Sono passati dieci anni dalla morte di Albino Reggiori, artista noto per la sua eccellente arte e per l’incancellabile umanità. Tanto da far pensare, nonostante le numerose rassegne all’estero, persino in Australia e Nuova Zelanda, in Russia e Giappone, che non si sia mai allontanato davvero da Mombello, la piccola patria in cui era nato nel 1933, e aveva casa e studio, non troppo lontano dal lago e dalla Ceramica di Laveno. Ancora pare a qualcuno di udire vibrare al vento le guglie dipinte delle sue famose cattedrali, lance di spirito in perlustrazione verso il cielo, vedette di un mondo sospeso tra invenzione poetica e magia, tra religione dell’arte e narrazione ancestrale.  
 

Una retrospettiva ricorda, a dieci anni dalla morte, Albino Reggiori, “l’artista carico di umanità e di sogno, romantico e moderno, aggiornato senza essere tecnologico e avveniristico”

Nella grande fabbrica lavenese dominata dalla ciminiera, che dava il pane a tutto il territorio, Albino spese anni di vita e professione, salendo gradino per gradino, giorno dopo giorno, le scale di un mondo magico e sapiente, animato e abitato da personaggi che rispondevano anche ai nomi eccellenti di Guido Andlovitz, Marco Costantini e Antonia Campi. Vi lavorò fino agli anni Sessanta, quando fece la scelta definitiva di essere solo un artista.
Approdò poi, dopo anni di libera arte, tra gli anni Ottanta e Novanta, alla direzione del bel museo ceramico di Cerro, collocato nell’antico palazzo Perabò, di fronte allo splendore del Verbano, reggendolo con competenza e amore. E col rammarico, spesso, del poco che era dato di fare a un pur bravo direttore di museo, armato di coraggio e progetti, ma frenato dalla mancanza di mezzi finanziari.
Che, se tanto Cerro attraeva gli amanti della buona arte e gli estimatori di una gloriosa storia imprenditoriale - paragonabile a quella delle migliori ceramiche del mondo, e illustrata nelle sale espositive da una molteplicità di pezzi di rara bellezza, servizi da tè e caffè, piatti da arredo, vasi e soprammobili, e tanto altro - meno gli pareva importasse  a chi di dovere.
Eppure portano il suo nome  le Biennali Terra & Terra e la grande mostra omaggio  al triestino Andlovitz e ancora le rassegne dedicate alle firme più interessanti dell’arte scultorea in area ceramistica: oltre ad Andlovitz, Agenore Fabbri, Salvatore Cipolla, Giuseppe Lucietti, Ico Parisi, Antonia Campi, Marcello Morandini, Enrico Baj e gli artisti della Keramica Leningrada.  Oggi Albino Reggiori sarebbe felice di vedere come il suo museo sia di nuovo inserito al meglio nel circuito museale del territorio, né si dispiacerà per questo sincero e generoso ricordo di amici, lui così schivo. Il personaggio Reggiori è noto infatti anche per la sua riservatezza. Al punto che, in occasione della prima mostra nel ’58 in quel di Viareggio, vedendo in lontananza il pubblico pronto ad accedere alla galleria d’arte La Navicella, si dileguò per tempo, con grande imbarazzo del titolare.
 

Pittore e scultore, incisore e ceramista, Albino Reggiori eccelleva in ogni ricerca d’arte, ma seguiva poi strade sue, segnate dall’esperienza del passato, ma indirizzate verso originali interpretazioni

