“Hai mai pensato di lasciar perdere la gara per concentrarti sulla Maturità?” Un breve silenzio e poi la risposta sincera. “A dire la verità per un attimo ho pensato di dare più peso ai mondiali...” Lo immaginiamo sorridere dal tono di voce: in realtà è un sabato mattina di luglio e l'orale della “maturà” l'ha finito da cinque minuti e già ci sta chiamando per raccontarci l'esperienza di Robocup. Anche questo la dice lunga sulla sua serietà. Davide Anfuso, 19 anni, è uno dei ragazzi della squadra AURAT dell'Isis Facchinetti che, ai primi di luglio, hanno vinto la coppa del mondo di Robocup (la competizione internazionale di robotica per ragazzi) a Lipsia, in Germania, battendo 23 squadre di diversi Paesi alla fine di 4 giorni di competizioni accese, risultato di mesi di eliminatorie ed eventi che hanno portato il team di Castellanza dalla fase territoriale alla finale.

I ragazzi del team AURAT dell'Isis Facchinetti di Castellanza hanno vinto il titolo mondiale di Robocup, la competizione internazionale di robotica per studenti

12 campioni under 19, con una special guest, una compagna ballerina, impegnati in una gara che unisce tecnica e spettacolo, On stage, la Dance and Theatre. Una gara impegnativa per i ragazzi, tre dei quali quest'anno avevano proprio l'appuntamento con il mitico esame.Davide è contento ed emozionato. “Mi sento letteralmente sulle nuvole” ci racconta. Ha appena superato due importanti traguardi e si fa portavoce dei suoi compagni: Gianmario e William - insieme a lui i “vecchi” della squadra, ormai “maturati” - e Mattia,  Luca, Andrea, Giacomo, Nicholas, Simone, Matteo e  Valentina, la ballerina, di terza e quarta. “Da 1 a 10 la fatica è stata 100” ride. “Soprattutto dover preparare in parallelo i mondiali e la maturità!”.

Un mix di animazione e danza: protagonisti robot e ballerina in una performance che ha sbaragliato le altre squadre

La notizia della vittoria, complice l'entusiasmo della preside Lucia Grassi, della vice preside, Anna Bressan e degli insegnanti, in primis il tutor Loris Pagani, che li hanno sostenuti ed incoraggiati in tutto il loro percorso, ha fatto il giro del web e dei giornali nazionali. “Era importante anche trasmettere un messaggio a chi di robotica non sa nulla” racconta Davide, questa volta con tono serissimo. “Noi accostiamo alla robotica, la nostra passione, a qualcosa di divertente per raccontarla a tutti”. Un modo per dire, alla maniera degli adulti, che l'obiettivo è anche fare cultura. Passa da questa vittoria anche un altro messaggio di valore: quello che, per vincere, al talento bisogna unire il  grande impegno.

E' Andrea Cappone, la new entry, programmatore di terza a raccontarcelo. “Ho chiesto già un anno fa di poter partecipare al progetto per passione, poi è diventato un impegno vero e proprio. Abbiamo lavorato  con costanza per diverse ore ogni settimana e ho imparato moltissimo”. E la scuola? Anche senza dover sostenere in parallelo l'esame di Stato, sappiamo bene che le superiori sono “toste”. “Mi sono sempre impegnato a scuola, senza tralasciare nulla” sottolinea Andrea, che come Davide e gli altri, ha ben capito quanto ripaghi il sacrificio e la fatica.

Non possiamo rinunciare, però, alla domanda ‘da mamma’: “I vostri genitori vi hanno mai chiesto di lasciare perdere la competizione per lo studio e, in particolare, per l'esame?”. Davide non ci pensa un attimo “I nostri genitori sapevano di potersi fidare!”

Che dire? Touchè.



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