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Non vanno in bicicletta, ma da 45 anni fanno ciclismo e non hanno alcuna intenzione di “scendere” dalla sella visto che i due importanti appuntamenti agonistici che li vede in cabina di regia (Gran Premio dell’Arno e Gran Premio Industrie, Commercio e Artigianato di Carnago) continuano ad appassionare la gente, ma soprattutto a catturare l’attenzione di società, corridori e direttori tecnici della nazionale. Stiamo parlando della S.C. Carnaghese, una realtà tra le più longeve nel mondo del pedale del Varesotto, nata ufficialmente nel 1976, ma che può contare su quattro anni di rodaggio, dal 1971 alla nascita, quando il gruppo fondatore collaborava con la Binda. Ed è il presidente Adriano Zanzi, che ha passato una vita in società a fare il segretario, a raccontare il segreto di come, anche senza pedalare, si possano fare chilometri e la storia di questo sport.

La S.C. Carnaghese non ha al suo attivo una squadra di atleti, ma è tra le realtà più longeve nel mondo delle due ruote per quanto riguarda l’organizzazione di gare importanti. È grazie a questa società che sulle strade di  Solbiate Arno e Carnago sono nati tanti campioni

Zanzi, quarant’anni di attività, senza mai vincere un trofeo con un vostro atleta per il semplice motivo che non ne avete e mai ne avete avuti. Non ne sentite la mancanza?
I nostri atleti sono tutti quelli che in questi anni hanno partecipato alle due gare che da sempre organizziamo a Solbiate Arno e a Carnago. E se dovessi snocciolare i nomi dei campioni o delle promesse, che poi hanno vinto tanto tra i professionisti, metterei insieme uno vero e proprio squadrone. Insomma le nostre vittorie e le nostre soddisfazioni sono sempre arrivate e continuano ad arrivare, anche se le nostre maglie non sono mai presenti al via.

Da cosa nasce la scelta di concentrare tutta la vostra attività sull’organizzazione delle corse?
Il primo motivo credo sia un fattore di Dna. Prima di fondare la Carnaghese collaboravamo con la società Binda, sempre per l’organizzazione delle corse. Dare vita quindi a un sodalizio, ancor più legato al territorio delle “nostre” gare e continuare in maniera più autonoma, nel 1976, ci sembrò quasi naturale. Inoltre per tenere in piedi una società che svolga anche la parte agonistica servono molte persone e molti soldi. Bisogna avere le biciclette e cambiarle spesso, perché i ragazzi crescono e mica possono ogni volta cambiare il mezzo a loro spese. Occorrono poi le persone che seguono i ragazzi e soprattutto la “materia prima”, ovvero gli atleti. E, purtroppo, oggi ce n’è sempre meno. Prendiamo i giovani della categoria Juniores: vent’anni fa nella nostra provincia ne avevamo un centinaio; oggi se si arriva a venti è tanto.

Sono cambiati i gusti sportivi dei ragazzi o è cambiato il ciclismo e quello moderno non fa più presa?
Il ciclismo a livello mondiale è uno sport che gode di ottima salute in termini numerici, sia di pubblico sia di atleti. Se però guardiamo il panorama nazionale le cose cambiano. è sufficiente pensare che non abbiamo nemmeno una squadra nel World Tour. Detto questo però, occorre anche prendere atto che oggi i giovani hanno più scelta tra gli sport da praticare. Fino a pochi anni fa o si giocava a pallone o si andava in bicicletta. Oggi è tutto diverso.

Quasi tutto, perché a Solbiate Arno e a Carnago si continua a correre. Avete per caso scoperto un “elisir di lunga vita”?
Sappiamo fare il passo che la nostra gamba ci consente, ma soprattutto cerchiamo sempre di farlo bene. E abbiamo visto che questa filosofia alla lunga continua a ripagare i nostri sforzi. Il Gp dell’Arno per due anni è stato un appuntamento valido per i Campionati Italiani e dal 2002 è gara internazionale per Juniores. Carnago, invece, per 7 anni, dal 2005 al 2012, è stata una gara dedicata ai professionisti. Ora è di nuovi per  Dilettanti. Ma quando si corre sulle nostre strade, l’attenzione è comunque molto alta, sia perché qui vengono a misurarsi i talenti del momento, sia perché Carnago era considerata la prova generale per le convocazioni in vista dei Mondiali o degli Europei. Insomma per i corridori, scrivere il proprio nome nei nostri Albi d’Oro ha sempre fatto curriculum.

Cosa occorre per rimanere sempre al top?
Esperienza e gente a disposizione. Oltre al tempo e agli sponsor chiaramente. In società i soci sono una trentina, ma il giorno della gara, sulle strade, ci sono complessivamente 130 persone, comprese forze dell’ordine, protezione civile, personale della sicurezza e ognuna delle quali ha un suo compito. Insomma siamo una società che di dilettantistico ha solo il nome, per il resto, da anni, lavoriamo come professionisti.

Tiriamo la volata... manca ancora un po’, ma il traguardo dei 50 anni di attività non è poi così lontano. State già pensando a come festeggiare sotto lo striscione d’arrivo?
(Zanzi ride alla domanda, ndr) Sì, qualcuno ci sta già pensando e... anche lavorando. L’idea che stuzzica tutti è quella di portare a Carnago il Campionato Italiano Under 23, un evento che, come tutte le nostre gare, ci piacerebbe vivere con tutto il nostro territorio che in questi anni ci ha sempre seguito e sostenuto. è vero, non manca tanto, ma per fare quell’ultimo tratto che ci manca per alzare trionfanti le braccia, serve l’aiuto di tutto. Noi ci siamo.



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