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Cosa succede quando il mondo del digitale incontra quello delle aziende, con la pretesa e l’aspirazione di incrementarne e migliorarne le opportunità di business in termini di nuovi prodotti, mercati e servizi? La risposta è Internet of Things: “tre parole che cambiano il mondo”. Con la promessa di connettere pressoché qualsiasi tipo di macchinario e la disponibilità di accedere ad una quantità di dati inimmaginabile, l’IoT impatta sul modo di competere delle imprese e sulla catena del valore, offrendo concrete opportunità di innovazione attraverso la creazione di servizi innovativi per i clienti e di miglioramento dei sistemi di produzione e di manutenzione.

"Si interviene solo quando è realmente necessario, ovvero quando è la macchina stessa a segnalarlo" afferma Francesco Mari, Vice President Business Innovation – Internet of Things – SAP

Abbassare il più possibile i costi di produzione di un’attività, di qualunque genere fosse, attraverso il miglioramento progressivo della gestione dei processi produttivi, è sempre stato uno degli obiettivi degli imprenditori. L’avvento della digitalizzazione della produzione e della Fabbrica 4. 0, ha dato una decisa svolta al sistema aziendale, come spiega Francesco Mari, Vice President Business Innovation – Internet of Things – SAP: “Una delle aree di maggior impatto è senza dubbio quella della manutenzione. In pratica, si interviene solo quando è realmente necessario, ovvero quando è la macchina stessa a segnalarlo”. Questo grazie ad un numero sempre maggiore di sensori posti sulle macchine, in grado di fornire informazioni utili circa l'andamento del ciclo produttivo e allo stato di usura delle stesse: aggiustarle, solo, prima che si rompano. Ma quando si fanno cose che non sono mai state fatte in precedenza, aumentano il peso delle responsabilità e le aspettative sui risultati.



“Abbiamo dovuto cambiare il concetto di prodotto – racconta Luciano Sottile, General Manager Machinery Division di Goglio SpA di Daverio –, perché prima ci preoccupavamo semplicemente di costruire macchinari con standard qualitativi eccellenti, mentre oggi rientra nella nostra sfera di responsabilità anche il loro funzionamento e la loro efficacia operativa”. Il risultato di questa operazione di aggiornamento continuo, è una totale revisione del service aziendale, ripensato a livello di servizi offerti e dell’organizzazione che se ne occupa.

Fernando Alberti, Direttore dell’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness – LIUC – Università Cattaneo: "Cambia la gestione delle risorse umane: da un lato ci saranno competenze molto più sofisticate, dall’altro si banalizzano alcune professioni"

Accanto alle molte possibilità di sviluppo, tuttavia, ci sono altrettanti punti interrogativi. Gli oggetti intelligenti finiranno per prendere il posto degli uomini nel processo produttivo? A dare un quadro generale sulla questione, il Professor Fernando Alberti, Direttore dell’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness – LIUC – Università Cattaneo: “Cambia il modo di approcciare le diverse funzioni, ad esempio cambia il modo di sviluppare nuovi prodotti che prima erano in mano a ingegneri e designer e oggi potrebbero essere sviluppati da data scientist, ovvero soggetti che sanno elaborare i dati”. Ma con la nascita di nuove professioni e competenze sempre più smart, come si trasformano gli incarichi tradizionali? “Cambia anche la gestione delle risorse umane – ribadisce Alberti – da un lato ci saranno competenze molto più sofisticate, dall’altro si banalizzano alcune professioni per cui anche il tecnico che opera su macchinari molto sofisticati potrebbe essere un soggetto non così qualificato come oggi, perché aiutato dalla rete di sensori e infrastrutture che l’IoT consente”.

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