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I comici più amati del web italiano hanno cominciato a loro carriera a 19 anni, nella provincia di Varese. Si chiamano IPantellas, dal 2009 hanno uno tra i canali comici più importanti della Rete in Italia: il loro account YouTube, che ha quasi 2 milioni e 700mila iscritti. IPantellas, nella vita reale, sono Jacopo Malnati e Daniel Marangiolo: nascono nel 1990, rispettivamente a Sumirago e Azzate (Varese), si sono conosciuti a 19 anni lavorando come animatori in una piscina di Varese, e da lì hanno cominciato a realizzare i primi sketch comici: il loro primo video su YouTube è del 13 ottobre 2009.

Ora, quasi dieci anni dopo, sono delle vere star dei video e non hanno mai abbandonato la loro provincia. Anche se raggiungerli non è stato facile: “Siamo impegnatissimi, in effetti, perché stiamo facendo una doppia produzione settimanale su YouTube - si schermisce Daniel -. Il che significa due sceneggiature per un video in una settimana. In più abbiamo in cantiere di far uscire una nostra canzone comica. Naturalmente non siamo cantanti, non ne abbiamo la pretesa: però ci volevamo provare. Infine abbiamo delle date dal vivo: insomma dobbiamo ammettere che abbiamo una vita pienissima”.

Avete cominciato nel 2009, non avevate nemmeno vent’anni. Come vi siete conosciuti, come avete cominciato a diventare un duo?

“Abitiamo a Sumirago e ad Azzate, abbiamo studiato entrambi al Keynes di Gazzada, e abbiamo fatto i corsi di teatro di Fabio Corradi a Buguggiate. Ma in realtà ci siamo conosciuti meglio in altri luoghi: più precisamente, quando a 19 anni abbiamo fatto entrambi gli animatori alla piscina della Schiranna. Lì abbiamo cominciato a pensare di fare delle cose insieme, e cosi abbiamo aperto un canale YouTube in comune. Il nome Pantellas è una storpiatura di pantella, che in dialetto significa “scemo”. Eravamo due scemi, cosi siamo diventati i Pantellas”.

Siete entrambi classe 1990: quando avete cominciato eravate ancora teenagers, ora avete quasi trent’anni. Cos’è cambiato dal punto di vista artistico e professionale?

“Siamo cresciuti tanto in questi anni. Io non me ne accorgo bene, a dire il vero, mi sembra di essere sempre lo stesso...” ammette Jacopo.  “Gli anni in effetti, col tempo passano molto più rapidamente - commenta Daniel - Io penso ancora di essermi diplomato l’anno scorso...» Entrambi, però, alla fine notano delle differenze perlomeno stilistiche: “Prima avevamo fatto video più spinti, per linguaggio e contenuti, ora siamo un po’ più maturi, e meno ‘estremi’”.

Davanti a questo particolare genere di mestiere i parenti come hanno reagito?

«Ora sono tutti contenti, ma all’inizio era difficile. Io personalmente devo dare merito a mia mamma - spiega Jacopo -  Quando ho iniziato ero disoccupato. E all’epoca fare quello che stiamo facendo era una cosa assurda, che apparentemente non portava a niente. Così lei mi ha detto ‘Va bene, prova questa strada, ma se in un anno non ne ricavi niente, trovati un altro lavoro’. Non aveva una gran fiducia in quello che facevo, ma mi ha comunque concesso un’occasione, e io mi sono dato da fare per sfruttarla”.

“Io ho avuto più difficoltà - spiega Daniel -. Dopo il diploma, e con il canale già avviato, ho proseguito gli studi. Dovevo finire l’università, i miei genitori ci tenevano e per di più avevo due sorelle già laureate: solo quando il lavoro con i video è diventato più importante ho potuto lasciare perdere. Con i miei sono stato molto testardo: ho cercato di far capire a loro che stavo facendo sul serio e per questo per molto tempo ho portato avanti entrambe le cose, università e video. E alla fine anche mia madre, che era restia, ha visto che si trattava di qualcosa di più serio”.

Quando questa attività è passata da essere un gioco a essere una professione?

“L’abbiamo presa subito come un impegno. Può sembrare strano, ma abbiamo avuto fin dall'inizio un approccio professionale a quello che stavamo facendo, con poca improvvisazione e molto studio. Ora siamo un vero team, e la troupe ci dà un supporto tecnico importante. Per la parte ideativa e creativa invece, da sempre ci affidiamo a noi stessi. Non ci sentiamo magari dei ‘veri professionisti’ ma di sicuro siamo persone che si impegnano. I nostri set vanno dalle 9 alle 18: come una giornata di lavoro. Facciamo sul serio perché quello che facciamo ci piace molto e vogliamo continuare a farlo”.

Qual è il vostro rapporto con Varese?

“Amiamo la nostra città e la nostra provincia: stiamo bene qui. Abbiamo pace e tranquillità, e anche delle location bellissime da usare come le zone del lago, o il belvedere di Azzate. Anzi, se per caso la Città volesse patrocinarci o anche solo scoprirci... Noi facciamo quasi tutti i video qui, ma in effetti non è che nel Varesotto ci abbiano mai molto calcolati”.

C'è un sogno, oltre YouTube?

“Sì, quello di lavorare in un film: non siamo ancora pronti per realizzarlo, ma siamo pronti a parteciparvi, abbiamo avuto già diverse esperienze oltre Internet, anche se per ora solo televisive. In ogni caso, questo è un lavoro che ci piace moltissimo. E con qualunque mezzo ce lo permetta, speriamo di andare avanti il più possibile”.



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