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Qualche mese è passato eppure il ricordo di quel fine ottobre, in cui l’aria delle abitazioni dei paesi sorti tra il lago di Varese e le pendici del massiccio del Campo dei Fiori era colma di fumo, riempie ancora di amarezza il cuore dei varesini. Quella notte il cielo veniva illuminato da un bagliore color arancione incandescente, dalle luci delle sirene dei mezzi della protezione civile e dei pompieri. In particolare, una delle lingue di fuoco proveniente dall’incendio scoppiato nei boschi, lasciava con il fiato sospeso l’intera provincia di Varese, e soprattutto spaventava i cittadini e i residenti di Luvinate. Le fiamme, infatti, stavano divorando il sottobosco intorno al sentiero 10 e mettendo allo stesso tempo in forte pericolo uno dei simboli di eccellenza e di varesinità di questo territorio quale l’Osservatorio astronomico G. V. Schiapparelli, collocato sulla punta Paradiso del monte.

Lo “Scarpone”, ancora oggi, è una delle gare storiche di corsa in montagna, che si districa proprio tra i sentieri dei boschi del Parco Campo dei Fiori

E proprio in quella notte, tra fumo, fiamme e rabbia, rischiava di andare perduta una tradizione molto importante. Il legame che unisce la cittadella delle scienze al piccolo comune varesino, infatti, ha origine una cinquantina di anni fa, con la nascita dello Scarpone Luvinatese. Lo “Scarpone”, ancora oggi, è una delle gare storiche di corsa in montagna, che si districa proprio tra i sentieri dei boschi del Parco Campo dei Fiori. Nata per gioco, come una sfida tra due compaesani, col passare del tempo è divenuta una vera e propria tradizione, capace di farsi conoscere a livello provinciale e non solo. E se, corsa dopo corsa, lo Scarpone si è fatto largo nei cuori degli appassionati podisti sconfinando ben al di fuori dai limiti del Varesotto, la prima gara dopo lo spaventoso incendio al Campo dei Fiori ha avuto un sapore di rivalsa tutto nuovo.

Le origini di questa competizione trovano spazio nella memoria dei luvinatesi, che ancora oggi ne tramandano la storia grazie a racconti e ricordi, ma soprattutto, la vivono di anno in anno, nel giorno della festa dei lavoratori, il primo di maggio. Tutto iniziò su per giù 50 anni fa, intorno ai primi anni ‘60, purtroppo non ci sono testimonianze scritte ma solo orali che possano confermare il periodo esatto. La tradizione vuole che due luvinatesi “doc”, Giulio Broggi e Mario Pozzi accaniti appassionati di bici e acerrimi rivali delle due ruote, si trovarono un giorno al “circùl de Lunà, a bere un bicer”. E fu così che, durante la conversazione, tra un bicchiere di vino e qualche reciproca presa in giro, i due si lanciarono una nuova sfida in uno scontro che non prevedesse l’uso del “cavallo d’acciaio”, da loro tanto amato, bensì una corsa a piedi. Il percorso prevedeva la salita alla montagna del Campo dei Fiori, attraverso i sentieri che ognuno dei due sfidanti riteneva più opportuni. La partenza era nella piazza del paese e l’arrivo invece, venne fissato ad una altezza di 1.225 metri sulla cima di Punta Paradiso, vicino all’Osservatorio Astronomico, in fase di costruzione proprio in quegli stessi anni, per volere del professor Salvatore Furia e dedicato all’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiapparelli.

Le origini di questa competizione trovano spazio nella memoria dei luvinatesi, che ancora oggi ne tramandano la storia grazie a racconti e ricordi, ma soprattutto, la vivono di anno in anno, nel giorno della festa dei lavoratori, il primo di maggio

Le regole erano molto semplici: il primo che fosse arrivato in cima avrebbe vinto. Più complicata era la salita, perché dopo una prima parte tranquilla tra i boschi di castagni e betulle, i sentieri improvvisamente si inerpicano lungo le pareti della montagna, rendendo la salita veramente difficile e impegnativa. Il percorso continua snodandosi attraverso un lungo canalone che si congiunge alla strada militare, penultimo tratto prima di raggiungere la tanto attesa vetta. Lo Scarpone Luvinatese, col passare del tempo da sfida tra due compaesani, è divenuto una vera e propria tradizione che tutti gli anni, il primo di maggio, con qualsiasi tempo atmosferico, viene corso lungo i sentieri del Campo dei Fiori. Il tracciato oggi misura 5,6 km con un dislivello totale di 800 metri e una pendenza media del 15,5%.

