È la fascia Pedemontana che va da Varese a Brescia, passando per Milano e la Brianza, l’area lombarda che ha la più alta capacità di fare da calamita per gli investimenti imprenditoriali, manifatturieri e non solo. A dirlo è una ricerca del Centro sullo sviluppo dei territori e dei settori della LIUC Business School

Le provincie lombarde più adatte ad accogliere nuove iniziative imprenditoriali di successo sono racchiuse nella zona Pedemontana: da Varese a Brescia, passando per Milano, la Brianza (quindi Como e Monza) e Bergamo. I territori che mostrano maggior capacità di attrarre attività di impresa si collocano lungo questa fascia. Al contrario, le aree di montagna e i territori situati a sud del capoluogo regionale mostrano maggiore debolezza.

Se si analizzano nel dettaglio le dinamiche che concorrono a delineare questo scenario emerge che la specializzazione nei settori ad elevata produttività e con alto tasso di innovazione, la capacità di creare e promuovere il talento e il grado di infrastrutturazione sono i fattori a cui le imprese prestano maggior attenzione nel compiere le proprie scelte di localizzazione.

Questo è quanto si apprende dalla ricerca “Firm drain – Firm gain: favorire la localizzazione di imprese sul territorio”, condotta dal Centro sullo sviluppo dei territori e dei settori della LIUC Business School, con il supporto di UBI Banca.
“I territori, si sa, non sono tutti uguali. Sicuramente non lo sono per le imprese, la cui localizzazione rappresenta spesso un fattore critico di successo, sia per l’attività imprenditoriale stessa che per lo sviluppo economico del territorio interessato”, spiega Andrea Venegoni che ha curato la ricerca, con la supervisione di chi scrive in qualità di Direttore del Centro della LIUC. “Il set di indicatori predisposto in questo lavoro consente di capire quali siano i driver su cui puntare per attirare nuovi insediamenti imprenditoriali, alimentando la crescita del territorio.”

La dorsale che collega Varese a Busto Arsizio, includendo Malpensa ed il Saronnese, è l’area attorno a cui si concentra la maggior capacità di catalizzare attività imprenditoriali. Con primati a livello lombardo

L’analisi, effettuata utilizzando dati a livello comunale estratti dal database di 100% Lombardia, piattaforma di indicatori statistici multitematici costruita dal centro in collaborazione con Eupolis Lombardia, permette di stilare una vera e propria classifica dei territori in base all’appeal che sono in grado di esercitare sugli imprenditori.
Da questo ranking emerge chiaramente come la crisi abbia portato ad una polarizzazione della capacità di attrarre impresa attorno ai territori più densamente popolati e con miglior dotazione infrastrutturale.

La provincia di Varese ne è un chiaro esempio. La dorsale che collega il capoluogo a Busto Arsizio, includendo Malpensa ed il Saronnese è infatti l’area attorno a cui si concentra la maggior capacità di catalizzare attività imprenditoriali, grazie all’elevata infrastrutturazione e ad una dotazione di capitale, sia umano che economico, fra le più alte in assoluto. I territori esclusi da questo asse mostrano maggiori criticità, scontando collegamenti non sempre efficienti ed una dinamica demografica sfavorevole.

Andrea Venegoni: “Ci stiamo avviando verso una fase post-crisi in cui la stabilità rappresenterà una condizione importante per consentire alle imprese manifatturiere di pianificare uno sviluppo”

Ancor più evidente il fenomeno di concentrazione nel Bergamasco, dove i territori con la miglior performance attrattiva si distribuiscono nella cintura del capoluogo e lungo il tratto che costeggia l’autostrada “A4”, mentre le valli ed il sud della provincia si attestano su livelli inferiori.

In prospettiva futura, le proiezioni ci dicono che, dopo le turbolenze e gli sconvolgimenti portati dalla crisi economica, stiamo andando incontro ad un periodo di consolidamento.  “La stabilità è la caratteristica più diffusa dei territori lombardi per i prossimi anni, ma questo non deve essere letto in chiave negativa”, sottolinea Andrea Venegoni. “Veniamo da un periodo di forti scossoni economico-sociali, che hanno duramente provato territori ed imprese. Ora, invece, possiamo dire di avviarci verso una fase post-crisi e la ‘stabilità’ è una condizione importante per consentire alle imprese manifatturiere di pianificare uno sviluppo sul medio-lungo periodo ed alle istituzioni di progettare politiche di rilancio territoriale efficaci”.

Specializzazione nei settori ad alta produttività e con alto tasso di innovazione, capacità di creare e promuovere il talento delle persone, dinamiche demografiche che favoriscano il ricambio della popolazione attiva e mitighino il complessivo trend di invecchiamento e disponibilità di risorse economiche. Sono questi i fattori che secondo la ricerca della Business School della LIUC contribuiscono a fare di un territorio la miglior scelta localizzativa di un’impresa. Sulla base di questi parametri il podio in provincia di Varese per la dotazione patrimoniale è composto, nell’ordine, da Varese, Saronno e Busto Arsizio.

Nella specializzazioni nei settori innovatori ad avere la meglio è Busto Arsizio, seguita da Saronno e Origgio. Medaglia d’oro nella capacità di ricambio della popolazione attiva per Caronno Pertusella, con Castellanza e Uboldo che inseguono. Nel livello di istruzione il primato spetta, invece, a Venegono Inferiore, poi Busto Arsizio e Varese. E su questo preciso punto, quello della formazione, la ricerca mette i puntini sulle “i”: “Nonostante la spinta alla de-umanizzazione del processo produttivo che è in corso negli ultimi anni, la disponibilità di capitale umano qualificato e giovane continua ad essere una condizione necessaria per competere con successo”. 



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