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C'è il figlio che ha fondato una nuova attività operante nello stesso settore dell’azienda dei genitori, ma a valle della filiera: “Mi sono fatto aiutare da loro, ma oggi posso dire di aver restituito interamente il capitale che mi hanno prestato”. C'è anche il padre che preferisce organizzare l'azienda in diverse divisioni e mettere a capo di ognuna uno dei propri tre figli: “Li voglio mettere alla prova per capire chi di loro ha la stoffa dell’imprenditore”. Ci sono poi il padre e il figlio che, insieme, portano avanti la sfida di capire come uscire dalla crisi del proprio settore, quello difficile dell'editoria: “I libri sono sempre meno letti ma possono rappresentare ancora una nicchia di mercato”. Il passaggio generazionale in azienda può assumere tante facce. Come quella di una giovane che, rappresentando la seconda generazione dell’impresa, crede di non essere una vera imprenditrice: “Perché a esserlo è chi crea qualcosa dal nulla, mentre io ho ereditato un’attività già avviata”. Una percezione di se stessa che, per il consulente aziendale Luca Marcolin, di The Family Business Unit, non potrebbe essere più sbagliata: “Perché imprenditore non è solo colui che fa partire un'impresa ma anche chi ne gestisce il successo ad anni di distanza dalla nascita. Un lavoro che può essere più difficile dell'avviamento. Anche per il solo fatto di dover amministrare un sistema più complesso”.

Quella della Giovanni Clerici & Figli è una storia emblematica e ultra centenaria che racconta con la propria esperienza cosa serve per dar vita a scambi di testimone di successo. Tema su cui ha acceso i riflettori il Gruppo Giovani Imprenditori degli industriali varesini

Sono queste alcune delle storie emerse durante il Progetto “Passaggio Generazionale: visione strategica e tattica” organizzato nei mesi scorsi dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali varesina, in collaborazione con la società di servizi alle imprese SPI – Servizi & Promozioni Industriali Srl. Un momento di formazione che ha visto figli e genitori, riuniti nelle stesse sale, per confrontarsi su come gestire uno dei momenti più delicati nella vita di un’azienda. Uno, due, tre generazioni. A volte anche di più in un tessuto industriale storico come quello del Varesotto. Fino a dei veri e propri record. Fino, ad esempio, alla settima generazione. Come quella che sta cominciando ad operare alla Giovanni Clerici & Figli Spa, azienda di Gallarate del settore tessile, del comparto tintoria e finissaggio. A dare il senso di quante ere industriali questa azienda abbia attraversato, più che la data di nascita, è il racconto di Mario Montonati, oggi Presidente della società: “Questa impresa è stata fondata dal nonno del mio bisnonno”. In cifre: era il 1869. Ma quello dei Montonati è solo uno dei due rami a capo dell’azienda. L’altro 50% del capitale è in mano alla famiglia dei Clerici, oggi rappresentata negli uffici di via Milano da Filippo.
E qui sta, secondo Mario Montonati, uno dei segreti della Giovanni Clerici & Figli Spa, che di staffetta in staffetta, non è mai inciampata in problemi di rapporti tra persone in grado di bloccare attività e progetti di sviluppo: “Il fatto è - spiega Mario Montonati - che dal dopoguerra in avanti in azienda le due famiglie hanno dato vita a dei  passaggi generazionali interni sfasati nel tempo.  L’avvicendamento dentro le due proprietà ha permesso di avere, tra una generazione e l’altra, una differenza di età non superiore ai 20 anni”. Più o meno la stesso divario che esiste oggi tra Mario Montonati e Filippo Clerici. O che esiste tra lo stesso Filippo e suo cugino Alberto Montonati, figlio di Mario, che rappresenta la settima generazione e che dal 2010 lavora in azienda. “Ma tra tre anni - precisa il papà Mario – io lascerò e toccherà a lui prendere le sorti dell’azienda insieme a Filippo”. Lo scambio di testimone è già stato deciso e programmato: “E’ una nostra saggia tradizione”, racconta ancora Mario Montonati. Quella per la quale “a 70 anni si lascia l’azienda. Perché bisogna alzarsi da tavola non quando si è stanchi e affaticati, ma quando si ha ancora fame”. Programmare e dare fiducia alla generazione successiva.

Mario Montonati: “Da noi a 70 anni si lascia l’azienda. Perché bisogna alzarsi da tavola non quando si è stanchi e affaticati, ma quando si ha ancora fame”

D’altronde la Giovanni Clerici & Figli Spa rappresenta un vero e proprio laboratorio in cui il passaggio generazionale è stato sempre giocato con le giuste regole. Mario Montonati, un po’ modestamente e in riferimento al non eccessivo scarto di età tra soci, parla di “un fattore che comincia per ‘C’ e finisce con fortuna”, ma non è proprio o solo così. Non è solo questione di fato e di anagrafe. Il vero segreto, lo racconta lo stesso Mario, sta in una foto che ha in ufficio: risale al 1958 ed è stata scattata il giorno in cui fu premiato un dipendente per gli anni di fedeltà all’azienda: “La vede quell’immagine?” dice Mario Montonati indicando lo scatto seppiato: “Vede l’uomo al centro? È il dipendente”. Lui al centro di tutto. “I nostri passaggi generazionali hanno sempre funzionato perché abbiamo tra Montonati e Clerici e all’interno delle nostre rispettive famiglie, sempre condiviso gli stesso obiettivi”. E qui il fatturato o le strategie non c’entrano nulla: “Parlo di valori: chi ha la fortuna di subentrare al governo di un’azienda piccola come la nostra, dove l’imprenditore spinge il carrello, deve fare propri i valori che gli vengono insegnati ogni giorno”. Per poi, ovviamente, interpretarli in progetti concreti al passo coi tempi. L’importante è remare sempre tutti nella stessa direzione: “Come quella volta - racconta Montonati - che nel 2013 i due rami della famiglia, di fronte alla crisi del settore, decisero senza batter ciglio di rifinanziare l’azienda. Concordi”. Nessuna ipotesi di delocalizzazione poteva reggere di fronte “al senso di responsabilità nei confronti dei dipendenti, gli stessi - precisa Mario - che  ridono alle mie barzellette perché sono divertenti, non perché le racconto io”.
E ora lo sguardo è rivolto ad Alberto Montonati, il figlio che da 6 anni lavora in azienda dopo un percorso di studi passato dalla LIUC – Università Cattaneo, un master all'Università Cattolica e un’esperienza di un anno in una multinazionale. Ma, in realtà, cominciato ben prima: “Da ragazzino -  ricorda Alberto, oggi Vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori - venivo in azienda ad arrotolare le pezze”. E qui sta un’altra regola per i passaggi generazionali di successo: “Bisogna lavoraci a lungo, non è un successo che si realizza sul momento, ma con una condivisione di scelte che partono da lontano”.



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