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“Vogliamo mostrare come facciamo ricerca in LIUC. Siamo convinti che non si faccia in maniera isolata, ma condivisa con gli studenti e le imprese”, così Raffaella Manzini, Prorettore alla Ricerca della LIUC - Università Cattaneo, apre la Notte dei Ricercatori, iniziativa promossa dalla Commissione Europea che coinvolge ogni anno istituzioni di ricerca in tutti i paesi dell’Ue. “Abbiamo studiato questo nuovo paradigma dell’Industry 4.0, la fabbrica che cambia grazie alle tecnologie intelligenti che in essa trovano collocazione e questo richiede lo studio a monte delle tecnologie che si possono inserire nelle macchine”, prosegue Manzini, certa che lo studio teorico non sia sufficiente. “I-fab serve per condividere i risultati del nostro studio teorico. Questa fabbrica ci consente di utilizzare in maniera concreta le tecnologie di questo nuovo paradigma industriale”.

Il futuro è a portata di mano e sperimentabile grazie ad i-fab, sviluppata dall’Ateneo di Castellanza in collaborazione con Bosch-Rexoroth, Bossard, JMAC, Kuka-Eutrolog, Prolog e Rivetta Sistemi. “Cosa vogliamo fare con i-fab? Abbiamo due obiettivi: da un lato spiegare cosa sia una fabbrica intelligente attraverso un esempio analogico di fabbrica digitale, ovvero un esempio che si possa toccare con mano – spiega Tommaso Rossi, Direttore Lean Club LIUC –. Il secondo scopo è costituire un laboratorio vivo nel quale i ricercatori e gli studenti dell’Università lavorino insieme per pensare a nuove applicazioni che possano rendere ancora più intelligente la fabbrica”. Grazie ad i-fab, è possibile vedere all’opera gli strumenti della manifattura 4.0, applicati sulla Kart Factory di JMAC, una fabbrica simulata organizzata secondo logiche del lean thinking (pensiero snello), che realizza go-kart per dimostrare i vantaggi che le tecnologie digitali possono apportare alla gestione della produzione.

“Nell’i-fab vediamo applicati i pilastri dell’IoT (Internet of Things) grazie, per esempio, alla tracciabilità in tempo reale degli operatori. Questo ci consente di costruirci in automatico degli strumenti per l’ottimizzazione delle postazioni di lavoro proprie del lean thinking”. Dai robot in grado di integrare l’intervento umano, alla rappresentazione virtuale della fabbrica fisica con cui è possibile simulare la linea di produzione per prevederne l’andamento: la fabbrica 4.0 esce dalle aziende ed incontra studenti, ricercatori e non solo. “Sempre nel pilastro dell’Industrial IoT – prosegue il Direttore del Lean Club – abbiamo delle cassette intelligenti, che sanno quanto materiale hanno al loro interno e in funzione del materiale rimasto inviano un ordine di reintegro ai fornitori. Spostandoci sul pilastro dell’automazione, invece, delle targhe personalizzate vengono montate sui go-kart grazie ad un robot che compie un lavoro di estrema precisione, ovvero andare a inserire nella corretta posizione le targhe, cosa che un operatore non sarebbe in grado di fare”.

Grazie alla smart factory, i confini fisici delle aziende vengono abbattuti, attraverso la condivisione di informazioni con i fornitori, in grado di vedere gli ordini richiesti e programmarli per essere efficienti e proattivi nella consegna. Conoscere quanto manca al recapito di un ordine specifico, il tempo che il fornitore impiegherà per spedire i componenti e il ritmo della linea, servirà a fornire al cliente una stima di quando il suo prodotto sarà pronto. E ancora: un avvitatore intelligente che tramite Wi-Fi trasmette al Cloud la coppia con la quale ciascun bullone delle ruote del go-kart è stato avvitato, quindi ne certifica la corretta avvitatura. Attraverso la realtà aumentata ed un modello 3D di software per videogiochi, un operatore può navigare all’interno di una fabbrica simulata, per constatare se con determinati pezzi o strumenti riesce a passare nei vari cunicoli e corridoi.



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