La Nasa, ma non solo. Mai come in questi anni l’orbita del satellite terrestre rischia di affollarsi di sonde, navette e stazioni. Con missioni anche private. L’obiettivo finale è Marte, così come quello di dar vita ad un turismo lunare. Non proprio alla portata di tutte le tasche

Una “grande storia” sta per ripetersi. Le più grandi agenzie spaziali insieme alle più importanti industrie del settore con le loro risorse e capacità di finanziamento si stanno tutti concentrando per riportare l’uomo al di là dell’atmosfera terrestre con obiettivo la Luna, come trampolino di lancio per Marte. La nuova frontiera è stata scelta dalla Nasa, su invito del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che vuol vedere al più presto uomini nel sistema solare. E lo ha ribadito anche il Vice Presidente Mike Pence in visita alla stessa Nasa.

Dopo anni di confusione all’interno dell’ente spaziale americano - in quanto dapprima si parlò di ritorno alla Luna con sbarco di uomini, poi di viaggi a Marte senza passare per la Luna, poi ancora di sbarco su un asteroide con un robot da cui prelevare un grosso masso da portare vicino alla Luna per essere raggiunto da astronauti (missione recentemente cancellata) - finalmente sembra che sia stata delineata la nuova e definitiva strada: raggiungere Marte, ma solo dopo aver di nuovo fatto base alla Luna. “Attorno” alla Luna però e non “sulla” Luna. 

Le scelte della Nasa trainano con sé quelle dell’Esa, l’agenzia spaziale europea, perché esperta in costruzione di moduli spaziali (quasi metà della Stazione Spaziale Internazionale è stata costruita dall’Europa) e in navicelle di rifornimento. Le tappe saranno queste: dapprima si costruirà uno spazioporto, chiamato Dsg, Deep Space Gateway, nella zona cislunare, ossia lo spazio attorno alla Luna. In pratica si tratterà di una piccola stazione spaziale, con un modulo abitativo per gli equipaggi e un sistema di attracco per veicoli spaziali. La Dsg verrà ripetutamente raggiunta da equipaggi che viaggeranno con il potente razzo della Nasa Sls (Space Launch System), in fase di costruzione, e la capsula Orion. L’Esa fornirà il modulo di servizio della navicella (la parte che fornisce il supporto agli astronauti e l’energia di bordo) e probabilmente anche i moduli della Dsg. Tutto questo avverrà negli Anni Venti. Dopo questa prima fase, verso la fine del prossimo decennio, sarà il momento del Dst, Deep Space Transport, una missione della durata di un anno nelle vicinanze della Luna con un modulo che servirà per trasferire gli uomini a Marte, allo scopo di provare tutti i sistemi necessari al passaggio successivo, ossia il raggiungimento del pianeta rosso.

La nuova frontiera è stata scelta dalla Nasa, su invito del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che vuol vedere al più presto uomini nel sistema solare

La Dsg verrà più volte abbassata di quota per avvicinarla alla Luna, ciò per sperimentare la possibilità di manovrare in tempo reale dei robot sulla superficie del nostro satellite che saranno stati inviati nel frattempo. E qui potrebbero entrare in gioco altri partner, soprattutto privati. Sono ormai più d’una le società aerospaziali nate da imprenditori privati che guardano alla Luna con grande interesse. Interesse scientifico, perché sul nostro satellite si potranno fare ricerche geologiche e impiantare radiotelescopi, e interesse commerciale, perché una base potrebbe essere un luogo di vacanze per chi potrà permettersi di sborsare alcune decine di milioni di dollari per una settimana da spendere tra crateri lunari. L’Astrorobotic ad esempio, una società formata da un insieme di industrie e Università, sta lavorando ad una piattaforma che permetterà di portare sulla Luna esperimenti e piccoli rover. Già offre diverse possibilità di carico con tanto di listino prezzi. La Bigelow invece sta costruendo moduli gonfiabili (uno in fase di collaudo attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale), che è pronta a depositare sul suolo lunare per essere abitati a richiesta di scienziati o turisti. C’è poi la Blue Origin che non nasconde di avere nei suoi piani il trasporto di materiale di ogni genere sulla Luna. 

Ed infine c’è la Space X, una società che sta facendo passi da gigante con il lancio ripetuto di satelliti e navicelle alla Stazione Spaziale Internazionale. Space X ha annunciato di voler mandare due astronauti-turisti attorno alla Luna nel 2018. C’è molto scetticismo in campo aerospaziale nel commentare tale affermazione, ma va sottolineato che Space X sta già costruendo la Dragon 2 (la capsula che deriva dalla Dragon e che ha mostrato grande affidabilità nel trasporto di materiale nello spazio) ed entro pochi mesi sperimenterà il razzo Falcon 9 Heavy, il fratello maggiore del Falcon 9 che ha già realizzato più di una dozzina di voli, alcuni dei quali effettuati con il riutilizzo dei propulsori per due volte dopo essere stati recuperati. La Space X ha reso noto che i due turisti spaziali si stanno già allenando in gran segreto per la grande avventura. 

Infine non va dimenticato il progetto Google Lunar XPrize, una gara che ha in palio premi per 30 milioni di dollari, 20 dei quali andranno a chi per primo porterà un rover sulla Luna e invierà a Terra immagini video in alta risoluzione. La data di scadenza del Premio è il 31 dicembre 2017 e 5 società private hanno confermato che entro la fine dell’anno lanceranno una loro sonda con l’intento di vincere il premio, ma anche di sperimentare la tecnologia di allunaggio da mettere a disposizione a chi fosse interessato a mandare materiale sul satellite terrestre. E fa sognare che su una di queste missioni, quella indiana, ci sarà anche un esperimento di giovani liceali italiani. 



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