe come musa ispiratrice la adorata figlia Blanche, scrittrice raffinata, morta di tisi a soli quarantasei anni, che ritrasse più volte in opere e tematiche diverse. La morte di lei gli fu risparmiata. Ma non la perdita precoce del figlio Edouard, avvenuta in giovane età. L'invito di Ligornetto non è volto solo a far conoscere la complessità e grandezza di questo scultore impareggiabile. C'è l'opportunità di accostare la sua arte a quella di Vincenzo Vela, il padrone di casa vissuto qui. Si scoprirà che, se l'artista francese fu più ispirato dai temi religiosi e dal mito, e il Vela si rivelò invece infiammato dalla causa risorgimentale, entrambi furono coinvolti dagli ultimi influssi neoclassici. Soprattutto aderirono con convinzione al filone romantico - del quale furono superbi interpreti - apparentati nel comune, sensibilissimo sentire, verso quella vita che scorreva dal loro cuore alle mani, trasformando la materia in forma sublime. L'arte dell'uno appare esaltata in quella dell'altro, grazie anche all'ambientazione perfetta offerta dall'allestimento della luminosa casa museo di Ligornetto. Ed è un altro piacere, durante la visita, veder sciamare a suon di musica da una sala all'altra, animandole di freschezza, giovanissime danzatrici in candidi tutù impegnate nelle prove di uno spettacolo. Segno di una intelligente, incessante attività didattica che sa portare calore e vita anche in un museo abitato da algide creature.

HENRY DE TRIQUETI
Scultore dei principi
27 aprile-27 luglio 2008
Museo Vela - Ligornetto
giugno e luglio: 10.00-18.00

06/13/2008

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