Valorizzare la cultura per valorizzare il territorio. "La parola chiave è tecnologia", sorprende ma non troppo il neoassessore alla cultura del Comune di Varese, Roberto Cecchi.
"Il futuro del patrimonio nazionale passa dalla collaborazione", aggiunge aprendo l'incontro che si è tenuto al Castello di Masnago e che ha visto al centro proprio progetti di collaborazione anche inediti. Casi anomali come sottolinea Paola Negrin della LIUC – Università Cattaneo. Casi che stanno sempre più legando realtà molto diverse tra loro, almeno all'apparenza. 

Un workshop al Castello di Masnago per rispondere alla domanda: come valorizzare la cultura? Con la tecnologia, è la risposta

Industria e cultura, per esempio. Due realtà che si incontrano in modo nuovo e intelligente: è il caso del progetto Amami che vede il Lab#ID (il Laboratorio sui sistemi di auto-identificazione RFId della LIUC) a fianco del Museo Ma*Ga di Gallarate e del Castello di Masnago. Altro caso citabile sul territorio è poi quello del Club di prodotto, progetto sostenuto dalla Camera di Commercio. Il visitatore al centro è il punto di partenza ma anche di arrivo di iniziative di "rivoluzione industriale". Curioso che industriale e culturale diventino addirittura sinonimi. In questa direzione si è mosso proprio Lab#ID. "La nostra idea è sfruttare tecnologia esistente per applicazioni nuove", racconta Mauro Mezzenzana di LIUC. "Un esempio della nostra attività oltre a Amami è stato il progetto Varese Smart City. Il contesto è ovviamente l'Internet delle cose".

Cultura e industria dunque si  incontrano. Ma per quanto  riguarda lo sviluppo economico? "'La cultura oggi è considerata volano per l'economia ma è un concetto recente che passa dall'idea di sviluppo sostenibile", spiega Massimiliano Serati del CeRST Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Territorio della LIUC: "Grazie a quest'idea le identità dei luoghi intese come identità culturali iniziano a contaminare anche l'economia dando vita a una concezione diversa oggi ormai quasi percezione comune."



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