Cresce, e non di poco, l’export della provincia di Varese nei confronti dell’Australia. Nel corso dell’ultimo anno, l’andamento dell’interscambio commerciale del territorio verso la quinta potenza economica della zona Asia-Pacifico, nonché dodicesima nel ranking mondiale, si è rafforzato a dispetto dei dati nazionali, che vedono, invece, una contrazione dello 0,7%. Nel 2015, infatti, le esportazioni delle imprese del Varesotto nel lontano Paese dell’Oceania sono aumentate del 118,0%, per un valore assoluto pari a 208,7 milioni di euro. Prestazione di peso se paragonata, ad esempio, al buono, ma più limitato, risultato messo a segno dall’industria lombarda: +19,5%.
 

Le esportazioni delle imprese del Varesotto sono cresciute nel 2015 del 118,0%, contro il +19,5% lombardo e il -0,7% nazionale: in prima fila i comparti dell’aerospazio e dei macchinari

Tra i comparti protagonisti di questo incremento nelle esportazioni, in prima fila si attesta quello dei mezzi di trasporto, passato, grazie al comparto dell’aerospazio, da 13.634.485 milioni nel 2014 a 109.922.297 nel 2015 (+706,21%). Subito dopo l’export di macchinari ed apparecchi (+32,99%), bene lo sviluppo della nicchia dei prodotti alimentari e bevande (+12,14%), così come gli articoli in gomma e materie plastiche (+5,78%). (Fonte Istat). A trainare la forte crescita varesina sono state, appunto, le commesse di elicotteri. Escludendo questo contributo fondamentale, comunque, rimane la crescita complessiva dell’export della provincia di Varese verso l’Australia. Al netto dei velivoli tra il 2014 e il 2015, infatti, gli scambi commerciali sono aumentati di un consistente 24,91%, passando da 84.536.347 a 105.593.488 milioni.
 

“Se scendiamo nel dettaglio dei settori varesini che maggiormente operano con l’Australia, osserviamo che vi sono interessanti prospettive in particolare per i settori: macchinari ed apparecchi meccanici; alimentari e bevande"

Un mercato, dunque, promettente per le imprese, soprattutto nel prossimo futuro. Il tasso di crescita del Pil previsto in Australia, da qui al 2020, è il più alto tra le principali economie avanzate (+2,9%) e supera quello di Europa (+1,6%), America (+2,5%) e Gran Bretagna (+2,2%). Questo dato e le opportunità commerciali e di investimento che il Paese può offrire alle imprese varesine, fanno dell’Australia uno dei mercati sotto i riflettori del sistema produttivo locale, come conferma Marco De Battista, Coordinatore delle Aree economiche dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese: “Se scendiamo nel dettaglio dei settori varesini che maggiormente operano con l’Australia, osserviamo che vi sono interessanti prospettive in particolare per i settori: macchinari ed apparecchi meccanici; alimentari e bevande. Ma anche prodotti tessili, abbigliamento, articoli in gomma e chimici. Infatti questi sono i principali beni che noi esportiamo in quel mercato”. “Da qui il nostro interesse ad avviare e potenziare una serie di attività destinate ad approfondire il mercato australiano – prosegue De Battista – che, prendendo le mosse da dei primi contatti avviati durante Expo dalle aziende del Gruppo Alimentari e Bevande della nostra Unione Industriali, andranno ad interessare tutte le imprese associate con una visione di più ampio respiro”.

“I settori in cui l’Australia si sta spendendo maggiormente, in termini di opportunità di sviluppo – afferma Deborah Ponzio di Austrade – sono quelli connessi alle fonti energetiche rinnovabili, all’agricoltura ed al cibo, alle infrastrutture, al turismo, alle tecnologie medicali, a quelle digitali ed ai materiali avanzati”. Ma c’è spazio anche per rafforzare la posizione commerciale delle imprese italiane nel Paese, sia direttamente, sia con partnership locali. “Il mercato australiano – aggiunge Ponzio – è composto da consumatori giovani e con una buona propensione ad acquistare prodotti italiani di qualità, in diversi comparti. Ma anche le imprese australiane cercano sempre di più collaborazioni con aziende italiane che possano fornire un prodotto Made in Italy”.
L’Australia presenta dunque interessanti prospettiva sia come mercato finale sia come “ponte” per l’accesso alla più vasta area del sud-est asiatico, grazie ai diversi Accordi di libero scambio siglati negli anni.



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