Nel rinnovato Museo del Paesaggio di Pallanza, un’ottantina di opere si propongono di studiare il ruolo e la presenza della donna nella pittura e nella scultura, dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento

Avevamo parlato, lo scorso autunno del ritrovato Museo del Paesaggio e della bella mostra dedicata, a centocinquanta anni dalla nascita, all’artista Paolo Troubetzkoy, raccontato nelle sale di palazzo Viani Dugnani di Pallanza (Verbania). L’allestimento, con le opere e la gipsoteca dell’artista realizzata al primo piano del palazzo, prosegue ora al piano nobile, che ha riaperto a sua volta con una mostra dal sapore femminile, curata da Elena Pontiggia, “I volti e il cuore,” dedicata a “la figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini”, che si protrarrà fino al 1° ottobre del 2017. Attraverso un’ottantina di opere ci si propone di studiare il ruolo e la presenza della donna nella pittura e scultura, dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.

La rassegna sarà dunque visitabile per l’intera estate, e anche per la prima parte dell’autunno, la miglior stagione per ammirare i paesi di lago con le loro incantevoli bellezze. E non è certo da dimenticare che il primo volto offerto dalla mostra è proprio quello di bellezza sublime del paesaggio locale. Lo stesso fondatore del museo, Antonio Massara, pensando alla sua realtà museale, costituita di opere di artisti piemontesi e lombardi, aveva prima di tutto voluto sottolineare la bellezza del paesaggio alla quale proprio artisti come Daniele Ranzoni, Ferraguti, e tanti altri, si ispiravano.

Il percorso della mostra si snoda in undici sezioni principali:  tra le prime sono i luoghi della vita (la casa e la stalla, il giardino e la via), gli affetti (l’amore e la maternità), le figure della storia, la religione, il lavoro, il nudo. Si evidenziano, tra le sei opere esposte di Daniele Ranzoni, i bei ritratti capolavoro del maestro della scapigliatura dedicati alla Principessa Margherita di Savoia, frequentatrice fin da bambina del Lago Maggiore, e alla nobildonna Giuseppina Imperatori Orsenigo, definiti quali ritratti “dipinti col fiato”, per la tipica dissolvenza della forma in un pulviscolo luminoso.

Da ricordare anche “Le cave di Baveno”, di Guido Boggiani, per i valori della luce espressi, il romantico “Idillio” dell’Alciati, immagine guida della mostra, e la intensa Madre di Mario Tozzi, accanto alla maternità in bronzo e al toccante “L’addio allo spazzacamino” di Giulio Branca. L’immensa opera di Arnaldo Ferraguti, recentemente restaurata “Alla vanga”, manifesto del realismo sociale, premiato alla triennale del 1891 s’affianca allo splendido “Le lavandaie a Pallanza”, del 1897e a “L’aratura” di Achille Tominetti, simbolo della condizione femminile tra Otto e Novecento. Il nudo di Achille Funi, del 1930, è invece alta testimonianza dell’esaltazione muliebre nell’arte.

Un’apposita sezione è dedicata a due donne artiste da riscoprire: a Sophie Brown, colta abitatrice della leggendaria villa San Remigio di Pallanza, dove visse col marito, il cugino-musicista (si veda la sua bellissima Eva, del 1898, eseguito con tecnica a pastello) e alla collega Adriana Bisi Fabbri - di cui è esposta La principessa Pignatelli, del 1917 - pittrice simbolista come la Brown, cugina di Boccioni, scomparsa a soli trentasette anni, dopo essere stata protagonista nel 1914 del gruppo futurista “Nuove tendenze”.

Le ultime sezioni della rassegna sono omaggio a tre maestri del Novecento, da sempre presenti nelle sale del Museo del Paesaggio: Arturo Martini, esponente di spicco di “Valori plastici”, di cui il museo possiede ben 53 splendide opere donate dalla compagna Egle Rosmini, Mario Tozzi, noto nel territorio per avervi a lungo abitato e lavorato. Mario Sironi è invece raccontato qui grazie alle opere raccolte dalla sorella Cristina. Si vedano in proposito “Ars et Amor,” opera simbolista, “Cocotte e Figure”, coloratissime, e rare, opere che di-mostrano il momento fauve di Sironi, “Madre che cuce”, di ispirazione divisionista, e “Nudo con bicchiere”, opera prediletta dalla terribile Margherita Sarfatti, amica del duce, e croce e delizia degli artisti da lei raccontati. L’impressionante studio preparatorio per l’Aula Magna dell’Università romana “La Sapienza” - La Vittoria Alata, del 1935 - testimonianza del Sironi più imponente, chiude un percorso espositivo appassionante, pensato e realizzato da un manipolo di donne, capitanato dalla brava curatrice Pontiggia. 

I VOLTI E IL CUORE. LA FIGURA FEMMINILE

DA RANZONI A SIRONI E MARTINI

Opere del Museo del paesaggio di Verbania e delle raccolte Sironi e Isolabella

Museo del Paesaggio di Verbania, 25 marzo - 1 ottobre 2017

Palazzo Viani Dugnani, via Ruga 44 - Verbania Da martedì a venerdì 10.00 -18.00

Sabato e domenica 10.00-19.00 segreteria@museodelpaesaggio.it



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