Col tempo, questa gara ha subito diverse modifiche e aggiunte. Per la prima volta nel 1972 si è iniziato a cronometrare i tempi dei corridori, nel 1976 invece si è aggiunto un percorso per i più piccoli denominato “Scarponcino”. Questo tracciato junior ha avuto anch’esso, nel corso degli anni, dei cambiamenti e tra il finire degli anni ‘80 e i primi anni ‘90 il suo percorso prevede un cerchio della lunghezza di 3,5 km con partenza da piazza Cacciatori delle Alpi e, dopo aver corso lungo una piccola parte del sentiero 10 del parco Campo dei Fiori, ritorna poi nel punto di avvio.

Ancora, nel 2007 lo Scarpone è stato inserito nel GrandPrix di corsa in montagna nelle valli varesine, e per 4 anni, fino al 2011, alla ormai nota corsa locale si era aggiunto anche lo Sky Runner, una competizione che inglobava lo Scarpone stesso e si distendeva per 25 km da Luvinate fino al Forte di Orino e ritorno. Ora, dopo tutti questi cambiamenti, la gara è tornata quasi alle origini e continua a fare storia a sé, proprio come quando tutto ebbe inizio. Tutti gli anni lo Scarpone Luvinatese viene affrontato da un centinaio di coraggiosi, appassionati di corsa, animatori e allenati, luvinatesi e non, che si sfidano lungo i pendii della montagna. Il record maschile impiegato per completare il percorso, risale al 1976 ed è stato di 31 minuti, ma a Luvinate non tutti sono concordi sulla certezza di questo tempo e si dice che quell’anno “qualcuno si sia dimenticato di far partire il cronometro al segnale di avvio”.

Andrea Minazzi, Presidente della Pro Loco di Luvinate: "Tra questi boschi e sentieri molti varesini, ed in particolare, luvinatesi, sono cresciuti e hanno corso diverse edizioni dello Scarpone e dello Scarponcino"

Al di là di queste curiosità, lo Scarpone, col passare del tempo è riuscito a trasformarsi in un appuntamento fisso. E a più di cinquant’anni dalla prima salita, si può affermare che questa corsa oramai sia divenuta una vera e propria tradizione, con una sua storia, tanto da entrare nella memoria non solo di un piccolo paese come Luvinate. Ma anzi riuscendo a ritagliarsi uno spazio anche a livello provinciale e, come dimostra il vincitore dell’edizione 2016, proveniente addirittura da Bergamo, anche a livello regionale. Quest’anno, dopo il brutto incendio di fine ottobre, la competizione ha avuto un significato diverso come si comprende dalle parole del Presidente della Pro Loco di Luvinate, Andrea Minazzi: “Tra questi boschi e sentieri molti varesini, ed in particolare, luvinatesi, sono cresciuti e hanno corso diverse edizioni dello Scarpone e dello Scarponcino. L’unicità di questa corsa, oltre alle sue radici storiche, risiede anche nella bellezza di questo territorio, di questa montagna, della natura che c’è, ma anche nelle persone che la vivono di anno in anno, sia come organizzatori che come partecipanti. Lo Scarpone quest’anno ha simboleggiato anche la capacità di valorizzare la nostra montagna, nonostante l’incendio che ha danneggiato, ma non sconfitto, i nostri boschi, i nostri sentieri e il nostro amato Campo dei Fiori”.

 

I vincitori dell’edizione 2018:

Luca Ponti, 39 anni, tempo 00:39:37

Mauro Toniolo, 47 anni, tempo 00:41:20

Gabriele Fiori, 29 anni, tempo 00:42:14

 

 



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