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Due brevetti per un’invenzione che potrebbe ampliare il mercato, rivoluzionando il segmento  degli elicotteri più leggeri per la perlustrazione del territorio, il servizio elitaxi nelle città e l’addestramento avanzato, compreso il passaggio macchina (monomotore-bimotore) senza esclusione per il settore difesa. Mezzi di trasporto dal valore oggi di 3 milioni di euro, anche 4 milioni, ma che un domani (forse prossimo) potrebbero essere realizzati ad un costo di 300mila euro. 

La Robby Moto Engineering di Cremona ha depositato due brevetti per la realizzazione di un elicottero bimotore in grado di aprire un nuovo segmento di mercato nell’ala rotante

L’intuizione in grado di riuscire nell’intento appartiene a Roberto Papetti, titolare e Project Leader della Robby Moto Engineering Srl, azienda di Casalmaggiore in provincia di Cremona, che aderisce al Lombardia Aerospace Cluster e che ha cercato di colmare una lacuna oggi esistente nel mondo dell’ala rotante: quella di due motori a pistoni uniti ed integrati in un unico basamento. Attualmente, infatti, non esiste elicottero al mondo che monti un bimotore a pistoni così concepito. Sottigliezze tecniche, dirà qualcuno, ma non per gli esperti del settore. Che da un’invenzione in grado di colmare questo gap tecnologico possono intravedere ben più di un’opportunità, di mercato e, quindi, di business. A riempire questo vuoto ci prova proprio la Robby Moto Engineering che in soli 29 mesi ha chiuso l’iter di registrazione presso l’Ufficio Brevetti Europeo di due domande: una per un nuovo dispositivo di propulsione degli elicotteri, il  Twin Engine Pack System (TEPS). L’altro per proteggere la realizzazione dell’elicottero bimotore in grado di montare il TEPS, ossia l’Heli-Teps.

“Le due invenzioni legate a questi due brevetti – spiega Roberto Papetti – sono in grado di dar vita ad un segmento oggi mancante nell’elicotteristica mondiale. Il TEPS è stato concepito per realizzare un aeromobile innovativo ad ala rotante equipaggiato con un bimotore a pistoni, un elicottero in grado di adeguarsi a diverse modalità di impiego e gestione, capace di inserirsi in un mercato di fatto inesplorato, ma potenzialmente esistente”. D’altronde le invenzioni che nel recente passato hanno avuto più successo sono quelle che hanno sbaragliato i mercati, creando nuova domanda, rispondendo a bisogni che fino a poco prima nessuno pensava potessero essere soddisfatti, benché fortemente sentiti.

Per capire, in questo caso, le potenzialità del TEPS basta fare due calcoli. L’elicottero in grado di montare il nuovo sistema di propulsione dell’azienda di Casalmaggiore potrebbe sostituire quelle macchine biturbina fino ad oggi utilizzate per il sorvolo delle città, delle acque e per l’addestramento dei piloti per velivoli bimotore. Tutte attività che, con la tecnologia attuale, basata su due motori a turbina, obbligano all’utilizzo di macchine dal costo che si aggira tra i 3 e i 4 milioni di euro. 

Velivoli per il monitoraggio del territorio e per il servizio elitaxi in città potrebbero essere realizzati con un decimo dei costi attuali

Il TEPS, invece, permetterebbe di introdurre sul mercato una tecnologia in grado di realizzare e promuovere la diffusione di velivoli perfettamente in grado di svolgere numerose delle tipologie di missione oggi riservate a macchine dalle maggiori ma non richieste potenzialità, con un costo 10 volte inferiore, calcolabile tra i 300mila e i 400mila euro. Velivoli che potrebbero essere, appunto, impiegati in servizi di Elitaxi sui cieli delle città, per l’addestramento e per il monitoraggio del territorio. Nel dettaglio il TEPS permetterebbe lo sviluppo di due diversi tipi di aeromobili ad ala rotante: un elicottero a due posti con peso massimo al decollo di circa 600 chilogrammi, in grado di decollare con un solo motore; un elicottero certificato a quattro posti con peso massimo al decollo di circa 1.000 chilogrammi, non in grado di decollare con un solo motore.

“In termini tecnici - spiega ancora l’ideatore Roberto Papetti - il TEPS, pur presentandosi come un unico corpo motore, è in realtà la razionale integrazione di due motori, capaci di operare in sincronismo modulare, ma anche singolarmente ed in modo completamente indipendente. Ogni motore è in grado di erogare una potenza di 120 CV  e, nelle normali condizioni di funzionamento (entrambi i motori funzionanti), ogni singola unità eroga la metà della potenza”. Molto più che una semplice miglioria. Secondo la Robby Moto Engineering, infatti, questa nuova tecnologia potrebbe avere implicazioni che vanno ben oltre le semplici considerazioni di mercato. Quattro i possibili scenari che si aprono per l’elicotteristica. Il primo quello di riconsiderare e riprogettare i servizi offerti dall’Aeronautica per il territorio; il secondo di comprimere significativamente i costi pur ampliando grandemente la possibilità di impiego; il terzo di fornire uno strumento economicamente competitivo per l’addestramento idoneo all’abilitazione dei piloti alle macchine bimotore (oggi biturbine); il quarto di aumentare la sicurezza e rafforzare la leadership mondiale nel settore aerospazio rivestita dall’Italia ed, in particolare, dalla Lombardia.

Potenzialità riconosciute in più di un ambito. Lo sviluppo del progetto è stato fino ad oggi finanziato sia da Regione Lombardia, sia con fondi dell’Unione Europea. Alla sua realizzazione hanno contribuito anche altre realtà tra cui la Meta System Spa (che si è occupata della gestione elettronica dei motori), AQM Srl (che si è occupata delle certificazioni necessarie) e il Politecnico di Milano - Dipartimento Aerospazio e Dipartimento Meccanica (che ha studiato le dimensioni che dovrebbero avere i velivoli per essere in grado di montare il nuovo motore). 



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