Non tutti i tubi sono uguali. Quelli realizzati dalla Jointek Srl di Somma Lombardo, ad esempio, hanno poco da spartire con l’immagine che i più hanno di questo tipo di prodotto. Sono dei tubi raccordati speciali, utilizzati in ambito aerospaziale ed altri settori performance-critical per il trasporto dei fluidi. Altri componenti speciali, quali raccordi, connessioni rapide e valvole completano l'offerta di Jointek. Sono tubi e componenti speciali sia per la storia di impresa che si cela dietro di essi, sia per l’utilizzo che ne fa il mercato. Rappresentato da aerei ed elicotteri, soprattutto. Basterebbero solo questi due tipi di destinazioni finali per far capire almeno solo in parte ciò di cui stiamo parlando. Solo in parte, però, per l’appunto. Perché l’azienda, che aderisce al Lombardia Aerospace Cluster, può vantare tra i propri clienti finali anche produttori di moduli spaziali abitabili, ed i top team della Formula 1.

Aerei, elicotteri, moduli spaziali, auto di Formula 1. Ecco dove finiscono i tubi flessibili raccordati prodotti dalla Jointek di Somma Lombardo

“In pratica i nostri sono tubi che vengono utilizzati in quelli che in gergo sono definiti ambienti critici”, racconta Christian Consoli, General Manager di Jointek. Il riferimento è ai sistemi idraulici, carburante, pneumatici e frenante dei velivoli e ai loro carrelli di atterraggio. Per non parlare delle prestazioni di cui simili componenti devono dare certezza sui moduli spaziali. Questi alcuni esempi di impieghi. Spesso le aziende per fare bella mostra di sé sui propri siti Internet si definiscono nel “Chi siamo”, come la realtà leader del settore. All’autoproclamazione, però, Jointek sostituisce una tecnica di presentazione basata sul mero elenco dei propri clienti. Come dire: “Sono loro a parlare per noi”, spiega ancora Consoli. E così nei pannelli che accompagnano l’impresa di Somma Lombardo in giro per le fiere di mezzo mondo si leggono nomi come Leonardo (sia divisione aerei, sia elicotteri), il programma Eurofighter, Turkish Aerospace Industries, Piaggio Aero Industries, Thales Alenia Spasce, Saab. A cui poi viene affiancato tutto il mondo della Formula 1 Ferrari, Toro Rosso, Red Bull, Haas, Sauber, Mercedes AMG, Brembo. E ancora: Ducati per le moto.

L’industria aerospaziale rappresenta l’80% del fatturato. Tra i clienti principali: Leonardo, il programma Eurofighter, Thales Alenia Spasce, Tukish Aerospace Industries

Da Somma Lombardo alle piste dei gran premi, passando per i voli arerei e degli elicotteri, fino oltre la stratosfera. Messa così sembra uno slogan, in realtà è l’unico modo per raccontare in maniera realistica i 25 anni di storia della Jointek. Tutto parte, infatti, quando agli inizi degli anni Novanta la Pirelli decise di dismettere il business dei tubi flessibili per il settore aerospaziale. Fu allora che dopo anni di esperienza nel gruppo italiano della gomma Luciano Roncaglia e Flavio Forchin decisero di muoversi con le proprie gambe e dare vita ad una propria azienda. Da una parte il bagaglio di conoscenza, dall’altra la volontà del colosso statunitense Parker che voleva dar vita ad un proprio centro di assemblaggio in Italia. La sintesi fu la nascita di Jointek che ancora oggi produce, assembla e distribuisce prodotti Parker-Stratoflex, un nome che, a chi non è del settore, forse dice poco. Ma per i profani basti sapere che parliamo di un gruppo quotato al NYSE con una capitalizzazione di mercato maggiore a 20 miliardi di dollari e ricavi maggiori a 11 miliardi di dollari. Più nello specifico il partner di Jointek è la divisione Stratoflex di Parker Aerospace.

Per quanto riguarda il segmento della Formula 1, i prodotti (tubi e connessioni rapide) di Jointek sono montati dalle scuderie Ferrari, Toro Rosso, Red Bull, Haas, Sauber, Mercedes AMG

Oggi in Jointek lavorano 22 persone, comprendendo nel conto la sede francese aperta da poco. “Il turnover è basso, alta la fidelizzazione dei dipendenti, perché questo è un bel posto dove lavorare”, ci tiene a precisare Christian Consoli. Il fatturato medio negli ultimi anni si è aggirato intorno agli 8,5 milioni l’anno. L’80% è frutto delle vendite per il comparto dell’aeronautica, il 15% deriva dalla Formula 1, mentre il restante 5% è frutto del comparto spazio, “anche se in questo caso siamo molto legati ai programmi internazionali e alla loro messa in azione”. A livello geografico, invece, la destinazione della produzione dell’azienda è per il 50% concentrato in Italia, per il 30% in Europa. Il restante 20% è destinato per metà al mercato Extra-Ue, Turchia in testa.

“In questi anni l’azienda ha risentito di una congiuntura, in particolare quella dell’industria aerospaziale italiana, in contrazione”. Da qui la limatura al ribasso della media dei fatturati degli ultimi due anni a 8,5 milioni di euro, nonostante il record toccato nel 2014 di 10 milioni. Questo trend, però, non ha fermato i piani di sviluppo dell’azienda. Di fronte alle difficoltà un’impresa ha due strade: o tirare i remi in barca, aspettando che passi la buriana, oppure continuare a investire, rilanciando. “Noi abbiamo scelto la seconda, perché crediamo nel nostro business e nelle nostre capacità”, precisa il General Manager. Da qui, dunque, l’apertura di una sede operativa in Francia. “Un passo quasi obbligato per presidiare quello che per l’aerospazio è il primo mercato in Europa e il secondo al mondo dopo gli Usa. Un mercato dalle grandi opportunità, ma allo stesso tempo difficile, quasi inaccessibile senza una presenza fisica sul posto”. E poi ancora: gli investimenti nelle certificazioni per operare in specifici segmenti dell’aerospazio, l’implementazione dei principi della lean manufacturing nella produzione, la decisione di puntare su un nuovo management in grado di supportare la proprietà. Il tutto utilizzando risorse proprie. Una scelta che sembra porre oggi Jointek nella giusta direzione per agganciare la ripresa e procedere nella realizzazione dei propri piani di sviluppo.



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