Le tecnologie digitali stanno rivoluzionando il modo di vivere l’arte e la cultura offrendo nuove e, fino a ieri, inaspettate possibilità. L’esperienza di Smart, il progetto per promuovere i tesori di VareseMusei sostenuto da Nomos Edizioni di Busto Arsizio

Dalla carta al web. è una di quelle espressioni clichè - ormai persino datata! - che si usano per descrivere il cambiamento epocale che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. La digitalizzazione interessa in maniera decisiva ogni aspetto delle nostre vite e, inevitabilmente, ha rivoluzionato in pieno il settore dell’editoria, con buona pace di quelli che “il profumo della carta è meglio”. Ma fin qui non diciamo nulla di nuovo. Abbandoniamo i luoghi comuni: oggi non si tratta più di affrontare uno scontro anche generazionale tra chi ama perdersi in una libreria, annusando pagine, e digital addicted che leggono solo romanzi su wattpadd. Oggi la sfida, lungimirante, ambiziosa, futuristica per chi si occupa di comunicazione, non è più accettare e adottare nuove forme ma creare nuovi contenuti. Lo racconta in maniera lucida ed esemplare Nomos Edizioni di Busto Arsizio una casa editrice indipendente nata nel 1997, animata dalla passione per i libri e per l’arte in particolare. Una preziosità del territorio con una produzione raffinata e originale: dal ricco catalogo di volumi d’arte e fotografici alla saggistica, dalla collana di poesia scelta, ai libri sull’“arte del vivere” con la chicca delle pubblicazioni sul mondo della cucina, ricercate e inedite. A contraddistinguere il catalogo una ricercatezza estetica che non passa inosservata anche all’occhio meno attento. 

Ma qual è la novità del momento che riguarda in particolar modo il mondo dell’arte ma non solo? Accanto alla tradizionale produzione che continua nel solco tracciato della ricercatezza, la proposta attuale dell’impresa “aumenta”, ci si passi il gioco di parole. è la realtà aumentata, infatti, la chiave di volta, unita ad una buona dose di passione per il mestiere. “Il nostro progetto è nato circa un anno fa”, spiega Emanuele Tosi, che insieme alla sorella Benedetta è alla guida della casa editrice. “Alla base di Smart, società che nasce dalla nostra collaborazione con Marco Pucci e Rataplan, c’è l’idea di applicare le nuove tecnologie (in particolare Realtà Aumentata e Realtà Virtuale) ai beni culturali, rendendo dunque i nostri contenuti fruibili ad un pubblico sempre più ampio grazie a questi nuovi strumenti. Ma non solo: la versatilità della tecnologia ci permette di spaziare e aprire anche al campo del design e della comunicazione aziendale in generale, mantenendo l’alto livello di contenuti che da sempre caratterizza la nostra produzione”. 

Emanuele Tosi: “L’obiettivo è raccontare le nostre competenze nel campo dell’arte e della cultura con un prodotto nuovo: noi abbiamo il contenuto ma dobbiamo renderlo fruibile grazie alla tecnologia”

Un esempio per tutti è il percorso che promuove i tesori di VareseMusei, la rete cittadina che, grazie ad un bando della Regione per la valorizzazione dei sistemi museali locali è stata la prima realtà del genere in Italia a dotarsi di contenuti di realtà aumentata per promuovere collezioni e territorio. Un progetto pilota, sostenuto da Nomos, concepito per essere gradualmente implementato e costituito da speciali contenuti che consentiranno a tutti i visitatori di guardare con occhi diversi al patrimonio storico-artistico della città. Il Museo del Castello di Masnago, i Musei Civici di Villa Mirabello, il Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte, la Casa Museo Pogliaghi, il Museo Castiglioni e il Centro Espositivo Monsignor Macchi offriranno, ai loro visitatori, la possibilità di essere accolti da una guida d’eccezione, un personaggio legato al luogo e alla sua storia, che fornirà informazioni e dettagli sulla propria figura, su quanto si potrà ammirare all’interno del museo e suggerirà possibili itinerari di scoperta. Un modo nuovo e suggestivo dunque di insegnare l’arte e la cultura, forse difficile in questo particolare momento storico. “Dobbiamo creare un percorso fruibile e piacevole”, chiarisce Tosi. “Il nostro prodotto vuole essere affascinante, per fruitori di ogni genere ed età, e non invasivo, nel rispetto anche dei luoghi museali in cui si andrà ad inserire, integrando i percorsi di visita che già ci sono”. 

Ai visitatori digitali viene data la possibilità di essere accolti da una guida d’eccezione, un personaggio legato al luogo e alla sua storia, che fornirà informazioni e dettagli sulla propria figura 

Ma come si sposa questo progetto con il percorso tradizionale della casa editrice? “Il dato di fatto è che l’editoria si evolve. Il nostro core è produrre contenuti: per noi è ‘indifferente’ il linguaggio. Per questo stiamo incrociando strade, certi che tutto si fonda: la stampa di vario tipo, il digitale, la realtà aumentata. Non abbandoniamo il settore tradizionale, ma anzi continuiamo con una produzione che ci distingue dagli altri, anche se questo ovviamente comporta delle scelte e dei rischi. Dall’altra parte la tecnologia smart apre grandi scenari, con una velocità evidente. In questo contesto diventa essenziale avere i contenuti e averne di qualità: qui ci posizioniamo noi, questo è il nostro campo. Le potenzialità di questa tecnologia sono infinite. Un esempio recente è il restauro della Villa Borromeo di Arcore. Grazie alla realtà aumentata i visitatori possono vivere le fasi del restauro realizzato da Italiana Costruzioni, interagendo con la responsabile dei restauri.

Un altro esempio affascinante è quello del progetto sul Quarto Stato (ricorderete il nostro volume dedicato): l’opera, conservata al Museo del Novecento a Milano, potrà essere scoperta anche grazie alla realtà aumentata, accessibile direttamente dal proprio smartphone o tablet”. Un lavoro che promette sorprese: i lettori ci perdoneranno per lo spoiler, se anticipiamo che il celeberrimo Uomo col cappello, al centro del dipinto, uscirà virtualmente dal quadro, dando la possibilità ai visitatori di fare un selfie con il protagonista! Del resto, conclude Tosi, “far vedere quello che non c’è e oltre quello che c’è: questo è plus della realtà aumentata”. 



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