La quarta rivoluzione industriale avanza nel mondo. Ed ora c’è anche la risposta italiana. Quella contenuta nel “Piano Nazionale Industria 4.0” presentato dal Governo.

L’Esecutivo di prefigge di formare nei prossimi 3 anni 200mila studenti universitari e 3mila manager specializzati sui temi dell’Industria 4.0

Sul piatto ci sono 13 miliardi di euro che verranno stanziati tra il 2017 e il 2020. Con obiettivi precisi. Come quello di dar vita ad un incremento di 10 miliardi di euro degli investimenti privati, già a partire dal prossimo anno e ad un balzo in avanti di 11,3 miliardi della spesa, sempre privata, in Ricerca e Sviluppo da qui al 2020, con un focus proprio sulle tecnologie legate alla fabbrica intelligente. Non solo, tra le direttrici che muovono il piano ci sono anche quelle di accrescere le competenze del capitale umano nazionale. Su questo fronte l’Esecutivo di prefigge di formare nei prossimi 3 anni 200mila studenti universitari e 3mila manager specializzati sui temi dell’Industria 4.0, con un raddoppio delle iscrizioni dei ragazzi agli Istituti Tecnici Superiori che prevedano percorsi di studi sulla fabbricazione digitale e con l’avvio di 1.400 dottorati di ricerca sul tema. Infine ci sono le direttrici di accompagnamento delle imprese con l’obiettivo di arrivare al 2020 ad una copertura del 100% delle imprese con collegamenti ad almeno 30 megabyte al secondo e con il 50% delle imprese coperte da 100 megabyte al secondo.

Questi i punti di arrivo. Ma come arrivarci? Tra le agevolazioni previste dal governo ci sono:

  • La proroga del superammortamento con aliquota al 140% ad eccezione di veicoli ed altri mezzi di trasporto per i quali si scende al 120%.
  • L’introduzione di un iperammortamento per investimenti dell’Industria 4.0, per i quali l’aliquota sale al 250%.
  • L’aumento del credito d’imposta dal 25% al 50% da applicare sulle spese in ricerca e sviluppo superiori alla media degli ultimi tre anni.
  • L’introduzione di detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a 1 milione di euro in startup e Pmi innovative.
  • La previsione dell’assorbimento da parte di società “sponsor” delle perdite di startup nei primi 4 anni di vita.


Il governo ha fatto delle proiezioni per dare conto di quali saranno nella pratica i risparmi per le imprese. Per esempio un’azienda che nel 2017 investirà 1 milione di euro in un macchinario legato alla tecnologia dell’Industria 4.0 otterrà, grazie all’iperammortamento, una riduzione delle tasse pagate di 360mila euro in 5 anni. Il 275% in più rispetto ai 96mila euro già previsti dal superammortamento previsto oggi. Chi investe oggi in 1 milione di euro in una startup può contare su agevolazioni fiscali pari a 95mila euro all’anno. Dal 2017 si salirà a 300mila euro all’anno: il 215% in più.
 

Il Presidente degli industriali varesini, Riccardo Comerio: "Giudizio positivo, questa rivoluzione riguarda le imprese di tutti i settori, nessuna esclusa"

"Il giudizio sul Piano nazionale 'Industria 4.0' presentato dal Governo non può che essere positivo. Innanzitutto perché il futuro della manifattura viene, dopo molto tempo, riposto al centro di un coerente piano di sviluppo industriale. Inoltre, nei contenuti, sono state riprese molte delle richieste che, come Sistema Confindustria erano state avanzate all’Esecutivo, su spinta soprattutto di associazioni territoriali come la nostra Unione Industriali fortemente impegnata sui temi della fabbrica intelligente, per dotare l’Italia di una strategia per la trasformazione digitale delle imprese. Bene, dunque, la proroga del superammortamento che può dare una spinta alla domanda interna di molti prodotti per l’industria, la cui produzione è molto presente nella nostra provincia, così come l’iperammortamento previsto per le tecnologie più legate proprio all’Industria 4.0. Questo genere di misure hanno già dimostrato nel recente passato di funzionare. In Italia, così come in Europa. Ora, però, si apre una sfida nella sfida: dare concreta applicazione al piano. Tra i vari temi ai quali sarà necessario dedicare attenzione sarà centrale quello relativo alla costituzione dei Competence Center e degli Innovation Hub, che potrebbero affidare un ruolo chiave proprio alle associazioni datoriali disseminate sul territorio. Un’opportunità importante per la nostra Unione Industriali e l’impegno portato avanti con i centri di ricerca legati all’Internet of Things della LIUC – Università Cattaneo".

 

Leggi anche:


 



Articolo precedente Articolo successivo
Edit