Tre società, tante opportunità e molte campionesse. La realtà dello sport con le “lame ai piedi” sul territorio è in pieno fermento e punta in alto. Ma l’aspetto agonistico non è tutto. I consigli ai genitori di allenatori e istruttori

Una pista, un palazzetto e tante società. Il ghiaccio a Varese è tutt’altro che desolato e freddo, vista la passione e le diverse realtà con le “lame ai piedi”. Sono ben tre le società varesine di pattinaggio su ghiaccio e per coloro che vogliono provare a praticare questo sport non resta che andare al palaghiaccio di via Albani, conoscere queste realtà e poi scegliere con quale iniziare. C’è la Pattinatori Ghiaccio Varese fondata nel 1982; la Icesport Varese, nata nel 1990 e specializzata nel pattinaggio di figura e la Varese ghiaccio, nata nel 2002 e che ha chiuso la stagione 2016 – 2017 centrando due ottimi risultati con Ginevra Negrello, campionessa italiana Elite nella categoria Principianti e Francesca Poletti, vicecampionessa italiana, sempre nell’Elite, ma nella categoria Novice. Il poker delle giovani pattinatrici sulle quali la Varese ghiaccio punta molto è poi completato da Chiara Balen e da Greta Viskare. 

“Siamo molto contenti dei risultati ottenuti, anche perché è gratificante vedere che le nostre atlete possono competere con pattinatrici di società più importanti come quelle alto atesine, o di società di Milano o Torino. Uno stimolo per loro, ma anche un’ottima occasione per crescere – spiega la presidente della società Maria Donati –. La nostra mission però non cambia. I successi, infatti, sono importanti, danno prestigio e soddisfazioni, ma ciò che conta è il percorso che seguiamo insieme alle nostre pattinatrici. Noi partiamo sempre dal fatto che il pattinaggio è una cosa seria, ma deve essere anche piacevole, divertente e soprattutto vogliamo che le nostre atlete, accanto all’attività sportiva, continuino a vivere la propria vita anche fuori dal palazzetto. Insomma vogliamo arrivare in alto, ma senza esasperare l’aspetto agonistico”. E per comprendere come la Varese ghiaccio riesce a tradurre in pratica questi concetti basta osservare la composizione dello staff, composto da: un responsabile tecnico, Alessandra Buzzi; un coreografo, Giancarlo Semplicini; un preparatore atletico, Matteo Ghiringhelli e una insegnante di danza, Sara Sereno. Oltre a un gruppo di allenatori e istruttori che seguono sia la parte agonistica, sia quella dedicata all’avviamento di questo sport affascinante, elegante, ma assai articolato. 

“Il pattinaggio è uno sport che richiede la padronanza di molte discipline - spiega Mirko Antolini, vice responsabile tecnico della Varese ghiaccio -. Occorrono rapidità, agilità e reattività. Poi bisogna lavorare molto sulla danza e sulla musica, ma anche curare la parte atletica e la coreografia. Quando si pattina a livello agonistico ci si allena tre ore al giorno e ogni seduta prevede una parte in pista, una in sala dove si lavora sulla danza, oltre all’aspetto atletico e coreografico”. Certo non tutto arriva subito, anche se la cosa importante è iniziare presto. Molto presto: “L’età giusta per provare questa disciplina è tra i 3 e i 4 anni – continua Antolini –. All’inizio l’allenamento è settimanale e le lezioni puntano molto sull’aspetto ludico. Al ghiaccio ci si deve abituare gradualmente e per aumentare la familiarità con questo ambiente il gioco diventa il mezzo migliore. Poi è la passione che fa scattare la molla e solo a quel punto iniziamo a introdurre in maniera più organica l’aspetto tecnico”. 

L’ “iceberg” di Oggiona con S. Stefano

La Ice emotion di Oggiona Santo Stefano è un po’ come un iceberg, che sei anni fa si è staccato dalla “banchisa” madre, per dare vita a una nuova avventura sportiva sempre sul ghiaccio, sempre sulle lame “e – come spiega Federico Finazzi, allenatore e fondatore di questa società – per dare il nostro contributo a diffondere la cultura del pattinaggio, uno sport bellissimo”, che vanta anche nella nostra provincia più praticanti di quanto si possa immaginare, ma che in genere conquista visibilità solo nelle grandi occasioni sportive.
“Varese era ormai diventata una realtà satura – dice Finazzi – e con un gruppo di genitori e appassionati di questo sport abbiamo deciso di tentare questa scommessa”. E anche la scelta di Oggiona con Santo Stefano non è casuale: a quel tempo, infatti, si guardava con trepidazione alla nascita di un palaghiaccio a Busto Arsizio. Sogno per ora rimasto congelato, ma che ha dato di fatto una vision più allargata: “Abbiamo scelto un luogo in posizione baricentrica così da poter essere punto di riferimento comodo da raggiungere anche per chi abita nella parte più a sud della provincia”. Ma senza ghiaccio non si pattina. E allora, visto che di piste a disposizione non ce n’erano, la Ice emotion se l’è costruita da sé. O meglio, ha trovato una società privata pronta a investire sul progetto e realizzare la struttura: “Un campo di allenamento che non ha le dimensioni regolari richieste – racconta Finazzi – ma dove pratichiamo attività agonistica”. Con ottimi risultati, poiché la Ice emotion, in pochissimi anni di attività, può annoverare di aver allenato due pattinatrici della nazionale lituana che hanno partecipato a due tappe di Coppa del Mondo Junior e di aver vinto un campionato giovanile federale nella disciplina “Danza”. Sono circa 250 gli iscritti a questa società, dove si pratica anche il pattinaggio artistico e si fa attività amatoriale e federale e sono una trentina le atlete che gareggiano negli appuntamenti federali. “Ora che abbiamo dimostrato che si può pattinare anche a Oggiona – conclude Finazzi, che ha alle spalle una carriera di pattinatore e che alla fine degli anni Novanta è stato nel giro delle nazionali giovanili – il nostro obiettivo è quello di far crescere e consolidare l’organizzazione societaria”. 



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