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Il Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio ha sede presso l’antico cotonificio Carlo Ottolini, e i piani dell’edificio accolgono le numerose collezioni qui presenti, che seguono i momenti della lavorazione della fibra tessile (filatura e preparazione; tessitura e finissaggio; tintura e stampa; confezionamento e spedizione), oltre alle sale dedicate alla tecni-ca Jacquard, alla schirpa (dote delle spose dell’Alto Milanese rea-lizzata con tessuti locali ricamati a mano o a macchina), al ricamo industriale, alle fibre nuove.

Non solo custode di un pezzo fondamentale della storia industriale locale. Didattica sempre più digitale, percorsi per ipovedenti, la nuova collezione con l’acquisizione dei “ferri del mestiere” dello storico sarto milanese Antonio Ferramini: la struttura bustocca tra presente, passato e futuro

Aperto al pubblico il 30 gennaio 1997, dopo essere stato acquisito dal Comune della città che lo ha restaurato e destinato il giardino circostante a parco pubblico, il museo raccoglie la testimonianza dell’industria tessile di Busto Arsizio, documentando anche lo sviluppo industriale del territorio, come dimostrano l’Archivio fotografico Paracchi e l’Archivio del Calzaturificio Borri, ospitati nelle due torrette dell’edificio, un tempo serbatoi d’acqua. È gestito dal Settore Musei del Comune di Busto Arsizio e, dal giugno scorso, il nuovo assessore alla Cultura e all’Educazione della città è Paola Magugliani, presidente del Sistema Biblioteca-rio Busto Arsizio-Valle Olona: “In questi anni sono stati potenziati i sistemi digitali del museo: tutti i supporti per la didattica, rivolta anche ad alunni diversamente abili, come schermi touch screen, il percorso per non vedenti, oltre a giochi interattivi e laboratori alla scoperta dei colori”. L’assessore ha dedicato buona parte della sua vita alle scuole, punto di grande forza ed esperienza. Nel museo trovano spazio due laboratori didattici, la sala delle esperienze e il Laboratorio sul colore e la tintoria. “È stata svolta - continua Paola Magugliani - un’opera di catalogazione informatizzata della Biblioteca specialistica e di aggiornamento della campagna foto-grafica del museo”.

Aperto al pubblico nel 1997, dopo essere stato acquisito dal Comune della città che lo ha restaurato, il museo raccoglie la testimonianza dell’industria tessile di Busto Arsizio

Quali i progetti futuri e le novità per questo 2017? “Migliorare le fonti visive e sonore sia per i visitatori normodotati sia per le persone ipovedenti con la riproduzione dei suoni della fabbrica e dei rumori delle macchine tessili dell’epoca. La novità più bella è l’acquisizione della collezione di Antonio Ferramini, sarto stori-co di Milano negli ultimi settant’anni: ha donato al museo la sua collezione di ferri da stiro antichi, forbici sartoriali e macchine da cucire”. Il sarto ha deciso infatti di regalare al museo i “ferri del mestiere” che nei decenni ha collezionato: 500 ferri da stiro, un centinaio di forbici, quasi 300 ditali, innumerevoli bottoni e 50 macchine da cucire. Questi oggetti, che raccontano uno dei me-stieri più antichi del mondo, tanto cari a Ferramini e così diversi l’uno dall’altro, saranno esposti in parte in modo permanente, in parte a rotazione dal museo che organizzerà una specifica didatti-ca museale. L’assessore informa che “da qualche mese il museo sta girando alcuni video che riguardano le testimonianze di archeo-logia industriale della città di Busto, in collaborazione con l’Isti-tuto Cinematografico Michelangelo Antonioni ICMA e con i ra-gazzi della didattica museale. Inoltre, nel corso del 2017, saranno a disposizione di scolaresche e istituti di ricerca universitari una campagna fotografica degli edifici, un documentario, delle sche-de didattiche per bambini che saranno proiettati sugli schermi touch screen presenti in museo, i quali permettono al visitatore di conoscere questo luogo e di partecipare alla sua visita attraverso sia la parte proiettata che quella interattiva. Il nostro obiettivo, la sfida che ci poniamo - conclude l’assessore - è quella di ampliare l’offerta cittadina, mantenendo ciò che è stato fatto in passato e cercando di diminuire le spese. Fondamentale è la collaborazione di tutti, fare rete con i privati e le associazioni del territorio.”

 

ORARI DI APERTURA E CONTATTI

Il museo si trova in via A. Volta, 6 – 21052 Busto Arsizio. Telefono: 0331 627983 
Altri contatti: Ufficio Musei 0331 390351/352
Didattica Museale 0331 390242
Email: museibusto@comune.bustoarsizio.va.it Ingresso libero e gratuito. 
Orari di apertura: lunedì CHIUSO, dal martedì al giovedì 14:30-18:00, venerdì 9:30-13:00 / 14:30-18:00, sabato 14:30-18:30 domenica 15:00-18:30. Visite guidate su prenotazione per gruppi e scolaresche, laboratori didattici. 
Come arrivarci? In auto: Autostrada A8, uscita Busto Arsizio, seguire per Centro/Ospedale e successivamente i cartelli marroni con l’indicazione Museo del tessile 
e della Tradizione Industriale. In treno: Ferrovie dello Stato o Ferrovie Nord Milano (fermata Busto Arsizio), raggiungere il centro città (a piedi o con bus) e seguire i cartelli marroni con l’indicazione Museo del tessile e della Tradizione Industriale.

 



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