Ma è stato corale l’invito rivolto ai figli Angelica e Alberto, che hanno curato la rassegna, di poter avvicinare ancora una volta il suo pubblico a lui, in occasione dei dieci anni dalla scomparsa, attraverso un’ampia retrospettiva. E’ nato così l’omaggio “Le guglie dello spirito” , esteso a sei  sedi diverse del territorio - sponsor l’Hotel de Charme di Laveno - fortemente  voluto, oltre che dal sindaco di Laveno Mombello Ercole Ielmini, dagli amici collezionisti  Luigi Barion e Luigi Sangalli.
Proprio la pluralità di sedi permette al visitatore di mettere finalmente a fuoco la poliedricità artistica di Reggiori e la sua raffinata tecnica, più volte premiata da riconoscimenti ufficiali, e  tradotta attraverso una varietà di mezzi espressivi. Pittore e scultore, incisore e ceramista, allievo di Leo Spaventa Filippi, delle scuole serali di disegno e di un valente orafo milanese, Albino Reggiori eccelleva in ogni ricerca d’arte, ma seguiva poi strade sue, segnate dall’esperienza del passato, ma indirizzate verso originali interpretazioni. Già nel ’71 così scriveva di lui l’artista Silvio Zanella:  “spirito complesso e raffinato, carico di umanità e di sogno, romantico e moderno, aggiornato senza essere tecnologico e avveniristico”.
Esemplari in questo senso le produzioni di ceramica distribuite in mostra tra il MiDeC di Cerro e il Museo Bodini di Gemonio­, ottenute con particolari smalti e seguendo tecniche di cottura sapienti, cui era pervenuto dopo anni di esperienza maturata, a fianco a fianco, coi maestri della ceramica lavenese, e poi, in proprio, in quello studio sempre più affollato  di cattedrali e parallelepipedi, di vasi e urne nate da un impasto di terra magra e refrattario, decorate con smalti riflessati,  esempi di quel suo amore “del modellare la terra”. Lo studio, cui si affacciavano ogni mattina in punta di piedi i due figlioletti e la moglie Flora, compagna inseparabile di avventure d’arte e di vita, e dove lui sfornava, magari dopo il lavoro di una notte, sempre nuove creature. Reggiori fu anche raffinato incisore, tanto da meritarsi, anche qui, il plauso convinto di più di un critico. Infilava in quelle sue opere di raffinatissima esecuzione un mondo che era solo suo, popolato di sogno e realtà, infittito di disegni di motivi floreali e ragnatele, di mosche e insetti dagli occhi  allunati, forse visioni  notturne, che magari sarebbero piaciute a Freud, ma che in fondo manifestavano la freschezza fragile della favola, già nascosta dietro la  limpidezza dei suoi occhi azzurrini. Si vedano sul tema  la serie di acqueforti esposte allo Studio Almiarte di Gemonio, prodotte  dagli anni Sessanta agli anni Novanta, e i disegni su carta a tecnica mista presso il Teatro Soms di Caldana, a Cocquio Trevisago.
 

Portano il suo nome  le Biennali Terra & Terra e la grande mostra omaggio al triestino Andlovitz e ancora le rassegne dedicate alle firme più interessanti dell’arte scultorea in area ceramistica

La retrospettiva, ricca ed esaustiva, grazie all’impegno dei curatori e dei tanti amici, tra essi anche il critico d’arte Chiara Gatti, ben sottolinea le diverse competenze e preferenze dell’artista,  la ricchezza di mezzi espressivi - gli era facile passare dall’uno all’altro - e il legame col territorio e con i colleghi. Proprio il museo Salvini di Cocquio Trevisago, dedicato all’amico pittore Innocente, accoglie nel suo spazio l’opera pittorica, dagli anni settanta fino ai duemila, dedicata al tema della cattedrale, dove si incontrano opere come “Tavolo e Cattedrale” del 1972, “Cattedrale liberty” del 1991, e anche ”Cattedrale” del 2000.  Ultimi, ma non meno importanti lavori sono da ricercarsi presso la Sangalleria di Arcumeggia di Luigi Sangalli, amico e testimone - con i suoi scatti fotografici - di tanti momenti di arte e di vita di Albino: ad Arcumeggia è una collezione privata di dipinti, grafiche e ceramiche, compresa l’opera “Da un Frammento sacro”, 1990, una terraglia di  Laveno cotta e decorata ad altissime temperature. La Biblioteca Comunale di Laveno presenta infine opere giovanili di Reggiori, interessanti perché realizzate in gioventù, alla scuola professionale locale diretta dal professor Ambrogio Nicolini. Aveva preso avvio da lì la passione di una vita.  

ALBINO REGGIORI
Le guglie dello spirito
Dal 5 giugno al 31 luglio

MIDeC (Museo Internazionale Design Ceramico Civica raccolta di terraglia)
Cerro di Laveno Mombello (Va) Lungolago Perabò,5
Martedì 10.00-12.30 mercoledì, giovedì e venerdì 10.00- 12.30/14.30 -17. 30
Sabato, domenica e festivi 10.00 - 12.30/15.00-18.00 lunedì chiuso.

Museo Civico Floriano Bodini
Gemonio (Va) Via Marsala 11
Sabato e domenica  10.30 -12.30/ 15.30-17.30

Museo Innocente Salvini
Cocquio Trevisago (Va) Contrada Salvini,5
Sabato e domenica 10. 30- 12.30/ 15.30 -17.30

Studio Almiarte
Gemonio (Va), via Verdi, 23
Da mercoledì a domenica 10.30-12.30/ 15.30-19.00

Teatro Soms
Caldana di Cocquio Trevisago(Va) Via Malgarini ,3
Sabato e domenica 17.30-19.30

Sangalleria
Arcumeggia di Casalzuigno(Va) Vicolo Malcotti
Sabato e domenica 10.00-12.00/15.00-18.00

 



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