C’era una volta il tennis. Quello giocato da grandissimi campioni e tutto polo e pantaloncini bianchi griffati Lacoste, Ellesse e Sergio Tacchini. Poi venne il ragazzo di Las Vegas, Andrè Agassi, capigliatura color stoppa con striature verdi e ricrescita nera, magliette fluo e mutandoni larghi più da parquet del basket che da green di Wimbledon. Un man rovescio, anzi un rovescio a due mani, che chiuse un’epoca d’oro e iniziò a scrivere un nuovo capitolo altrettanto interessante di questo sport. Poi l’oblio, la discesa nella graduatoria degli sport praticati, i tanti campi sparsi in provincia riconvertiti al calcio a cinque o a sette e ora, questo il trend degli ultimi anni, la risalita. Il tennis moderno, meno snob e più pop, piace alla gente, di tutte le età e di entrambi i sessi. E la conferma arriva anche da Emanuele Galli, maestro di tennis, ex giocatore, che da 19 anni gestisce il Tennis club Le Bettole a Varese e il Tennis club Kines a Galliate Lombardo.

Fino a qualche anno fa c’era la tendenza dei circoli di fare posto al campo da calcetto ai danni della terra rossa, sempre meno amata e redditizia. Ora, però, sta cambiando il trend e anche tra i varesini torna l’amore per la racchetta

Emanuele Galli, non si può certo dire che nel tennis  siano mancati i grandi campioni. Eppure ad un certo punto c’è stato come un black out, soprattutto nella pratica di questo sport. Perché?

Vero. E ci sono ragioni semplici e altre un po’ più complesse nelle quali è difficile entrare nel merito. Partiamo dai motivi più scontati. Fino ad un certo periodo il tennis è stato uno sport d’élite e anche di tendenza, seppur circoscritta. Poi, come per molti altri sport e settori della vita, succede che i gusti cambiano e insieme a loro anche la moda. Il tennis ha accusato la voglia della gente di praticare nuove discipline sportive, capaci all’apparenza di regalare emozioni più intense. Ma non solo. Penso ad esempio allo squash e ricordo che, per un periodo, ogni palestra aveva almeno uno spazio dedicato a questo sport. Ora c’è un importante ritorno.

Il fattore “trendy” non può essere l’unico motivo?

No, ma ha avuto la sua importanza. Partendo dal presupposto che lo sport fa bene, la scelta di quale disciplina praticare può essere “influenzata” da diversi fattori. Uno di questi è il campione del momento. Al tennis italiano per anni è mancato l’atleta capace di calamitare attenzione, scaldare i cuori e richiamare anche la curiosità di chi non ha mai giocato o guardato una partita di tennis. Se pensiamo allo sci, ad esempio, mi viene in mente Alberto Tomba, che con le sue vittorie ha contribuito a far crescere la notorietà e la pratica di questo sport. Nelle moto c’è Valentino Rossi e oggi quanti sono quelli che seguono la Moto Gp solo perché corre lui e senza essere un super esperto di motori? Ecco se il tennis italiano avesse avuto il suo “Valentino”, oggi, forse racconteremmo un'altra storia.

Invece, questo ritorno di fiamma per la racchetta si scontra, a livello di strutture, con gli amanti del calcetto. Un problema anche per Varese e Galliate?

Chi aveva o gestiva i campi da tennis si è trovato davanti a una scelta: chiudere, oppure trovare un’alternativa. Quest’ultima rappresentata proprio dal calcetto. E quindi oggi che il numero di coloro che giocano a tennis è tornato a crescere c’è la necessità di trovare soluzioni che facciano coesistere entrambi gli sport. Ma se questi sono i problemi, ben vengano. Gli spazi non mancano, si tratta solo di saper gestire bene orari e campi.

“Al tennis italiano per anni è mancato l’atleta capace di calamitare attenzione, scaldare i cuori e richiamare anche la curiosità di chi non ha mai giocato o guardato una partita”

Oggi il tennis non è più uno sport per ricchi come un tempo e prendere lezioni da un maestro, se non proprio di tutti, è comunque alla portata di molti. La riduzione dei costi può essere un motivo della rinascita?

Io credo che il primo e vero motivo sia dovuto al fatto che stiamo parlando di un sport bellissimo, completo e che può essere praticato a tutte le età. Il tennis dà soddisfazione al ragazzino, all’adulto, ma anche a chi è un po’ più avanti negli anni e ha perso un po’ smalto fisico. Giocare a tennis poi è relativamente semplice: bastano due giocatori, racchette e palline. Per il calcetto e il basket, ad esempio, non è sempre facile trovare 10 o 15 persone che giocano tutte le settimane. E poi i costi, certo. Una volta, solo per comprare una racchetta ci voleva mezzo stipendio, oggi non è più così.

Com’è il tennis moderno? E soprattutto il fatto che sia considerato uno sport “asimmetrico” quanto pesa sulla scelta di farlo praticare ai giovanissimi?

Rispetto al passato oggi si gioca un tennis più veloce e potente e chi va in campo, prima di essere un tennista, è un atleta completo. Le attrezzature, l’impiego di nuovi materiali hanno giocato un ruolo importante nel cambiamento del gioco, al pari però di un miglioramento complessivo del fisico dei ragazzi di oggi che, rispetto al passato, sono più forti e atletici. La questione dell’asimmetria regge solo nel momento in cui viene praticato a livello agonistico, ma a quel punto il tutto viene compensato dalla preparazione atletica. Non vedo invece particolari contro indicazioni per chi fin da piccolo vuole imparare a giocare a tennis, anche perché, non solo a Varese, esistono differenti tipi di approccio: dai corsi, alle lezioni singole con i maestri, alla scuola tennis, a partire dai 6 anni.



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