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Investire nella propria azienda è, per un imprenditore, un gesto di incondizionata fiducia nel futuro. Se questo è vero, i dati che arrivano dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali, e di cui diamo ampio spazio nel focus di apertura di questo numero, sono un’iniezione di ottimismo. Non solo per le imprese, ma per tutto il territorio nel quale operano a vantaggio del benessere sociale e collettivo. Il 74% del sistema manifatturiero locale ha dichiarato di aver fatto nel corso del 2017 almeno un investimento produttivo. Il 66% continuerà su questa strada anche nel 2018.

Il 74% del sistema manifatturiero locale ha dichiarato di aver fatto nel corso del 2017 almeno un investimento produttivo

Le imprese credono in se stesse. Nella loro capacità di creare futuro. Nelle potenzialità del territorio di essere ancora culla di grandi storie industriali. Ci credono così tanto da continuare a investire nuove risorse, da puntare su nuove tecnologie e su nuove organizzazioni del lavoro (sempre più orientate alla digitalizzazione legata all’industria 4.0). Nessuno può dire oggi dove queste profonde trasformazioni ci porteranno da qui ai prossimi anni. Ma di sicuro una prima conclusione la si può trarre: il sistema imprenditoriale varesino, pur non potendo mettere la mano sul fuoco per quello che sarà il risultato finale, è disposto a giocarsi fino in fondo la partita. Ci crede, insomma. La speranza ora è che tutto il sistema, anche quello non economico, ma anche politico, sociale, scolastico, amministrativo ed istituzionale assecondi questa voglia di modernità che emerge così chiaramente dallo scenario di inizio 2018.

Quella modernità di cui l’industria, quella varesina in primis, dà il meglio di sé su più fronti, in più settori. Come quello chimico, altro protagonista di questo nuovo numero di Varesefocus. Varese è una delle aree protagoniste di un comparto produttivo che, più di altri, è legato alla scienza e allo sviluppo tecno-scientifico in generale. Tanto da esserne esso stesso un motore. Lo spiega bene, in un’intervista che vi proponiamo, il Presidente di Federchimica, nonché past President dell’Unione Industriali della Provincia di Varese, Paolo Lamberti. Un colloquio da cui emerge in maniera limpida come nelle aziende si celi quella cerniera in grado di unire il mondo della ricerca con il progresso diffuso. Le storie di imprese come Vodafone Automotive, Spm e IoBoscoVivo, che vengono qui raccontate nelle pagine di “Economia” e di “Territorio”, ne sono un’esemplificazione concreta.

Sfogliando questo nuovo numero di Varesefocus ci si accorge quanto, scommettendo sulla propria immagine e sulla propria brand reputation, le aziende possano essere volano per un nuovo racconto di impresa

Ma l’impresa non fa solo da ponte tra le due sponde del presente e del progresso, riuscendo a far scavalcare alla comunità di appartenenza il fiume dell’incertezza. Sfogliando Varesefocus ci si accorge ancora una volta quanto, scommettendo sulla propria immagine e sulla propria brand reputation, le aziende possano essere volano per un nuovo racconto di impresa e di storie di sport, facendo leva proprio sul legame col territorio. È quanto emerge dalle pagine di “Inchiesta”. In quelle di “Università”, invece, si coglie un’altra rassicurante certezza: quella di una nuova generazione di imprenditori che si sta affacciando nelle aziende del Varesotto, aumentandone la sensibilità per i temi della responsabilità sociale d’impresa. Come ci raccontano i ricercatori della LIUC – Università Cattaneo che a questo tema hanno dedicato un libro.

Tutte buone notizie che vedono l’impresa al centro di cambiamenti positivi in grado di traghettare Varese, ma in generale tutto il Paese, verso il futuro. L’impresa che investe è proiezione incondizionata verso il domani. L’auspicio è che chi si appresta a governare nei prossimi anni l’Italia e la Lombardia ne sia cosciente e faccia di ciò tesoro nelle scelte e nelle riforme che ci attendono.

Sfoglia il numero di marzo di Varesefocus 2/2018:

 


 



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